Trentino, nato nel 1881, Acide De Gasperi fu l’indiscusso dominatore della scena politica italiana dalla Liberazione al 1954, anno della sua morte. Artefice di una politica europeistica e decisamente filoccidentale, seppe negli anni immediatamente successivi alla guerra mediare le numerose tensioni che si verificavano nel Paese grazie a una consumata perizia politica e alla capacità di sfruttare di volta in volta l’appoggio offertogli dalla piccola e grande borghesia italiana e dal Vaticano. Già prima di essere chiamato alla presidenza del Consiglio, De Gasperi aveva avuto esperienze politiche di prim’ordine: deputato al Parlamento di Vienna nel 1911, dopo l’annessione del Trentino all’Italia fu eletto, nel 1921, al Parlamento italiano nelle file dei popolari di don Sturzo. Costretto a ritirarsi dalla vita politica con l’affermarsi dei fascismo, ritornò in auge nel 1943 come uno dei fondatori della Democrazia cristiana. La sua figura di personaggio dalle esperienze disparate e dai modi tradizionali nel gestire la politica non poté non suscitare le reazioni, spesso decisamente polemiche, di quelle forze progressiste che chiedevano per il Paese un poderoso balzo in avanti nell’organizzazione democratica: da qui le frecciate satiriche, come questa, che ne ricordavano i trascorsi austro-ungarici e filomonarchici. "Merlo giallo", 9 luglio 1946
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