LO SPETTRO DELLA COSCIENZA | ||
La diversa ricezione dei messaggi divini o angelici può dipendere dalla tecnica utilizzata. A cambiare non è infatti solo la fonte del messaggio, né il messaggio in sé, ma anche la preparazione di colui che lo riceve. Un praticante più evoluto spiritualmente può sperimentare l’incontro con i mondi angelici o divini da sveglio, una persona meno preparata riuscirà a farlo solo in sogno. Questa insistenza sulla necessaria preparazione del mistico dimostra che secondo il cabalista la tecnica è un fattore determinante, e in effetti, dal punto di vista del messaggio in sé, non c’è alcuna differenza significativa fra veglia e sogno. Per i cabalisti i sogni veridici possono avere le origini più diverse, e i loro contenuti vengono solo in minima parte influenzati da emozioni intime o da preoccupazioni individuali; il messaggio trasmesso in sogno può assumere una veste o un’altra, essere chiaro o oscuro, ma, a differenza di quanto si sostiene in alcune concezioni moderne, viene trasmesso in un agente transpersonale. Il messaggio può assumere forme oscure se scende su un individuo meno preparato, o più trasparenti se chi lo riceve è un mistico esperto, ma ritengo che entrambi ammetterebbero che la sua sostanza è identica, sotto forme mutevoli, in fondo, come quelle di Elia, che può essere visto come divino, angelico e spirituale, o vestito di elementi materiali. Come il celeste messaggero gnostico, che deve indossare una veste per discendere, anche il messaggio può diventare più opaco se trasmesso in sogno. La comunità degli uomini può essere descritta come una sfera magica che riflette l’immagine esterna in modi differenti, secondo l’angolo e la natura degli individui che formano il caleidoscopio della coscienza collettiva. Per alcuni cabalisti, tuttavia, l’immagine è una sola. Di fatto, durante una rivelazione in stato di veglia, il particolare stato del corpo e l’intensità della concentrazione riducono in qualche modo la distanza fra i due stati di coscienza, e in molti casi il cabalista descrive le sue rivelazioni da sveglio come simili a quelle ricevute in sogno. Così, per esempio, leggiamo in R. Shem Tov ibn Ga’on: “Egli deve concentrare la sua mente fino a che odierà questo mondo e desidererà il mondo a venire. E non deve sorprendersi che essi [i Saggi] abbiano detto che una persona impegnata nei segreti del Carro non deve alzarsi di fronte a un uomo importante o a un anziano ... E vedrà che non c’è fine al suo intelletto, e si addentrerà profondamente nei segreti del Carro e nelle strutture della Creazione, al punto in cui la bocca è incapace di parlare e l’orecchio è incapace di udire. Allora vedrà visioni di Dio, come un uomo che sogna e i cui occhi sono chiusi, come è scritto: “Io dormo ma il mio cuore veglia. La voce del mio Diletto bussa” (Cantico V,2). E quando apre i suoi occhi, e ancor più se un’altra persona gli parla, egli sceglierà la morte rispetto alla vita, poiché gli parrà di essere morto, dal momento che ha dimenticato ciò che ha visto. Allora guarderà nella sua mente come si guarda in un libro nel quale sono scritti questi grandi prodigi”. | ||
- Tecniche Oniriche nella Qabalah - - Le Tecniche Oniriche - La Qabalah Estatica - Il Sepher ha-Meshiv - L'Oblio, inizio di una nuova rivelazione - Lo Spettro della Coscienza -
| ||