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Questa vignetta di Verdini sintetizza ironicamente uno dei problemi più gravi che gli Italiani si trovavano quotidianamente ad affrontare nel biennio successivo alla sconfitta.
Il Paese era ancora preda della guerra, tra Tedeschi e Alleati e tra partigiani e Tedeschi; l’inflazione aveva assunto ritmi spaventosi e il costo della vita era salito alle stelle; gli approvvigionamenti di cibo e di altri generi di prima necessità si facevano ogni giorno più drammatici.
Per regolamentare il razionamento dei viveri era stata introdotta un’apposita tessera annonaria, che stabiliva la quantità di provviste spettante periodicamente a ogni cittadino. Inoltre, i comuni e le aziende istituirono apposite mense collettive, in cui dietro il pagamento di una modica cifra si poteva provvedere al proprio sostentamento.
La tessera annonaria, simbolo istituzionale della crisi di quegli anni, rimase in qualche modo l’emblema di una delle pagine più dure della nostra storia recente.
Non solo per i cittadini, suggerisce col suo spirito grottesco il "Marc’Aurelio", ma anche per i poveri animali che si vedevano quantificati in piccoli tagliandini.


"Marc’Aurelio", 29 marzo 1944