Come Rashi lascia intendere nel suo commento su b. Qidushin 70a che abbiamo appena citato, l’angelo Eliahu discese nel mondo solo in un momento molto avanzato della storia di Israele, specificamente durante il regno di Achab, nella persona del profeta Elia (Eliahu). Se prestiamo fede ad alcuni racconti agadici di cui diremo ancora qualcosa più tardi, l’angelo Eliahu era già presente presso Dio al momento della creazione dell’uomo e, durante la storia del popolo eletto, la virtù ardente per la causa divina di quest’angelo aveva già infiammato ed abitato il sacerdote Phinekhas, il nipote di Aronne, nella traversata del deserto durante l’esodo dall’Egitto. Questo fatto ha indotto i maestri del Talmud ad affermare, a dispetto di ogni cronologia stabilita, che “Phinekhas è Elia stesso”. Quest’angelo è posseduto da una virtù impietosa che ha ben poca compiacenza per le velleità umane. È questa stessa virtù che fece di Elia “un profeta rassomigliante al fuoco”, secondo l’espressione del Siracide. (48,1). L’agada rileva che Dio aveva affidato la custodia del suo popolo a questo profeta impietoso, ma Egli si sforzò di temperare l’ardore eccessivo di questo zelo che rischiava di distruggere tutto. I rimproveri che Dio fece ad Elia furono mossi al momento dell’epifania divina che ebbe luogo davanti alla caverna di Horeb (I Re 19,8). Elia proclamò in qualche modo la fine dell’alleanza di Abramo ma Dio lo obbligò a rinnovare la sua fiducia nella fedeltà del popolo, come pegno dell’obbedienza del profeta, gli impose l’umiliante compito di restare presente nel mondo, di assistere d’ora innanzi al rito di circoncisione degli Israeliti e di farne ogni volta rapporto al cielo. Il raggruppamento di questi temi non appare che assai tardivamente nella letteratura agadica, precisamente nel ventinovesimo capitolo dei Pirqéy Rabbi Eliezer(29), che fu redatto probabilmente nel nono secolo e forma un prezioso anello di congiunzione tra la midrash classica e la qabalah medievale: “Elia (Eliahu) si levò, mangiò e bevve (I Re 19,8). Il Santo, benedetto Egli sia, gli si rivelò e gli disse (Ire 19,9): Che ti accade qui,Elia?Egli rispose: ho arso di uno zelo furente! ll Santo, benedetto Egli sia, gli disse: Tu ti infiammi sempre di zelo furente! Ti sei infiammato di zelo furente a Shitim a causa delle trasgressioni sessuali; poichè è detto (Nb 25,11): Phinekhas figlio di Eleazaro, figlio di Aronne, il gran sacerdote, ha sviato il mio furore dai figli di Israele, perché egli ha arso di zelo appassionato per Me in mezzo ad essi. Qui stesso (nella caverna di Horeb,tu bruci di zelo appassionato! Per la tua vita! Che gli Israeliti compiano il rito dell’alleanza della circoncisione solo quando tu ne sei testimone oculare!Per questa ragione i saggi hanno istituito l’uso di preparare un pulpito a gloria dell’angelo dell’alleanza; poiché è detto (Mal 3,1): Ecco che viene l’angelo dell’alleanza che voi desiderate. Che il Dio di Israele acceleri tutto questo e che Il Messia giunga durante la nostra vita, per consolarci e rinnovare il nostro cuore; poiché è scritto (Mal 3,24): Egli ricondurrà il cuore dei padri verso i figli e il cuore dei figli verso i padri, per paura che io non venga e non riempia la terra di maledizioni". Così sino ai giorni nostri, in memoria di questo patto con Elia, per il compimento del rito della circoncisione, si prepara un pulpito per Elia e obbligatoriamente si dice a voce forte: “È il trono del profeta Elia, che sia benedetta la sua memoria”. In seguito, mentre il bambino è introdotto nella sinagoga o nella sala preparata per il rito, tutti i presenti si alzano in piedi per dire: “Sia benedetto colui che arriva!". Secondo la maggior parte dei commentatori, questo saluto è rivolto al bambino, ma le lettere dell’espressione ha-ba (“colui che viene”) si prestano anche ad un’interpretazione secondo il metodo del notariqon: hineh ba Eliahu (“Ecco che arriva Elia”). Ci si reca quindi al trono di Elia, che comprende due posti, di cui quello a destra è riservato ad Elia e quello a sinistra al “padrino” (sandeq). Il “circoncisore” pone per un momento il bambino sul pulpito di Elia e in seguito sulle ginocchia del padrino dove lo circoncide. Quindi il padre del bambino recita la benedizione: “Tu ci hai santificato mediante i tuoi comandamenti e tu ci hai ordinato di introdurre i nostri figli nell’alleanza di Abramo nostro padre!". Il circoncisore, a sua volta, prima recita una benedizione su una coppa di vino e in seguito un’altra benedizione come azione di grazia e a questo punto viene annunciato il nome del figlio. Solitamente, il pulpito di Elia rimane allestito per tre giorni. Alcuni dicono che ciò accade per permettere ad Elia, “il viaggiatore”, di riposarsi un poco. In questo rito si trovano associati tre elementi: la circoncisione abramica, il dono del nome ebraico e la testimonianza, o più esattamente l’adozione filiale effettuata dall’angelo dell’alleanza. È affatto rimarchevole l’insistenza con la quale la qabalah in generale e lo Zohar in particolare valorizzano questa adozione per mezzo di Elia: “Rabbi Aba dice: Nel momento in cui un uomo offre suo figlio per introdurlo in questa alleanza, il Santo, benedetto Egli sia, convoca i suoi familiari e dice loro: Guardate il bambino che io ho fatto per lui (vale a dire per Elia) nel mondo. Subito arriva Elia, sorvola il mondo con quattro giri e giunge in basso. Perciò noi abbiamo appreso da antica tradizione che si deve preparare un trono apposito in suo onore e proclamare: Ecco il trono di Elia!Se questo no viene fatto, egli non resta. In seguito (dopo la circoncisione) egli si alza e ne porta testimonianza davanti al Santo, benedetto Egli sia. Vieni e guarda!Prime è scritto: (I Re 19,10) Io ho arso di zelo appassionato per YHWH, Dio degli eserciti, perché i figli di Israele hanno abbandonato la tua alleanza. Dio gli dice: Per la tua vita! Tu ti presenterai in ogni luogo in cui i miei figli incidono questo segno di alleanza nella loro carne, in modo che la bocca che ha testimoniato che gli Israeliti hanno abbandonato questa alleanza testimonierà che la compiono. In effetti, un’antica tradizione insegna: Perché Elia fu punito davanti al Santo, benedetto Egli sia? Perché egli riferiva contro i suoi figli!". Riguardo la funzione di Elia come angelo dell’alleanza, lo Zohar ci offre anche altri insegnamenti preziosi: “Che significa il versetto della Scrittura (I Re 19,13-14): Appena Elia l’ebbe inteso, si coprì il volto col suo mantello ed andò a collocarsi all’ingresso della caverna ed una voce gli disse: Che accade qui per te, Elia? Egli rispose: ho bruciato di uno zelo appassionato per Te. Il Santo, benedetto Egli sia, gli disse: Sino a quando tu brucerai di uno zelo appassionato per Me? Tu hai chiuso la porta per sempre in maniera che la morte non può dominarti. Ma il mondo non può sopportarti, neppure i miei figli! Elia gli rispose (I Re 19,14): È perché i figli di Israele hanno abbandonato la tua alleanza, rovesciato i tuoi altari e ucciso i tuoi profeti con la spada; io solo sono rimasto ed essi cercano pure di togliermi la vita. Dio gli dice: per la tua vita!tu sarai inviato in ogni luogo in cui i miei figli compiranno il patto dell’alleanza sacra. Vieni e guarda!Quale fu la causa di questo fatto di Elia? È perché è scritto (I Re 19,18): Ma quanto a Me, ne risparmierò settemila in Israele: questi sono coloro il cui ginocchio non si è piegato davanti a Baal, e la cui bocca non gli ha reso omaggio. Il Santo, benedetto Egli sia, ha preso una decisione dicendo: D’ora innanzi, dato che il mondo non può sopportarti, allo stesso modo che i miei figli, tu ungerai come profeta per succederti Eliseo, figlio di Shaphat, di Abel - Meholah. Sarà dunque un altro profeta a trovarsi presso i miei figli e quanto a te, ti eleverai verso il tuo luogo. Vieni e guarda! chiunque bruci dell’ardore del suo zelo appassionato per la causa di Dio, non può essere dominato come gli altri figli della donna dall’angelo della morte. Inoltre, si consolida in lui la pace. I nostri maestri l’hanno provato a partire da ciò che è detto a proposito di Phinekhas (Nb 25,12): io gli accordo la mia alleanza di pace". Da queste citazioni dobbiamo trarre tre conclusioni d’ordine differente. In primo luogo, che Elia si è elevato nel suo luogo nel mondo sottile su un carro di fuoco donde egli ritorna per essere il testimone della fedeltà degli Israeliti all’alleanza abramica; egli effettuerà l’adozione psichica di ogni circonciso e ne porterà l’attestazione al cielo ma anche, come noi sappiamo dalla storia della qabalah, ritorna per portare un insegnamento o un responso dottrinale nei casi difficili. In secondo luogo, che la sua funzione profetica terrestre è passata ad Eliseo mediante unzione prima della sua partenza sul carro di fuoco, e una catena di trasmissione profetica continua la linea di Eliseo. Infine, che chiunque imiti il suo zelo appassionato per la causa divina perverrà a dominare la morte e avrà accesso ad un "‘alleanza di pace” sull’esempio del prete Phinekhas dal quale sarebbe derivato un sacerdozio perpetuo. |