|
Prefazione
La Loggia azzurra o simbolica forma una piramide a tre gradini: alla base gli Apprendisti; al centro, i Compagni; alla sommità, i Maestri. Ciascuno di questi gradi ha la sua formula di giuramento, i suoi simboli, i suoi riti e le leggende sue proprie. Nello spirito dell'Istituzione sono i Maestri che, soli, possiedono la pienezza e la finalità del segreto muratòrio. Il soggetto è relativamente nuovo. Durante l'ultima parte del XVIII sec. e la prima metà del XIX, si è molto discusso sulle origini della Libera Muratòria, ma s'è lasciata da parte l'origine dei suoi gradi. La maggior parte degli storici muratòri accettavano come un fatto risalente all'organizzazione primitiva dell'Ordine la divisione in tre gradi, consacrata, nelle Costituzioni del 1738, dalla Gran Loggia che ha dato origine a quasi tutte le obbedienze attuali della Muratòria azzurra. Tuttavia, se avessero letto con un po' più d'attenzione il testo stesso delle Grandi Costituzioni, nella sua prima redazione del 1723, vi avrebbero constatata la presenza d'una tradizione affatto differente che non s'è mai completamente obliterata nella Gran Loggia d'Inghilterra e che, dopo il 1815, è riapparsa nella forma seguente, nelle edizioni successive degli Old Charges: «Nei tempi antichi, nessun Fratello, per quanto abile fosse nel mestiere, era chiamato Maestro Muratore prima di essere stato eletto alla direzione d'una Loggia».
Per la versione integrale degli "Old Charges" consultare la sezione dedicata:
Findel, per primo, ritengo, pensò di sostenere nella sua Storia della Libera Muratòria, pubblicata nel 1862, che, «in principio, il rituale di ricevimento formava un tutto indivisibile; non vi si tratta che d'un solo grado; il grado di Maestro dunque non esisteva affatto a quest'epoca» (1). Ma si astiene dall'insistere oltre sul quesito. Perché questo venisse posto nei suoi veri termini occorsero le ricerche archeologiche che, soprattutto a partire dal 1860, esumarono in Inghilterra ed in Scozia i manoscritti muratòri di alcune collezioni private e rovistarono gli archivi polverosi di alcune Logge che risalivano ai primi anni del XVIII sec., o alla seconda metà del XVII, ed anche più oltre. Di là sono uscite numerose memorie, ed anche discussioni memorabili, che hanno permesso ai recenti storici della Libera Muratòria britannica, i F:. Robert Freke Gould, Murray Lyon, Chetwoode Crawley, W. J. Hugan, ecc., senza dimenticare gli americani Albert Pike ed A.G. Mackay, di formulare delle conclusioni forse ancora divergenti su alcuni dettagli, ma d'una suggestiva quasi unanimità su ciò che concerne l'introduzione del terzo grado (2). Olbioj Ôj t£d Ôpwpen ™picqon…wn ¡nqjèpwn Felice quello dei mortali che ha veduto questi riti (4).
1. - Findel, t. I, p. 186 della traduzione francese. 2 - Vedere soprattutto Robert Freke Gould, A Concise History of Free Masonry, pp. 304 a 324. - A. G. Mackay, The History of Free Masonry, vol. IV, pp. 926 a 1022. - Bisogna ricordare in modo particolare le discussioni svoltesi nel principale centro di studi muratòri in Inghilterra, la valente Loggia Quator Coronati, e riprodotte nell'Ars Quatuor Coronatorum, in calce alle memorie che ne furono l'oggetto: Johon Lane, Master's Lodges (t. I, p. 167). - W. H. Reclus, The three Degrees of Masonry (t. X, p. 127). - G. W. Speeth, The two Degrees Theory (t. XI, p. 47). - R. F. Gould, The Degrees of Pure and Ancient Masonry (t. XVI, p. 28). 3. - Tenga presente, il nostro Ospite, che questa opera del Goblet d'Alviella venne pubblicata nel 1905; il materiale di studio a nostra disposizione, particolarmente per quanto si riferisce alle pubblicazioni straniere dell'ultimo ventennio, è talmente esiguo che non crediamo opportuno, per ora, tentar di completare l'elenco di quanti si sono occupati dell'argomento. 4. - Hymn Hom. V, 481. - Un'espressione analoga troviamo ap. Soph., Fr. 719.
|
|