Sfruttando abilmente il convincimento dei vecchi leaders storici (come Giolitti, Salandra, De Nicola, Orlando) che l'unica vera alternativa alle difficoltà del trasformismo era un governo di partito, Mussolini riuscì a costituirsi, senza eccessivo sforzo, una base parlamentare per i due terzi a lui fedele: ciò gli permise di dar vita a un governo estremamente solido, che neppure fatti drammatici come il delitto Matteotti riusciranno a scalzare. In quest'occasione il "Becco Giallo" riesumò il tema di una vignetta ormai storica, quella di Giolitti che presiede un Consiglio dei ministri composto esclusivamente da sue controfigure, simbolo di un potere esercitato personalmente e senza alcun correttivo. In questo caso il ministro tuttofare è Mussolini, contro le cui mire dittatoriali il polemico giornale mette in guardia fin d'ora. Nonostante conservasse ancora le parvenze di un regime parlamentare, basato sulla collaborazione tra forze diverse, il sistema politico si avviava a grandi passi verso definitive soluzioni di forza che avrebbero visto Mussolini unico arbitro della situazione. Non passeranno infatti molti mesi che, nel discorso tenuto alla Camera il 3 gennaio 1925, Mussolini annuncerà la decisione di stroncare ogni forma di opposizione e di avocare al fascismo tutto il potere. "Il Becco Giallo", 19 aprile 1924
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