"Pange lingua"

Carmina Burana secolo XIII

STORIA  DELL'ALCHIMIA

 


 

Parte IV

 

Il Conte di San Germano, di celebre memoria, chiude, per noi il secolo XVIII. Egli ha lasciato dietro di sé una vera leggenda.

Si chiamava Aymar, ma fu conosciuto sotto il nome di marchese di Betmar. La sua origine è misteriosa: chi lo vuole ebreo portoghese, chi bastardo del re di Portogallo [1]. Eliphas Lévi ci fornisce qualche notizia su quest'illuminato: "Nato a Lentmeritz, in Boemia, alla fine del secolo XVIII, era figlio naturale o adottivo d'un ermetista che si faceva chiamare Comes Cabalisticus e che fu messo in ridicolo, sotto il nome di Conte di Gabalis dallo sventurato abate di Villars... Alcuni autori di memorie sull'illuminismo sembrano insinuare che fu precipitato nei trabocchetti del castello di Ruel; ma, al contrario, Madama di Genlis lo fa morire nel ducato di Holstein [2]" presso il principe d'Assia-Cassel, a Schleswig, nel 1784 [3]. Altri dicono nel 1795.

Fu iniziato in Germania da Schroepfer e fece la sua apparizione in Francia nel 1770 [4].

Alcuni lo tennero in conto di formidabile mago, altri d'abile ciarlatano. Era misterioso e sarcastico, grave e faceto; i suoi ricordi evocavano secoli trascorsi. Diceva che possedeva tutti i segreti e pretendeva d'aver conservato le rimembranze d'una infinità di esistenze anteriori; parlava spesso di Carlo V, di Francesco I e perfino di Gesù Cristo, come se li avesse conosciuti e fosse vissuto in intimità con loro. La sua complessa personalità ambiva affettare il proprio sapere e potere nelle diverse eleganze e nei più raffinati godimenti. Ammesso all'intimità di Luigi XV e di Madama di Pompadour, si spacciava per milionario, disponendo dei mezzi inesauribili fornitigli dalla pietra filosofale, e per eterno giovine, possedendo l'elisire di lunga vita. Egli, come più in qua Cagliostro e Cazotte, passò sulla scena del mondo come un enimma vivente. "È un adepto?" - si domandava la folla, mentre irritata ma affascinata indagava sul conte di San Germano. L'eroe sorrideva, impenetrabile, indifferente. Un bel giorno disparve, senza che alcuno sapesse che ne fosse avvenuto; ma dietro di lui rimase una scia, alla quale si dissetarono le anime inquiete.

 

La Tradizione, già lo vedemmo, non va mai perduta; in certe epoche s'eclissa, per ragione di circostanze pertinenti alla Norma Immutabile, sta nell'ombra; le fraternità operano nel più perfetto silenzio; allora ignoranti e imbecilli credono morta l'immortale, l'eterna Scienza Sacra; Immortale ed Eterna perché comprende la verità integrale! Il Gran Pane è morto, si grida per ogni dove; e si crede d'aver evocato il Genio balbettando formule incoerenti, negando lo spirito e il simbolo, deificando la materia e il corpo e scoprendo qualche briciola dell'antica Sapienza!

Quest'errore è spaventoso; si passa accosto ad adepti senza neppure dubitarne; si urtano maghi possessori delle leggi supreme, senza che nulla, proprio nulla riveli al pubblico il loro sapere e il loro dominio. Le antiche dottrine dell'iniziazione totale al mondo superiore, extraterrestre, le vecchie dottrine della trasformazione, della spargiria e dell'ilozoismo rimangano privilegio de' ferventi sacerdoti dell'ISIS [5]; esse non aspettano che il momento propizio e già stabilito per rinascere in piena luce e per rinnovare il mondo inferiore, se ancora n'è tempo!

 

All'alba del secolo XIX, il materialismo trionfante - smarritesi per l'amore smodato dell'analisi a tutt'oltranza - negò l'alchimia; negò quest'alchimia, alla quale torna questo stesso secolo, avido nella sua decadenza, di misticismo e di sintesi. Le ricette chimiche fecero respingere l'equazioni ermetiche, si volle la luce per tutti e si ottenne l'oscurità universale, giacché, sebbene il Sole brilli per tutti, non può penetrare negli occhi dei ciechi. Così pure, per trovare i principi della scienza, bisogna sapere studiare, saper comprendere: poi bisogna osare. Si potrà fare quello che si vorrà, ma, finché tutti gli spiriti non saranno passati per la strada delle strade, le formule pitagoriche non saranno mai appannaggio che d'una minoranza di spiriti! Certo, con questo non neghiamo gli utili e bellissimi lavori dei dotti positivisti dell'epoca nostra. Salutiamo i Berthollet [6], i Davy [7]- i Dumas [8], gli Chevreul [9], i Pasteur [10], i Berthelot e i Moissan [11]; ma osiamo anche dichiarare che i loro sforzi non sono che piccola cosa in paragone dei tradizionali splendori dell'ermetismo; e, senza essere profeti, affermiamo che di qui a cento anni l'alchimia avrà già ripreso nel cielo della vera Scienza una posizione tanto brillante quanto mai l'ebbe.

I possessori cogniti, gli apostoli dell'arte spargirica, si contano facilmente a partire dal 1800. Primo di tutti è il cyliani, autore dell'Ermete svelato. Egli giunse a scoprire la pietra nel 1837 - secondo afferma lui stesso - dopo spaventevoli disgrazie. Papus ha riportato nel suo Trattato metodico di Scienza occulta questo trattato di alchimia, scritto in stile puramente simbolico, secondo l'usanza degli antichi maestri. Cyliani, che morì l'anno stesso in cui scoprì la pietra, non oltrepassò, del resto, il dominio dell'astrale; egli vide, nel suo crogiuolo, scintillar l'oro, descrivendo figure strane e molteplici. Non contribuì affatto a diffondere l'idea della trasmutazione.

 

cambriel, compose un corso di filosofia ermetica in diciannove lezioni, molto oscura, a dir vero. Egli non fece altro che parafrasare gli scritti de' suoi predecessori, interpretando materialmente i loro simboli.

Cyliani e Cambriel furono inaccessibili anche a quel pubblico ristretto, che poteva interessarsi della corrente occultista.

 

Fu luigi lucas,  [nato a Condé sur Noireau il 25 marzo 1816 e morto a Parigi il 9 gennaio 1863] - amico di quello splendido Eliphas Levi, al quale si devono preziose pagine sulla pietra filosofale [12] - quello che pose le basi d'una scienza unitaria, accessibile anche agli scienziati di buona volontà. La sua Chimica nuova sviluppa la teoria della serialità dei corpi, espone la loro genesi e la loro filiazione, e il. loro trasformismo basato sulle combinazioni numeriche. Il Lucas, discepolo illuminato del pitagorismo, provocò il movimento della rinascenza sintetica e unitaria in tutte le branche dello scibile; noi gliene dobbiamo essere profondamente riconoscenti. La medicina nuova, della quale sono stati pubblicati due soli volumi, presenta un sistema terapeutico semplicissimo, che poggia sul dinamismo. L'elettro-omeopatia ne prova oggi il valore. Luigi Lucas fu dunque un iniziato di grido; egli seppe, con merito incontestabile, adattare i precetti tradizionali ai bisogni moderni. Gli dobbiamo anche un curioso libriccino: Il romanzo alchimico e la Nuova acustica.

 

Ma è Alberto Poisson [12], il giovine e rimpianto maestro [nato nel 1869], che morì prematuramente a venticinque anni, nel 1894, che dev'essere considerato quel sagace rivelatore degli alchimia misteri. Fondatore della Società ermetica di Francia [13], della quale quell'alchimia [14] è la continuazione, - discepolo di Papus [15] e di de Guaita, a lui spettò il compito di spiegare alchimia nel suo insieme, in termini scientifici, per renderla accessibile ai contemporanei.

Fu dato l'ordine di diffondere nella folla le generalità dell'occultismo, per lottare contro certe correnti che s'erano scatenate e che nessuno più poteva arrestare [16].

Bisognava perciò canalizzare l'onde frementi e scansare il pericolo a qualunque costo. Papus, Saint-Yves, Guaita, Barlet e Lejay, per non citare che i principali, si raggnipparono e costituirono l'Occultismo "exoterico". contemporaneamente all'"esoterico".

Il Poisson, dal canto suo, lavorò il campo fertile ma ingratissimo dell'ermetismo. Ne decifrò del suo meglio i geroglifici, fece conoscere e apprezzare l'alchimia, la rinnovò.

I suoi tre libri sono monumenti maestosi, innalzati con scienza, genio e perseveranza: intendiamo parlare delle Teorie e simboli degli alchimisti, della Storia dell'alchimia (Nicola Flamel) e dei Cinque trattati d'alchimia dei più eccelsi maestri [17].

La morte, ohimè, interruppe il lavoro di tanto maestro; egli doveva continuare e compiere il ciclo intrapreso, doveva restituirci l'intero tempio d'Ermete. Il suo spirito evolve adesso in altre sfere!

La morte ci ha rapito anche, or non è molto, il Guaita, potente e raro adepto, anche lui alchimista, e uomo di larghe vedute.

 

Maria-Vittorio-Stanislao Di Guaita, nato nel 1861 presso Gisselfìngen (Lorena), nell'avito castello d'Altéville, e ivi morto il 19 dicembre 1897. Succeduto nell'81 a Barlet [18] ci ha dotati d'una opera esoterica d'interesse capitale; disgraziatamente non riuscì a scriverne l'ultimo volume. Intendiamo parlare del Saggio dì scienze maledette, diviso in quattro partì: Alla soglia del mistero; Il tempio di Satana; La chiave della magia nera; Il problema del male. Scrisse anche La Musa nera; Rosa mistica e moltissimi articoli su giornali e riviste].

Ma noi che, senza arrestarci, continuiamo nel compito che ci siamo assunti, siamo molti. Sotto la guida illuminata e sicura del Papus [19], agiremo con calma e perverremo fino al termine del solco, guidati da instancabile entusiasmo.

L'occultismo, l'ermetismo, si ricostruiranno un po' alla volta nel seno stesso del mondo profano; i nostri insegnamenti vi germoglieranno; le nostre fraternità custodiscono preziosamente la luce che fu data loro, ma ne lasciano sprizzare sulla folla i benefici raggi. L'alchimia e la spargiria attirano verso di loro, in questo momento, la scienza moderna. La chimica toma verso la sua sorgente: l'unità della materia, la sua vitalità, la sua trasmutazione. La medicina torna ad essere poco alla volta terapeutica dinamica, grazie ai semplici, sia vegetali, che minerali.

Quest'è l'effetto dell'adattamento dell'ermetismo alle cognizioni del volgo. Esse, se stanno da sole, vagano e si seccano; mentre che, unite alla forza, incontrano la verità ineffabile e si ravvivano.

Ciò significa forse che dalle cattedre delle facoltà universitarie s'insegneranno un giorno i segreti completi della pietra filosofale e dell'elisire di lunga vita, o s'insegnerà a disprezzare la morte e a comandare agli atomi?

Macché! Affatto! Le facoltà non possono sostituire i Tempi iniziatici; quaggiù non tutti gli uditori possono essere neofiti.

Gettate, o lettori, gli sguardi intorno a voi; la sintesi dei metalli, dei corpi, già v'appare come un teorema che sarà risolto domani; strindberg [20], emmens [21], tiffereau [22], clavenad [23], e saint-yves [24] fabbricano già i cosiddetti elementi semplici e trovano i fermenti, le semente auree e metalliche.

La chimica classica si rigenera. Essa si rivolge verso la sua origine e riconosce alfine sua madre, l'alchimia o iperchimica; e se tutti i ricercatori non scopriranno gli ultimi segreti che rivelano gli adepti purificati e vincitori del Guardiano della soglia i giochi delle forze incognite, per lo meno batteranno il sentiero che mena alla vita, invece di smarrirsi fra le immagini vane dell'apparenza, che i pazzi chiamano realtà.

 

 

[1] Le Conteulx di Canteleu, Sette e società segrete, p. 170.

[2] Eliphas Levi, Storia della Magia, p. 419.

[3] Le Conteulx, op. cit., p. 171.

[4] Da uno scritto inedito del sig. Luigi Esquieu.

[5] Gli occultisti. In questo caso l'articolo determinativo, usato in luogo della semplice preposizione innanzi alla parola ISIS, indica che il Jollivet-Castellot non ha inteso affatto parlare dell'ISIDE egiziaca, ma del tetragramma (N.d.T.).

[6] Il conte Luigi Claudio Berthollet, chimico francese, seguì Bonaparte in Egitto. Con Lavoisier, formò il linguaggio della chimica, scoprì le proprietà scoloranti del cloro, l'argento fulminante, l'ufficio del carbone per purificar l'acqua, ecc. (1748-1822). (N.d. T.)

[7] Fisico inglese, inventore della lampada di sicurezza pei minatori (1778-1829). (N.d.T.)

[8] Giovanni Battista Dumas, chimico francese, il continuatore dell'immortale Lavoisier. Tra le molte sue scoperte, la scienza gli deve il rimedio contro la filossera, la determinazione del peso atomico d'un gran numero di corpi semplici, la legge delle sostituzioni, e finalmente il suo celebre Trattato di chimica applicata alle arti (1800-1884). (N.d.T.)

[9] Eugenio Chevreul, chimico francese, scopritore delle candele steariche. Diede, primo, la teoria esatta della saponificazione (1786-

1889) (N.d.T.)

[10] Luigi Pasteur, nato a Dole il 27 dicembre 1822, chimico, microscopista, professore a Parigi; tentò con buon esito per primo (1885) l'inoculazione contro la rabbia canina e fondò un istituto ch'è gloria della Francia e della scienza. (N.d.T.)

[11] Chimico francese, fabbricatore di diamanti artificiali. (N.d.T.)

[12] L'abate ALFONSO LUIGI CONSTANT, più conosciuto sotto il pseudonimo di Eliphas Lévi (1810-1875), fu un emerito magista. La sua opera magistrale ci mostra la Scienza sacra in tutte le sue facce. È divisa in tre parti: Domma e rituale della magia (Teoria); Storia della magia (Realizzazione); Chiave dei grandi misteri (Adattamento). Scrisse molte altre opere: Tavole e simboli (Rivelamento); Lo stregone di Meudon; La scienza degli spiriti; Il libro degli splendori, opera postuma; Il grande arcano o l'occultismo svelato, post.; Chiavi maggiori e clavlcole di Salomone, post.; Lettere cabalistiche,post.

[13] Egli assunse il pseudonimo di Philophotes (N.d.T.).

[14] Questa società si sciolse alla morte del suo fondatore.

[15] Fondata nel gennaio 1897. (N.d.T.)

[16] Pseudonimo del Dott. Gerardo Encausse. (N.d.T.)

[17] Si allude alla teosofizzazione dell'Occidente, intrapresa dalla compianta E. P. Blavatsky e dal sig. Courmes dopo la fondazione della Società teosofica avvenuta a Nuova York il 17 novembre 1874. Gl'intellettualisti francesi s'opposero giustamente e con nobile slancio a quell'invasione dottrinaria, che minacciava di sommergere co' suoi fiotti la nostra tradizione. E a costoro che dobbiamo tutta la nostra riconoscenza: essi ci hanno rammentato che siamo i discendenti di Pitagora e dei primi cristiani e che c'incombe un sacro dovere, quello di conservare gelosamente e amorosamente gli avanzi dell'esoterismo occidentale. (N.d.T.)

[18] Del Poisson s'hanno molt'altri scritti minori, quali ad es. la traduzione della Lettera sull'opere segrete della natura e dell'arte di Ruggero Bacone (Voile d'Isis, n. 107 e seg.) la vita di Giovanni Dee (Initiation, vol. XXI e XXII) e quella di Nicola Flamel (Initiation, vol. XXIV). (N.d.T.)

[19] P.Ch. Barlet è nato a Parigi il 12 ottobre del 1838. Addottoratesi in lettere, prese la carriera amministrativa, non cessando nelle ore d'ozio di studiare scienze. Fu dapprima spiritista, poi teosofo, ora è occultista. Mente vasta, organizzatore infaticabile, scienziato provetto, ha consacrato la sua vita alla ricerca della sintesi. A lui si devono: L'evoluzione dell'idea; L'istruzione integrale; La chimica sintetica; La sintesi dell'arte e L'arte di domani. Gli esoteristi riconoscono in lui un Gran Maestro (Dall'Hyperchimie di novembre 1897).

[20] Gerardo Encausse, più conosciuto con lo pseudonimo di Papus, è nato il 13 luglio 1865 alla Corogna (Spagna) da padre francese e da madre castigliana. S'è, giovanissimo, addottorato in medicina. Medico degli ospedali di Parigi e dell'Ufficio centrale, laureato agli ospedali, capo del laboratorio ipnotico del dottor Luys alla Carità, professore dell'Unione francese della gioventù, l'Encausse indirizzala medicina per una via razionale e feconda, in una parola, sintetica, scrivendo notevoli trattati d'anatomia e vari capitoli di terapia. Il mondo dotto, ufficiale, costretto a chinarsi dinanzi la sua incontestabile superiorità, lo ha veduto ricevere, in Francia, le palme d'ufficiale accademico, all'estero i nastri di ufficiale dell'ordine reale e militare di Cristo e di cavaliere dell'ordine di Bolivar: giuste ricompense dei suoi sforzi. A quest'esimio realizzatore sono riconoscenti gli occultisti per la ricostituzione della scienza ermetica e il pubblico profano per la spigliatezza dello stile e la profondità delle idee filosofiche. L'edizioni del Trattato metodico di scienza occulta, del Trattato elementare di scienza occulta, del Trattato pratico di magia e del Tarocco degli zingari, per non citare che i principali, sono andate a ruba; l'Initiation è il giornale occultista francese più accreditato.

Il Papus ci appare come il mago più considerevole e più profondo dell'epoca nostra; come capo della scuola occultista, tratta di qualsiasi branca dell'occulto con uguale competenza. Come alchimista ha scritto la Pietra filosofale, ch'è la migliore opera sull'argomento; come terapeuta ha prodotto l'Anatomìa filosofica e oltre all'Initiatìon e al velo d'Iside, riviste d'indole generale, dirige la Terapeutica integrale, che tratta di medicina ermetica.

(Dall'Hyperchimie di settembre 1897).

N.B. - Ricordiamo che la 1a Edizione di questo libretto è apparsa nel 1900 - (N.d.E.)

[21] Augusto Strindberg, esimio romanziere, drammaturgo, psicologo, swedemborgiano e alchimista svedese. Autore dell'Hortus Merlini (Lettera sulla chimica e Sylva Sylvarum), della Introduzione a una chimica unitaria, dell'Antibarbarus e di molti altri scrìtti, pubblicati su giornali e riviste.

[22] Il dottore Stefano H. Emmens è l'inventore dell'argentaurum (oro alchimico) e dell'emmensite (esplosivo potentissimo). Questo chimico d'immenso valore è membro della Società americana di chimica, dell'American institute of mining engineers, della Società internazionale degli elettricisti, della Società alchimica di Francia ed è il direttore dell'Argentaurum Laboratory e dell'Argentaurum Syndicate di New York.

[23] Teodoro Tiffereau ha scoperto, come l'Emmens, un processo per produrre l'oro artificialmente. La prima comunicazione dell'invenzione fu da lui data al pubblico parigino (egli è Francese) nel 1855. Sue opere: L'oro e la trasmutazione dei metalli; Cinque conferenze dal 1888 al 1896, sulla produzione dell'oro artificiale. - [Nel 1837 anche un alchimista di Turingia presentava alla società industriale di Weimar una tintura operatrice della metallica trasformazione; ma i trovati di questi due alchimisti pare non abbiano dato, all'atto pratico, prove soddisfacenti].

[24] Il sig. Clavenad, ingegnere dei ponti e strade, in Francia, è un distinto alchimista cabbalista. Ha pubblicato nell'Hyperchimie interessantissime lettere sulla Sintesi dei metalli. È maestro della Società alchimica di Francia.

[25] Il marchese di Saint-Yves d'Alveydre, nato nel 1842, è storico, filosofo, linguista e occultista. Fu nominato, per le sue opere, cavaliere della Legion di onore. Ha consacrato tutta la sua vita allo studio e alla propaganda della sinarchia. Gli si devono i seguenti scritti: La missione dei sovrani; La missione degli operai; La Francia vera.

 

 

 JOLLIVET-CASTELLOT F. - STORIA DELL'ALCHIMIA -

Introduzione Parte Prima Parte Seconda Parte Terza Parte Quarta

L'Alchimia dalle Origini fino al secolo XIV


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