Dal Congresso di Vienna la politica dei governi restaurati fu apertamente reazionaria. Reazione significa il ritorno all’antico regime, all’assolutismo monarchico e al sistema dei privilegi, schiacciando ogni sentimento liberale e nazionale, e la difesa dei soprusi di una minoranza contro i diritti di tutti i cittadini. La politica adottata dai monarchi non permetteva alcuna manifestazione di libertà. I popoli sono sudditi di sovrani investiti della suprema autorità da Dio. Le libertà di pensiero, di opinione, di stampa, di associazione e di riunione non sono permesse, perché dannose all’autorità costituita e quindi a tutta la società. Le leggi napoleoniche sono in molti Stati, abrogate e i privilegi dei nobili e del clero ripristinati. I sovrani si attorniano di ministri retrivi, di uomini faziosi e di intelletto ristretto, incapaci di capire il nuovo corso storico. I sovrani avevano dalla loro parte molti aristocratici, la maggioranza dei funzionari pubblici, le forze di polizia e tutta la gente interessata a mantenere l’ordine costituito, "i conservatori". L’assolutismo viene inoltre favorito dall’indifferenza delle masse, ignoranti, povere e rassegnate. Gli innovatori sono un’esigua minoranza, scrittori, studenti, avvocati, giuristi, vecchi giacobini, ecc., ma hanno sui loro avversari l’immenso vantaggio che deriva dalla cultura, dalla preparazione, dalla capacità d’iniziativa e dall’entusiastica fede in un ideale. Con il congresso di Vienna (novembre 1814 - Giugno 1815) il territorio italiano venne diviso nei seguenti dieci Stati: Regno di Sardegna sotto Vittorio Emanuele I di Savoia (formato dagli antichi possedimenti sabaudi ed ingrandito con il territorio della soppressa Repubblica di Genova - Savoia, Piemonte, Nizza, Liguria e Sardegna); Regno Lombardo Veneto, sotto l’Imperatore d’Austria costituito dagli antichi Ducati di Milano e di Mantova e dalle province venete (Lombardia e Veneto) con Trento, l’Istria, Trieste e il litorale dalmata. Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla sotto Maria Luisa d’Austria; Ducato di Modena, Reggio e Mirandola sotto Francesco IV di Ausburgo-Este cugino dell’Imperatore dell’Austria; Granducato di Toscana, sotto Ferdinando III di Asburgo-Lorena; Ducato di Massa e Carrara, affidato a Maria Beatrice d’Este, madre di Francesco IV, con il patto che alla sua morte, doveva essere riunito ai domini del figlio; Ducato di Lucca, assegnato a Maria Luigi di Borbone. Tornati i Borboni a Parma, Lucca sarebbe stata aggregata al Granducato di Toscana; Repubblica di San Marino; Stato Pontificio sotto il Papa Pio VII (Lazio, Marche, Umbria e parte dell’Emilia, ma con il presidio austriaco su Ferrara e Comacchio); Regno delle Due Sicilie, sotto Ferdinando IV di Borbone (Campania, Abruzzo, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia); Principato di Monaco.
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