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Quintino Sella fu l’ispiratore della politica finanziaria della Destra storica.
Piemontese - la sua famiglia aveva creato la più grossa industria laniera di Biella - geologo, matematico e ingegnere, credeva profondamente nella capacità della scienza e nel progresso della tecnica e, di riflesso, era sensibile alle questioni, alle problematiche sociali, insite nel faticoso e iniziale nascere dell’industria italiana. La sua politica finanziaria, basata com’era sulla compressione delle spese ordinarie e sull’ampio ricorso al credito per quelle straordinarie, su un forte inasprimento fiscale (tra le altre venne aumentata l’imposta sulla ricchezza mobile, venne applicata la perequazione fondiaria e si diede avvio alla alienazione dei beni demaniali e dell’asse ecclesiastico) non gli guadagnò molta popolarità.
Grande amministratore e fautore del centralismo, Sella introdusse la tanto aborrita tassa sul macinato (riscossa su tutti i macinati e calcolata con un contatore applicato alla ruota del mulino) che colpiva in particolare le classi meno agiate.
Nonostante quindi fosse riuscito col suo motto «economie fino all’osso» a riportare il pareggio del bilancio, si meritò l’appellativo, tra i contemporanei, di ‘affamatore del popolo’.


"Pasquino", 21 aprile 1872.