E La Terra era Tohou e Bohou |
[…30a] È scritto: … e la terra era Tohou e Bohou. Nel momento della creazione gli elementi costitutivi non erano epurati, e il nucleo di ciascun sostanza era mischiato alle scorie, per cui tutto mancava di lineamenti precisi, proprio come un tratto disegnato con un pennino, onusto di depositi. Fu allora che, grazie al nome inciso di quarantadue lettere, il mondo prese forme più precise. Tutte le forme che esistono nel mondo, emanano da queste quarantadue lettere, che rappresentano, in, qualche maniera, la corona del Nome sacro. Fu combinandosi e sovrapponendosi [30b] che formarono [ le quarantadue lettere] alcune figure in alto e certe altre in basso, dando nascita ai quattro punti cardinali e a tutte le forme e le immagini che esistono nel mondo. Per cui, avendo avuto il mondo come matrici le lettere dei Nome sacro, se ne inferisce che queste sono state disposte inversamente all'ordine in cui le vediamo; proprio come una parola incisa su di un timbro, la quale per essere riprodotta in modo comprensibile, occorre che sia bulinata in senso contrario.Così, quanto nell'ordine di questo mondo ci sembra essere il primo, su quello celeste è in realtà, ultimo. [1]. Ugualmente è per tutte le lettere che concorrono alla creazione del mondo. Non appena le lettere furono incise sul sigillo di Dio, il Grande Serpente e tutte le sue legioni sparirono dalla faccia della terra, la quale fu, in seguito, interamente velata di tenebre fino il giorno in cui la Luce celeste, dissipandole, illuminò il mondo. Perché è scritto (Giobbe X11,22): Esso svela ciò che è stato nascosto nella profondità delle tenebre, e porta alla luce le cose oscure. Le acque furono pesate su di una bilancia. Tre gocce definivano la mille e cinquecentesima parte di un unghia. Cadendo di più su di un piatto, fa si che l'altro salga più in alto; ma immediatamente, con l'auto di una mano, l'eccedenza è tolta dal piatto e la bilancia riassume la sua posizione di equilibrio. É questo l senso delle parole scritturali: ym (Chi) ha misurato le acque con la sua mano. Prima che la luce celeste illuminasse il mondo, tutto era avvolto dalle tenebre e le acque congelate non consentivano ai fiumi e ai ruscelli di scorrere. Ma quando apparve, essa scaldò, con i suoi raggi, le acque congelate, le quali scioltesi ripresero il loro naturale movimento, come è scritto: Élohïm disse, che la luce sia e la luce fu. La Luce di cui parla la Scrittura è quella che esiste dall'eternità e dalla quale emanano tutte le legioni e tutte le potenze celesti e che riempie il mondo con il suo splendore. Quando questa Luce si manifestò per la prima volta nel mondo, essa lo riempì da una estremità all'altra; ma quando il Santo, benedetto il suo nome, considerò il numero dei peccatori a venire, nascose quella Luce e la rese inaccessibile se non per tutt'altra via, tramite dei sentieri angusti e oscuri. (1) È una indicazione alla disposizione della parola tma (Verità), la quale, secondo la tradizione è incisa sul sigillo di Dio. L'ordine di queste lettere è inversamente riprodotto, nel senso che la Tav (400), figura un valore numerico superiore a quello della Mêm (40) e a quello dell'Aleph (1). [Torna al Testo] |