Lettera Prima Signore e Fratello, Io posso darvi questo titolo, perché voi cercate la verità nella sincerità del vostro cuore, e per trovarla siete pronto a fare sacrifici. La verità, essendo l'essenza stessa di quello che è, non è difficile a trovarsi: essa è in noi e noi siamo in lei. Essa è come la luce, e i ciechi non la vedono. L'Essere è. Questo è incontestabile ed assoluto. L'idea esatta dell'Essere è verità; la conoscenza di esso è scienza; la sua espressione ideale è la ragione; la sua attività è la creazione e la giustizia. Voi vorreste credere, dite. Per questo, basta saper amare la verità. Perché la vera fede è l'adesione incrollabile dello spirito alle necessarie deduzioni della scienza nell'infinito congetturale. Soltanto le scienze occulte danno la certezza, perché esse hanno come base la realtà e non le fantasticherie. Esse fanno distinguere in ogni simbolo religioso la realtà dalla menzogna. La verità è la stessa dovunque, e la menzogna varia secondo i luoghi, i tempi e le persone. Queste scienze sono in numero di tre: la Qabalah, la Magia e l'Ermetismo. La Qabalah, o scienza tradizionale degli Ebrei, potrebbe essere definita il sistema matematico del pensiero umano. È l'algebra della fede. Essa risolve tutti i problemi dell'anima come delle equazioni, chiarendo le incognite. Essa da alle idee la pulizia e la rigorosa esattezza dei numeri; i suoi risultati sono per lo spirito l'infallibilità (relativa, tuttavia, alla sfera delle conoscenze umane) e la pace profonda per il cuore. La Magia, o scienza dei magi, ha avuto come rappresentanti, nell'antichità i discepoli e forse i maestri di Zoroastro. E la conoscenza delle leggi segrete e particolari della natura che producono le forze nascoste, le attrazioni, sia naturali che artificiali, che possono esistere anche al di fuori del mondo metallico. In una parola, e per usare un'espressione moderna, è la scienza del magnetismo universale. L'Ermetismo è la scienza della natura celata nei geroglifici e nei simboli del mondo antico. È la ricerca del principio vitale, con il sogno (per coloro che non sono ancora arrivati) del compimento della Grande Opera, la riproduzione, da parte dell'uomo, del fuoco naturale e divino che crea e rigenera gli esseri. Ecco, Signore, le cose che voi desiderate studiare. La sfera di esse è immensa, ma i loro principi sono così semplici da essere rappresentati e contenuti nei segni dei numeri e delle lettere dell'alfabeto. "È una fatica di Ercole che assomiglia ad un gioco da bambini" dicono i maestri della santa scienza. Le disposizioni per riuscire in questo studio sono una grande rettitudine di giudizio e una grande libertà di spirito. È necessario liberarsi da ogni pregiudizio e da ogni idea preconcetta, ed è per questo che il Cristo ha detto: "Se non vi presenterete con la semplicità del fanciullo, non entrerete nel Malcouth, cioè nel regno della scienza. Noi cominceremo con la Qabalah, della quale ecco esposta la suddivisione: Berechith, gimatreya e Lemurah. Tutto vostro nella santa scienza Eliphas Levi
Lettera Seconda
Signore e Fratello, Quello che ci si deve proporre studiando la Qabalah, è di arrivare alla pace profonda con la tranquillità dello spirito e la pace del cuore. La tranquillità dello spirito è un effetto della certezza; la pace del cuore deriva dalla pazienza e dalla fede. Senza la fede, la scienza conduce al dubbio; senza la scienza, la fede porta alla superstizione. Tutt'e due riunite danno la certezza, e per riunirle non bisogna mai confonderle. L'oggetto della fede è l'ipotesi, e diventa una certezza quando l'ipotesi è necessitata dall'evidenza o dalle dimostrazioni della scienza. La scienza constata dei fatti. Dalla ripetizione dei fatti, essa congettura le leggi. La maggioranza dei fatti in presenza di quella o quell'altra forza dimostra Resistenza delle leggi. Le leggi intelligenti sono necessariamente volute e dirette dall'intelligenza. L'unità nelle leggi fa supporre l'unità dell'intelligenza legislativa. Questa intelligenza che noi siamo costretti a supporre secondo le opere manifeste, ma che ci è impossibile definire, è quella che noi chiamiamo Dio! Voi ricevete la mia lettera, ed ecco un fatto evidente: riconoscete la mia scrittura e i miei pensieri, e ne concludete che sono certamente io che ve l'ho scritta. È una ipotesi ragionevole, ma l'ipotesi necessaria è che qualcuno ha scritto questa lettera. Essa potrebbe essere contraffatta, ma voi non avete alcuna ragione per supporlo. Se lo supponete gratuitamente, formulate una ipotesi molto incerta. Se pretendete che la lettera scritta sia caduta dal cielo, formulate una ipotesi assurda. Eccovi dunque, secondo il metodo cabalistico, come si forma la certezza:
Evidenza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . certezza Dimostrazione scientifica . . . . . . . . . . certezza Ipotesi necessaria . . . . . . . . . . . . . . . certezza Ipotesi ragionevole . . . . . . . . . . . . . . probabilità Ipotesi incerta . . . . . . . . . . . . . . . . . . dubbio Ipotesi assurda . . . . . . . . . . . . . . . . . errore
Non allontanandosi da questo metodo, lo spirito acquisisce una vera infallibilità, poiché afferma quello che sa, crede quello che deve necessariamente supporre, ammette le supposizioni ragionevoli, esamina le supposizioni dubbie e respinge le supposizioni assurde. Tutta la Qabalah è contenuta in quelle che i maestri chiamano le trentadue vie e le cinquanta porte. Le trentadue vie sono trentadue idee assolute e reali, legate ai segni dei dieci numeri dell'aritmetica e alle ventidue lettere dell'alfabeto ebraico. Eccovi queste idee:
NUMERI 1 - Potenza suprema 2 - Saggezza assoluta 3 - Intelligenza infinita 4 - Bontà 5 - Giustizia o rigore 6 - Bellezza 7 - Vittoria 8 - Eternità 9 - Fecondità 10 - Realtà
LETTERE Aleph - Padre Beth - Madre Ghimel - Natura Daleth - Autorità Hé - Religione Waw - Libertà Tzain - Proprietà Cheth - Ripartizione Theth - Prudenza Yud - Ordine Caph - Forza Lamed - Sacrificio Mêm - Morte Nun - Reversibilità Samech - Essere Universale Gnain - Equilibrio Phé - Immortalità Tsade - Ombra e riflesso Kaph - Luce Resch - Riconoscenza Shin - Potenza totale Thav - Sintesi Tutto vostro nella santa scienza Eliphas Levi
Lettera Terza
Signore e Fratello, Nella lezione precedente, ho parlato soltanto delle trentadue vie; più tardi indicherò le cinquanta porte. Le idee espresse per mezzo dei numeri e delle lettere sono realtà incontestabili. Queste idee si collegano e concordano come i numeri medesimi. Si procede logicamente dall'uno all'altro. L'uomo è figlio della donna, ma la donna esce dall'uomo come il numero dall'unità. La donna chiarisce la natura, la natura rivela l'autorità, crea la religione che serve di base alla libertà e che rende l'uomo maestro di se stesso e dell'universo, eccetera. Procuratevi un mazzo di tarocchi (ma credo che ne abbiate uno) e disponetelo in due serie di dieci carte allegoriche numerate da uno a ventuno. Vedrete tutte le figure che chiariscono le lettere. Quanto ai numeri da uno a dieci, vi troverete la spiegazione, ripetuta quattro volte, con i simboli del bastone, o scettro del padre, la coppa delle delizie della madre, la spada, o le lotte dell'amore, e i denari, o fecondità. I Tarocchi sono nel libro geroglifico delle trentadue vie, e la loro spiegazione sommaria si trova nel libro attribuito al patriarca Abramo che si chiama Sepher Yetzirah. Il sapiente Court de Gebelin per primo intuì l'importanza dei Tarocchi che sono la grande chiave dei geroglifici ieratici. Se ne ritrovano i simboli e i numeri nelle profezie di Ezechiele e di San Giovanni. La Bibbia è un libro ispirato, ma i Tarocchi sono il libro ispiratore. Si è anche chiamata rota la ruota, da cui tarot e Torha. Gli antichi Rosa+Croce li conoscevano, e il marchese di Suchet ne parla nel suo libro sugli illuminati. È da questo libro che sono derivati i nostri mazzi di carte. Le carte spagnole portano ancora i principali segni dei tarocchi primitivi, e ci si serve di essi per giocare al gioco del Phombre, cioè dell'uomo, reminiscenza vaga dell'uso primitivo di un libro misterioso contenente le tappe regolatrici di tutte le divinità umane. Gli antichissimi tarocchi erano delle medaglie delle quali, in seguito, si sono fatti dei talismani. Le clavicole, o piccole chiavi di Salomone, consistono in trentasei talismani che recano sessantadue sigilli analoghi alle figure geroglifiche dei tarocchi. Queste figure, alterate dai copisti, si ritrovano ancora nelle antiche clavicole manoscritte che si trovano nelle biblioteche. Esiste uno di questi manoscritti nella Biblioteca Nazionale e un altro nella Biblioteca dell'Arsenale. I soli manoscritti autentici delle clavicole sono quelli che contengono la serie dei trentasei talismani con i trentasei nomi misteriosi; gli altri, per quanto antichi siano, appartengono alla fantasia della magia nera e non contengono che mistificazioni. Vedete, per la spiegazione dei Tarocchi, il mio "Dogma e rituale dell'alta magia.". Tutto vostro nella santa scienza Eliphas Levi |