E mise la carne al suo posto

 

 

 

 

La Scrittura aggiunge, ... e mise della carne al suo posto; con la parola carne la Scrittura indica l'unione degli esseri celesti con le figlie degli uomini, come è scritto (Genesi VI,3), perché egli non è che carne. La parola carne simboleggia Mosé [1], la di cui (carne) era più radiosa, come è detto, laddove la persona di Mosè era somigliante al sole, quella della vergine, del lato destro, era simile alla luna. Ecco il motivo delle parole scritturali (Cantico VI,10), sei bella come la luna e splendente come il sole.

Secondo un altra interpretazione le parole della Scrittura, e mise (vaisgar) della carne al suo posto, starebbero a significare che il Padre e la Madre hanno voluto proteggerla, come è scritto (Genesi VII,16), e Dio la protesse.

Secondo un'altra interpretazione ancora, le parole della Scrittura, e mise (vaisgar) della carne al suo posto, Dio fece, della vergine del lato bianco, la corona della Matrona, così come è scritto (Esodo XX,27): anelli d'oro saranno collocati al di sotto della cornice (misghereth), e altrove (Ezechiele XLVI,1), la porta del vestibolo interno, rivolta verso oriente, rimarrà chiusa (sagour) i sei giorni lavorativi.

É scritto, e Jéhovah Élohïm diede forma alla costola che aveva estratto dall'uomo per dargli una sposa. In questo passo si fa allusione al mistero del levirato. La Tradizione afferma (Talmud Tr. Yebamoth, foglio 10b e 32a), quando il levirato, per un certo tempo non fu più in uso, come è ricordato (Deuteronomio XXV,9), in questa maniera sarà trattato chi non vuole ricostruire la famiglia di suo fratello. Però il Santo, baruk ha-shem, ha ben operato a questo atto del levirato, come è scritto: e Jéhovah Élohïm, vale a dire il Padre e la Madre, hanno generato i figli; come è anche scritto (Salmi CXLVII,2): Jéhovah ha ricostruito Gerusalemme. La vav è figlio della yud e della Hé, che sono il Padre e la Madre. È in riferimento al Padre e della Madre che la Scrittura riporta: e Jéhovah Élohïm diede forma alla costola che aveva estratto dall'uomo: La costola estratta dall'uomo indica la Colonna centrale; questa costola è stata estratta dalla Hé, che è la sua vergine ed è di questa vergine che la Scrittura dice (Zaccaria II,9): io stesso gli erigerò, dice Jéhovah, un muro di fuoco tutto intorno, e stabilirò la mia gloria in essa. Questo perché il tempio futuro sarà edificato dalla stessa mano del Santo, baruk ha-shem, e durerà di generazione in generazione. È di questo tempio che dice la Scrittura (Aggeo II,9): la gloria di questa ultima casa, sarà ancora più grande della prima. I primi templi furono edificati dalla mano dell'uomo, mentre questo lo sarà per mano del Signore. Ecco spiegate le parole della Scrittura aggiunge (Salmi CXXVII,1): se non è il Signore ad edificare una casa, in verità, lavorano invano quelli che la costruiscono.

Le parole, e Jéhovah Élohïm diede forma alla costola, si possono leggere anche con riferimento a Mosè, il quale, nel momento di erigere il Tabernacolo, ebbe in vista l'ultimo, vale a dire quello che Dio produrrà dalla costola, così come è scritto (Esodo XXVI,20): il secondo lato (trelà) del Tabernacolo, rivolto a settentrione, venti assi. Lo tzelà di cui la Scrittura accenna, indica il lato dell'albero sephirotico chiamato H'esed che rappresenta il lato bianco, da dove gli deriva il nome di luna.

La Scrittura aggiunge: ... e mise della carne al suo posto. In altre parole, il bianco del lato destro dell'albero sephirotico, chiamato H'esed, fu unito a quello rosso del lato sinistro, chiamato Guebourâ; in questo preciso momento si compirono le parole della Scrittura (Cantico II,6): mise la sua mano sinistra sotto la mia testa, e mi abbracciò con la sua destra.

La Scrittura, inoltre, riporta (Genesi II,23): ecco, ora è osso delle mie ossa e carne della mia carne. Questo passaggio sottintende la Shekhinah, vergine fidanzata della Colonna centrale, così come la Scrittura ricorda: ecco, è osso delle mie ossa e carne della mia carne e aggiunge: questa si chiamerà donna (ischah), perché è stata estratta dall'uomo (isch). In altre parole, questa vergine sarà chiamata Madre in quanto estratta dall'uomo chiamato Padre, simboleggiato dalla lettera yud, o da Mosè, il quale incarna qui in basso la Figura dell’alto. In tale epoca ogni Israelita conseguirà il diritto di trovare la propria sposa destinata a ciascuno di loro fin dal primo giorno della creazione. Ecco il motivo delle parole della Scrittura (Ezechiele XXXVI,26): io vi donerò un cuore nuovo e metterò uno spirito nuovo dentro di voi, e altrove (Giobbe II,28): dopo questo, io, diffonderò il mio spirito su ogni carne, i vostri figli e le vostre figlie profetizzeranno, i vostri anziani saranno istruiti dai sogni, e i vostri giovani avranno delle visioni. Tutto questo è una chiara allusione alle anime nuove che si verseranno in Israele, così come afferma la Tradizione: i figli di David non ritorneranno prima che tutte le anime rinchiuse nella regione chiamata Goup (corpo) saranno consumate e soltanto allora le nuove anime arriveranno qui in basso. In questa epoca i decaduti saranno sterminati da questo mondo e si compirà la Tradizione, secondo la quale Mosé ed Israele troveranno finalmente la sposa che è stata loro assegnata dal giorno stesso della creazione.

 


 

(1) La parola \ncb (carne) ha un valore numerico uguale alla parola Mosé. Così lo Zohar traduce rcb awh \ncb Mosé è carne. [Torna al Testo]