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La nostra breve "Galleria degli onorevoli" fa una pausa con una caricatura di Sidney Sonnino, che dopo la caduta di Crispi era considerato il nuovo astro nascente nel firmamento conservatore. Deputato dal 1880, ben preparato in campo economico, pubblicista di fama (fra l’altro fondò con Leopoldo Franchetti la "Rassegna settimanale"), nel 1897 Sonnino aveva affermato apertamente i suoi propositi di rafforzare l’esecutivo con il famoso articolo Torniamo allo Statuto, un vero e proprio manifesto programmatico di un disegno volto a instaurare in Italia un governo costituzionale sul modello di quello tedesco (il presidente del Consiglio sostituito da un cancelliere), reintegrando il re nei poteri stabiliti dallo Statuto Albertino.
In attesa di essere chiamato direttamente a presiedere un gabinetto (dovette attendere fino al 1906 e governò solo per pochi mesi), la sua azione fu rivolta soprattutto a controllare e indirizzare secondo i propri intendimenti (d’accordo, naturalmente, con il re) l’attività governativa di Pelloux. In effetti, i provvedimenti e i decreti-legge liberticidi che determinarono la fine politica di Pelloux ebbero sicuramente come ispiratore il Sonnino, convinto che solo così si potesse arginare il dilagare delle sinistre e delle forze di ispirazione cattolica: lo stesso rimpasto governativo del 14 maggio 1899 (una settimana prima dell’uscita di questa vignetta) fu di fatto guidato dal deputato pisano, che anche in questa occasione seppe sfruttare ad arte l’ingenuità politica del capo del governo. Come sottolinea il testo della vignetta Sidney Sonnino, oltre che «tassatore di elezione» risulta essere «padre putativo del nuovo Ministero», il classico burattinaio che pur non comparendo in scena tiene i fili della rappresentazione.


"Pasquino", 21 maggio 1899