Francesco Crispi fu presidente del Consiglio in due diversi periodi. Una prima volta espletò l’incarico dal luglio 1887 al febbraio 1891, una seconda dal dicembre 1893 al marzo 1896. Nato ad Agrigento nel 1818, laureato in giurisprudenza, partecipò all’insurrezione siciliana del 1848, distinguendosi come leader del movimento repubblicano dell’isola. Per questo motivo conobbe l’esilio che dal Piemonte lo condusse successivamente a Malta, a Parigi e a Londra, dove ebbe modo di entrare in contatto con le idee mazziniane, che determinarono il suo passaggio dall’autonomismo all’unitarismo, al punto da farne uno dei cardini della sua politica. Fu sostenitore e organizzatore, in prima persona, della spedizione dei Mille (1860) e ispiratore diretto della dittatura garibaldina. Divenuto dopo l’unità uomo di punta dell’estrema sinistra, si convertì, con la pratica parlamentare, all’ideale monarchico, sempre inteso quale strumento funzionale all’unità. Pur essendo libero pensatore, si adoperò ripetutamente per risolvere la questione vaticana, salvo poi tornare, una volta fallito lo scopo, a un aspro anticlericalismo. Non fu certo la sua vita politica un esempio di alta coerenza e per questo egli fu facile bersaglio della satira, che non mancò di far rilevare quanto di contrastante per idee e atteggiamenti fosse in lui. Robespierre, Marat, Cromwell, Garibaldi, Cavour, tutti contribuirono a costruirlo, ma l’elenco poteva anche continuare... La caricatura della pagina seguente venne pubblicata nel "Pasquino" e ripresa nel volume Caricature di Teja apparso a Torino nel 1900. "Pasquino", 20 giugno 1861.
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