La Formula Morte e Resurrezione ▪ Morte: antitesi al Vero e Perfetto |
Morte come antitesi al Vero e Perfetto Quest’ultima annotazione è un’interessante relazione cabalistica che può inserirsi agevolmente a supporto dell’itinerario appena concluso. La leggenda ebraica del Golem racconta che a questa creatura, che recava la scritta AMTh (Verità) sulla fronte, era sufficiente cancellare la A iniziale per togliergli la vita. Infatti la radice MTh significa "morte"o "morto", che può scriversi anche MUTh o MIThA. La sostanza cambia poco, Mêm e Thaw (L’Appeso e L’Universo, XII e XXI) sono le lettere che compongono la radice terminologica per indicare la morte. Come detto, la semplice introduzione di una Aleph (che è elemento aria, il soffio di vita, il Matto che è 0) ad inizio di parola stravolge il significato, da Morte a Verità. Il concetto di Verità Assoluta - sempre difficile da trattare per un thelemita, che privilegia il relativismo all’assolutismo - è per noi coincidente con quello di Totalità, ciò di quanto più completo si possa immaginare. Una qualunque proposizione, enunciato, concetto o idea è tanto più Vera quanto più si approssima a contenere i due estremi opposti in sé. Oltre l’Abisso (cioè in quella illuminata condizione che trascende i dualismi necessari nel mondo fenomenico per reintegrarli in un’unica realtà noumenica), si dice, una cosa è VERA solo se e in quanto contiene in sé CONTRADDIZIONE, dunque se unisce i contrari al suo interno. É l’opposto di quanto insegnato in ogni logica filosofica, dove la contraddizione è il fondamento responsabile di ogni falsità o impossibilità. Qui i termini, tanto per cambiare, si rovesciano ancora, e Verità Assoluta può esistere solo in presenza di contraddizione, dove cioè è compreso tutto il ventaglio di sfumature possibili tra i due estremi opposti. É interessante notare che le lettere che compongono la parola Verità siano corrispondenti agli Arcani maggiori del Matto, dell’Appeso e dell’Universo (0 + XII + XXI = 32, cioè i 22 sentieri, le 10 sfere dell’Albero della VITA, e il Principio da cui tutti questi derivano, quindi il TUTTO nel suo sviluppo da zero in poi, fino al culmine dello slancio creativo). Il concetto di Verità = Totalità si connette immediatamente a quello di "Perfetto", che in un certo senso ne è sinonimo. "Perfetto" per definizione è "quel tutto che non è parte di alcun tutto maggiore" (Perfectissimus), quindi anche il concetto di Perfezione rientra in quello di Totalità ed è sinonimo di Verità. In ebraico "perfetto" si dice ThM, cioè il contrario esatto di "morte" (MTh). Notiamo quindi come la morte si trovi più a subire una privazione che non a imporla (nasce dalla sottrazione di una Aleph), è diminuzione di una perfezione, lacuna in una totalità. É la conferma che la morte non è presenza ma assenza, mancanza, e sorge solo per deflessione di un potere maggiore, che ne è pertanto il creatore, ma al negativo. Verità (AMTh), inoltre, viene fatta corrispondere a "Uomo" (ADM) secondo il metodo AIQ BKR, un tipo di temurah. (AMTh, 1 + 40 + 400 è come dire ADM, 1 + 4 + 40). Si è creata un’identità tra due termini (Verità e Perfezione, AMTh e ThM) a loro volta stretti in una relazione di corrispondenza con il concetto di Uomo (ADM), che sembra essere il ricettacolo o la sintesi di una Totalità, il risultato o culmine del processo vitale, il punto mediano tra i due Assoluti. L’Uomo è quindi connesso alla Verità e alla Perfezione e come sintesi di contrari è sede della Verità e della Perfezione. Questi, tutti insieme, si contrappongono al concetto di Morte, che a questo punto si riduce allo stadio di imperfezione, vuoto, depressione, passività, incapace di una realtà positiva che si affermi sulla vita ma anzi, come detto, generata solo per riduzione o sottrazione della Vita stessa. Questa, simboleggiata efficacemente dall’Aleph (aria, elemento attivo) che si aggiunge a MTh (acqua e terra, elementi passivi) o a DM (sangue) nella parola ADM, sovrasta la morte che viene ancor più delegittimata, fino a perdere quel velo oscuro che la accompagna da sempre. La morte in quanto opposta al Vero e al Perfetto, in un certo senso da non prender tanto alla lettera, non esiste affatto per l’uomo, cioè non appartiene alla vita se non come suo espediente per giustificare il cambiamento, l’escamotage per passare da uno stadio ad un altro, proseguendo il suo cammino. Ridotta ad elemento passivo il cui contenuto è reso tangibile solo dall’incalzare stesso della vita, che la usa per evolvere e lanciare se stessa oltre se stessa e per scandire l’arrivo ad ogni nuova tappa, la morte è compresa ora o come Falsità e illusione, in quanto contrapposta alla Verità, o come Imperfezione, vuoto, lacuna, in quanto contraria al Perfetto. Il legame tra questi due concetti (Vero e Perfetto = Totalità) e quello di Uomo che è sintesi del Tutto, uccidono definitivamente la Morte nella sua vecchia concezione. Per sancire la nostra analisi in termini paradossali, così adatti alla situazione, diciamo: è la Morte della morte. Si è mostrato a sufficienza che nel nuovo eone, pertanto, la Formula Morte - Resurrezione subisce un’inversione mediante Sintesi, che in verità è un esempio del destino che Horus riserva ad ogni opposizione o dualismo, poiché nell’idea del Figlio sono implicati i concetti di Sintesi e Identità, Continuità e Vitalità. L’uomo concilia Verità e Perfezione in una sintesi di Finito e Infinito, Positivo e Negativo, e la sua immagine adeguata è il Matto dei Tarocchi (Aleph), il modello di Libertà a cui sempre tendere, che si completa con L’Universo (Thau) che ne rappresenta lo sviluppo ultimato, il compimento della sua possibilità. Aleph e Thau sono la prima e l’ultima lettera dell’alfabeto ebraico (ancora l’unione di due opposti) e insieme danno la parola Ath, "essenza", a suggerire che il senso interno o essenziale di ogni cosa è l’unione degli estremi, la sintesi. Ma Ath vale quanto ARR (401), "maledire", e ci insegna che l’Essenza (ATh) di ogni manifestazione è il dualismo, l’opposizione dei contrari, ma questa è anche la sua maledizione (ARR) [Vedi Liber B vel Magi]. Nello scorso eone invece L’Appeso (Mim) era l’emblema adatto ad esprimere quel tipo di iniziazione, una specie di Matto capovolto, quindi l’intervento della Aleph in MTh (morte) esprime la natura del cambiamento tra vecchio e nuovo eone, per portarci dalla nera dimensione di terrore della morte, alla radiosa e gioiosa comprensione della continuità della vita. |
Musica: "Como Deus fez vo d'agua" Cantigas de Santa Maria secolo XIII |