Tommaso Moro
Nello stesso periodo di Agrippa e Paracelso, in Inghilterra Thomas More, latinizzato in Tommaso Moro (1480 - 1535), proseguiva l’opera di Ruggero Bacone per gli ideali umanistici della fratellanza che si diffusero in Inghilterra con gli stessi caratteri che avevano nell’Italia nel Quattrocento. Cancelliere del regno, egli fu condannato a morte da Enrico VIII per essere rimasto fedele alla Chiesa cattolica, quando il re, per risposarsi, chiese al papa, senza ottenerlo, l’annullamento del precedente matrimonio. Con la sua opera più nota, "Utopia"(1517), More scrisse il primo manifesto politico e sociale della confraternita, sulla scia di quanto già aveva fatto Platone, delineando il progetto della stirpe di David, che immaginò realizzato in un’isola chiamata appunto Utopia, cioè il “non luogo” (dal greco “ou”, non, e “topos”, luogo) o "luogo che non esiste". Da questa opera derivò l’uso moderno della parola per indicare ogni progetto socio-politico che abbia un valore esclusivamente ideale, senza la possibilità di alcuna concreta realizzazione. Gli abitanti di Utopia, del resto, non lavoravano per il denaro, ma soltanto per provvedere ai beni necessari alla propria esistenza. In questo modo, dal momento che tutti, anche le donne, dovevano svolgere un lavoro manuale, le ore di attività erano non più di sei al giorno. Il tempo residuo doveva essere impiegato per l’istruzione: dallo studio delle scienze naturali alla filosofia morale, senza tener conto di discipline astratte come la logica e la metafisica.
Dal punto di vista politico e amministrativo i cittadini dell’isola si dividevano in 54 comunità cittadine, rette da funzionari eletti democraticamente: nei casi di decisioni gravi la decisione spettava all’assemblea dell’intera popolazione. La comunione dei beni liberava ciascuno dal bisogno e dalla paura, assicurando a tutti il benessere e liberando ognuno dalle tensioni egoistiche. La religione era di tipo naturale, monoteistica; pur professando religioni diverse, gli abitanti di Utopia riconoscevano nei vari dei un unico Dio; ciascuno libero di professare le proprie credenze, unico rifiuto l’ateismo; da parte di Tommaso Moro gli atei furono esclusi, perchè sempre più intolleranti nel voler a tutti i costi imporre le proprie concezioni.