| Il tuo browser non supporta il tag embed per questo motivo non senti alcuna musica Mishnayot 183-186
183 Mishnah – Lezioni sulla Dottrina dell’Anima –
E per quale ragione diciamo «Per tutto ciò che Egli ha creato, ecc., benedetto sia il Vivente dei Mondi» e non diciamo «Per tutto ciò che hai creato»? Perché benediciamo il Santo, benedetto sia, che ha sparso la sua Sapienza su questo Vivente dei Mondi, ed è questo che dà tutto.
184 Mishnah – Lezioni sulla Dottrina dell’Anima –
E per quale ragione diciamo: «... che ci ha santificati con i Suoi comandamenti e che ci ha ordinato ...» e non diciamo: «... che ci hai santificati con i Tuoi comandamenti e che ci ha ordinato ...»? Questo c'insegna che il Vivente dei Mondi contiene in se tutti i comandamenti. Nella sua misericordia per noi, ce li ha dati per santificarci con essi. Si possa noi esserne degni! E per quale ragione? Quando siamo degni in questo mondo, siamo destinati al mondo a venire che è grande. E nella sua mano sta il tesoro di tutte le anime. E quando Israele è buono, le anime superiori meritano di uscire e di venire in questo mondo. E se non è buono, non usciranno. È ciò che diciamo: il figlio di Davide [Messia] non verrà finché non saranno esaurite tutte le anime superiori che sono nel tronco. Che cosa significa «Tutte le anime che sono nel tronco»? Di' questo: Tutte le anime che si trovano nel tronco dell'uomo [l'Adam Kadmon]. Se le nuove anime superiori sono state degne di uscire, allora il figlio di Davide viene. È degno di nascere. Allora, la sua anima nuova esce in mezzo a tutte le altre. Parabola: Ciò si paragona ad un re che aveva un esercito. Mandò loro del pane e di quanto mangiare in quantità. Ora, questi erano noncuranti e non lo mangiarono né lo custodirono. Il pane si ammuffì e si guastò. Il re venne per ispezionare e per vedere se avevano di che cosa mangiare e se mangiassero ciò che aveva mandato loro. Trovò il loro pane ammuffito e scoprì che avevano vergogna di chiedere altro pane e di dire: Questo, non l'abbiamo custodito e ne chiediamo altro. Il re si adirò, prese questo pane ammuffito ed ordinò di farlo asciugare e di renderlo commestibile. E giurò: A questi uomini non darò altro pane finché non avranno mangiato tutto questo pane ammuffito. Ed egli lo rinviò loro. Che cosa fecero? Decisero di dividerlo tra essi. Lo divisero, e ciascuno di essi prese la sua parte. Il prudente mise la sua parte all'aria, la custodì e la mangiò buona. L'altro la prese e ne mangiò con avidità. Mangiò ciò che mangiò ed abbandonò il resto. Non lo custodì perché ne era disgustato. Il pane si deteriorò ammuffì e non potè più mangiarlo. Ed ebbe fame fino a morirne. Gli si chiese conto del suo corpo: «Perché ti sei ucciso da solo»? Non ti è stato sufficiente far ammuffire prima il pane? Quando vi è stato restituito era tornato commestibile, ed è stato lasciato andare a male. E tu hai lasciato andar a male la tua parte; eri troppo pigro per custodirla. E non soddisfatto, ti sei ucciso da solo. Rispose: Signore, che cosa avrei potuto fare? Gli rispose: L'avresti dovuto custodire. E se dici che non sapevi come fare; avresti dovuto guardare i tuoi compagni ed i tuoi vicini che dividevano il pane con te ed avresti dovuto vedere come facevano a custodirlo e provare come loro. E lo si interrogò ancora: Perché ti sei ucciso da solo? Non solo hai lasciato guastare il pane, ma peggio ancora, hai ucciso la materia del tuo corpo e hai abbreviato i tuoi giorni, o almeno ne sei stata la causa. Un figlio virtuoso avrebbe potuto nascere da te e forse avrebbe salvato te stesso dal tuo deperimento e altri dalla loro rovina. Per questo da ogni lato, si moltiplicheranno per te le sofferenze. Fu turbato e rispose: Che cosa potevo fare, visto che non avevo più pane? E di che cosa avrei potuto vivere? Gli fu detto: Se avessi lavorato e ti fossi affaticato sulla Torah, non risponderesti così stupidamente e con una tale insolenza. Secondo il tuo modo di rispondere, le tue parole mostrano che non hai lavorato e che non ti sei affaticato a studiare la Torah. Non è nella Torah che è scritto: «L'uomo non vive solamente di pane, ma che l'uomo vive di tutto ciò che esce dalla bocca di YHVH» (Deuteronomio 8, 3) Avresti dovuto cercare, approfondire, interrogare per sapere quale è la cosa che fa vivere l'uomo. E che significa «tutto ciò che esce dalla bacca di YHVH»? Di' questo: vive per la Torah, perché è lei che esce dalla bocca di YHVH. Di là si deduce che «L'ignorante non è mai pio». Se non è caritatevole (h'esed) verso di Lui, come sarebbe possibile chiamarlo pio (hasid)?
185 Mishnah – Lezioni sulla Dottrina dell’Anima –
E come si può pretendere di essere caritatevoli verso il proprio Creatore? Con lo studio della Torah, perché chiunque studi la Torah, colma di benefici il proprio Creatore, come è scritto: «Egli cavalca i cieli grazie al tuo aiuto» (Deuteronomio 33, 26). Dicendo ciò devi intendere: Studiando la Torah per se stessa, mi aiutate, ed Io «Cavalco i cieli». Ed allora Egli [cavalca] «Sulle nubi nella sua maestà» (Deuteronomio 33, 26). E che significa «Nubi»? Di' questo: «Nelle camere delle camere», ciò che il Targoum traduce con «E la sua Parola nei cieli dei cieli». Per questo: «L'uomo non vive si solo pane, ma di tutto ciò che esce dalla bocca di YHVH»(Deuteronomio 8, 3). È la Torah che è uscita dalla bocca di YHVH. È per lei che l'uomo vive. E l'insensato risponde con insolenza. Abbandona l'insolenza e non rispondere come ha fatto! Per questo è punito. E quale è la sua punizione? L'ho già spiegato.
186 Mishnah – Lezioni sulla Dottrina dell’Anima –
Che significa ciò che è scritto: «Il saggio risponde con la Scienza dello spirito?» (Giobbe 15, 2). Che cosa è dunque questa Scienza dello spirito? É una Scienza che è vicino allo spirito, così come è scritto: «E su lui si poserà lo spirito di YHVH, spirito di Sapienza e di Intelligenza» (Isaia 11, 2). Prima Sapienza (H'ocmâ), poi Intelligenza (Binâ). E nell'intelligenza: Consiglio, Forza, Scienza e Timore di YHVH. Ma ci hai detto: il Consiglio, è l'atto di Carità; l'Intelligenza, è il midah (misura) della Giustizia (Din); la Scienza, è la Verità ('emet). Invero, è con la Scienza che l'uomo distingue la Verità ed il timore di YHVH è il tesoro della Torah. É quello che ho detto: in realtà, ma tutto ciò è in alto. Come dice rabbi 'Aqiba: Tutto quanto il Santo, benedetto sia, ha creato, l'ha creato uno di fronte all'altro, così come è scritto: «Dio ha fatto corrispondere uno all'altro» (Qohelet 7, 14). E che significa il tesoro della Torah? Quanto è scritto: «Il timore di YHVH, è il Suo tesoro!» (Isaia 33, 6). Per questo l'uomo ha il dovere di temere prima i cieli e poi studiare la Torah. Parabola: Questo si paragona ad un uomo che venne per acquistare del miele di datteri ma non portò alcun vaso per contenerlo. Disse: Lo metterò nel mio seno. Lo mise nel suo seno. Il peso era molto. Ebbe paura che i suoi vestiti si strappassero e si sciupassero allora egli lo gettò durante strada. Fu punito due volte: una volta perché aveva sciupato il cibo, una volta perché aveva perso il suo denaro.
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