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Il 1911, pur con il carico di nodi politici, economici e sociali con cui si preannunciava, destò negli animi dei cittadini dell’Italietta giolittiana sopiti ardori risorgimentali.
Infatti cadeva il cinquantenario della creazione del regno e della brusca fine del potere temporale del papato. In tutto il Paese i festeggiamenti furono all’altezza dell’importanza dell’anniversario e tutti gli uomini politici rispolverarono gli accenti di una retorica laicista e statalista che mal si attagliava con i quotidiani compromessi con il potere della Chiesa.
Più autentica appare invece l’ispirazione delle commemorazioni da parte della stampa d’informazione, di cui è un documento estremamente saporoso questa vignetta di Galantara pubblicata sull’ "Asino", la più anticlericale delle testate italiane. Circondato da prelati che non sembrano ancora convinti dell’ineluttabilità della separazione tra Stato e Chiesa, il papa Pio X osserva gli scheletri dei patrioti dimenticati nelle carceri pontificie, rivendicando ironicamente il contributo fornito dal Vaticano alla propaganda anticlericale. Sotto sotto, sembra suggerire l’autore, sta però facendo il conto dei deputati di cui già dispone nel Parlamento del regno, segno tangibile che anche il proprio potere è ineluttabile.


"L’Asino", 22 gennaio 1911