Del Segreto

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Abbiamo dei segreti; sono dei segni rappresentativi e delle parole sacre che costituiscono ora un linguaggio muto, ora un linguaggio molto eloquente, per poter comunicare alla più grande distanza e per riconoscere i nostri Confratelli di qualsiasi lingua o paese essi siano. Secondo le apparenze, sarebbero parole di guerra che i Crociati si scambiavano, l'un l'altro, per proteggersi dalle imboscate dei Saraceni, che spesso travestiti, si infiltravano tra di loro per prenderli a tradimento ed assassinarli. Questi segni e queste parole evocano il ricordo o di qualche frammento della nostra scienza o di qualche virtù morale, o di qualche mistero della fede. È giunto fino a noi, qualcosa che nessun altra società ha ricevuto. Le nostre Logge sono stabilite e si diffondono oggi in tutte le nazioni civili, e tuttavia, nonostante una così numerosa moltitudine di uomini, mai nessun Confratello ha tradito il nostro segreto. Gli spiriti più leggeri, i più indiscreti e meno propensi a tacere, apprendono questo grande insegnamento non appena entrano nella nostra società. Tanto, l'idea dell'unione fraterna, ha impero sugli spiriti. Questo segreto inviolabile contribuisce potentemente a legare i sudditi di tutte le Nazioni, e a produrre la diffusione dei benefici senza difficoltà e biunivoci tra essi. Ne abbiamo parecchi esempi negli annali del nostro Ordine, nostri Confratelli che viaggiavano nei differenti paesi dell'Europa, trovatisi nel bisogno, si sono fatti riconoscere alle Logge, e subito sono stati colmati di tutti i soccorsi necessari. Nel tempo stesso delle guerre più sanguinose, illustri prigionieri hanno trovato Fratelli là dove pensavano trovare soltanto dei nemici. Se qualcuno mancasse alle promesse solenni che ci legano, sappiate, Signori, che le più grandi pene saranno i rimorsi della sua coscienza, la vergogna della sua perfidia, e l'esclusione dalla nostra Società, secondo queste belle parole di Orazio:

 

Est et fideli tuta silentio

Merces; vetabo qui Cereris sacrum

Vulgarit arcanae, sub isdem

Sit tragibus, fragilemque mecum

Solvat phaselum;...

 

É proprio così, Signori, le famose feste di Cerere a Eleusi di cui parla tanto bene Orazio, come quelle di Iside in Egitto, di Minerva ad Atene, di Urania presso i Fenici e di Diana in Scizia, avevano qualche rapporto con le nostre solennità. Vi si celebravano i misteri nei quali si ritrovano numerose vestigia dell'antica religione di Noè e dei patriarchi; e al termine si concludevano con dei pasti e libagioni, ma, senza gli eccessi, le dissolutezze e le intemperanze in cui caddero poco a poco i Pagani. La sorgente di tutte le scelleratezze fu l'ammissione di persone di entrambi i sessi alle assemblee notturne, in disaccordo alla primitiva istituzione. Per prevenire simili illegalità le donne sono escluse dal nostro Ordine. Non già perché siamo gratuiti nel considerare la donna incapace di mantenere il segreto, ma perché la sua presenza potrebbe alterare [in]sensibilmente la purezza delle nostre massime e dei nostri costumi:

 

Se la donna è allontanata, che non abbia crucci,

Non è un oltraggio alla sua fedeltà;

Ma temiamo che l'amore, entrando con i suoi fascini,

Concepisca l'oblio della fraternità.

Titoli come fratello e amico sarebbero deboli difese

per proteggere i cuori dalla rivalità.

 

 

Il gusto delle scienze e delle arti liberali

La quarta qualità richiesta per entrare nel nostro Ordine è il gusto delle scienze utili, e delle arti liberali di ogni specie; così l'Ordine esige da ciascuno di voi, che contribuiate con la vostra protezione, con la vostra liberalità o con il vostro lavoro, ad una vasta Opera alla quale nessuna Accademia, e nessuna Università possono essere sufficienti, giacché essendo ogni singola Società composta da un esiguo numero di soggetti, il loro lavoro non può abbracciare un oggetto tanto immenso.

Tutti i Grandi Maestri in Germania, in Inghilterra in Italia e in tutta l'Europa, esortano gli scienziati e gli Artisti della Confraternita, ad unirsi per scambiarsi i materiali per un Dizionario universale di tutte le Arti Liberali e di tutte le scienze utili, uniche eccezioni la Teologia e la Politica. Si è già, a Londra, iniziato il lavoro; ma, con la riunione dei nostri Confratelli, si potrà portarla a perfezione in pochi anni. Vi si spiegheranno non solo la parola tecnica e la sua etimologia, ma vi si darà anche la storia della scienza e dell'Arte, i loro grandi principi ed il modo di lavorarvi. In questa maniera si riuniranno gli ingegni di tutte le nazioni in un solo lavoro che sarà come un emporio, ed una Biblioteca universale di tutto ciò che c'è di bello, di grande, di luminoso, di stabile e di utile in tutte le scienze naturali ed in tutte le arti nobili. Questo lavoro aumenterà di secolo in secolo, secondo la crescita dei lumi; sarà così che si diffonderà in tutta Europa un nobile desiderio di uguagliare, insieme al gusto delle Belle lettere e delle belle Arti.

 

 

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Delle Qualità Il Segreto La Leggenda Conclusioni