Negli anni 1925 -1926 la carica di segretario dei partito fascista fu ricoperta da Roberto Farinacci, uno degli elementi più ignoranti e grossolani della gerarchia, proveniente dallo squadrismo, rozzamente anticlericale e antisemita. Contro il suo personaggio, che in qualche modo incarnava più dello stesso Mussolini gli aspetti deteriori del fascismo, si scatenò una campagna satirica massiccia (che, va ricordato, fu uno degli ultimi sussulti della stampa libera in Italia). Fascista della prima ora, agli inizi del 1922 aveva fondato il quotidiano "Cremona nuova", più tardi ribattezzato " regime fascista", che restò poi sempre lo strumento principale della sua iniziativa politica. In materia di competenza culturale alcune sue gaffes diventarono memorabili, tale era l'ingenua e pacchiana sicurezza con cui Farinacci le commetteva: una di esse, vera o presunta, ci è ricordata da questa scenetta di Argo, che mette in ridicolo l'ottusa avversione dei gerarchi fascisti per gli ‘stranierismi' d'importazione. “Becco Giallo", 12 aprile 1925
|