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Se si escludono le rappresaglie contro gli esponenti più in vista e più compromessi del fascismo e le reazioni immediate di spirito vendicativo, dopo la Liberazione non avvennero - contrariamente alla Francia - drastiche epurazioni di simpatizzanti del defunto regime.
In effetti, salvo il ristretto gruppo di convinti antifascisti, moltissimi, chi prima chi poi, si erano lasciati sedurre, per opportunismo o vane speranze, dalla retorica comiziante di Mussolini e coinvolgere nelle aspirazioni imperiali del dittatore.
Di conseguenza, le ripercussioni successive furono piuttosto blande e lasciarono lo spazio a politicanti e funzionari, abili trasformisti, per immediati e sorprendenti voltafaccia.
D’altro canto, personaggi che con una buona dose di ingenuità avevano creduto nel fascismo ebbero tutto il tempo per ricredersi, quasi per una tacita amnistia generale.
Naturalmente a questi non venivano risparmiate le frecciate satiriche, magari benevole quando, come in questo caso, l’adesione era stata dettata da motivi di candido e innocuo trionfalismo.


"Orlando", 4 giugno 1945