L’Unità appena raggiunta lasciava ancora insoluti due grandi problemi: Roma e il Veneto. La questione romana implicava, oltre a interessi puramente territoriali, una presa di posizione ideologica da parte del nuovo Stato. Pur considerando che la vignetta comparve su un giornale satirico di ispirazione repubblicana e socialisteggiante, e che quindi in questa chiave va letta, è indubbio che essa testimonia sentimenti anticlericali largamente diffusi nell’opinione pubblica del tempo. Anche la corrente liberale moderata, al potere nel 1861, individuava infatti nella Chiesa e nel clero una delle colonne portanti dell’ancien régime. Il problema da risolvere era tuttavia complesso, dal punto di vista politico: occupare Roma significava, di fatto, abbattere il potere temporale del pontefice, rendendosi così interpreti delle istanze laiche e democratiche del Risorgimento e giungendo a un’aperta rottura con la Francia che si era fatta carico della tutela papale. D’altra parte la formula ‘libera Chiesa in libero Stato’ si dimostrò immediatamente inattuabile e i rapporti tra le due istituzioni peggiorarono, nonostante i reiterati tentativi in senso conciliatore di cui si fecero interpreti i successori di Cavour, Ricasoli e Rattazzi, nel decennio post-unitario. "Spirito Folletto", 20 giugno 1861.
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