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Il documento che segue è opera di ingegno di un Fratello
della Montesion, che desidera rimanere anonimo; ed è stato
discusso in una tornata informale nel Novembre 1987.
Le religioni, in genere, proiettano la loro essenza in un aldilà da conquistarsi attraverso una severa disciplina morale che esse suggeriscono in ogni dettaglio. Di qui si sviluppano più o meno complicati sistemi che finiscono con lo svalutare il significato della vita se non in funzione dell'obiettivo ultimo da raggiungere dopo la morte. [...]
© Montesion
Lo scritto costituisce un opera della maestria del Fratello. Il suo contenuto non riflette necessariamente la posizione
della Loggia o del G.O.I. Ogni diritto gli è riconosciuto.
Sullo stesso soggetto presenti in archivio due documenti:
Il
Diavolo
Diavolo e Simbolo
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Concetto di
Diavolo nelle religioni
Valore per il Libero Muratore del concetto religioso del Diavolo
Un'ipotesi di lavoro
La via iniziatica strumento dell'evoluzione
Il lavoro muratorio "in chiave planetaria"
La Legge Binaria
Eva e Lilith
L'anti-Eva
Concetto
di Diavolo nelle religioni
Le religioni, in genere, proiettano la loro essenza in un aldilà
da conquistarsi attraverso una severa disciplina morale che esse
suggeriscono in ogni dettaglio. Di qui si sviluppano più o meno
complicati sistemi che finiscono con lo svalutare il significato
della vita se non in funzione dell'obiettivo ultimo da
raggiungere dopo la morte.
Le religioni, peraltro, seguono il cammino delle civiltà
temporali e spaziali in cui sono inserite, pertanto ne subiscono
l'evoluzione o anche l’involuzione.
Nuove divinità soppiantano le vecchie che spesso hanno perduto
senso e valore anche da un punto di vista semplicemente sociale.
Generalmente accade che la divinità spodestata non scompare
completamente, ma viene relegata in un mondo inferiore, nefasto,
infido e, assunta una funzione terrificante o pericolosa,
rappresenta il "male" cioè l'ostacolo alla realizzazione di
quella disciplina morale che prepara il premio dopo la morte.
La stessa leggenda biblica di Lucifero cacciato con gli angeli
ribelli non si conclude poi con un loro annientamento totale.
Una sorte analoga, ad un certo momento storico, toccò alle
divinità cosiddette pagane che, costituite in entità unica,
divennero "il diavolo".
In conclusione quindi, ovviamente nei sistemi evoluti e di
visione monoteistica, la divinità si pone come essenziale,
infinita, onnisciente, come Verità per essenza dalla quale
derivano tutte le realtà. "E la verità del Signore dura in
eterno" come si canta nei Salmi.
Come contro la verità sta la menzogna, così contro Dio è Satana,
il quale si propone come esponente e maestro di negazione del
Vero e del Bene.
La sua alternativa di menzogna, quindi di male e di caos, falsa
i significati o i contorni delle cose e degli uomini che
soggiacciono alla frode. Satana è il verme che si insinua nella
mente creata per condurla dal dubbio all'equivoco, dalle mezze
verità alla negazione della verità.
Valore per il Libero Muratore del concetto religioso del
Diavolo
Quale valore può avere il sistema innanzi indicato per coloro
che, all'insegna della coscienza e dell'attività, non attendendo
salvezza dall'alto o redenzione o premio, ma puntando verso una
liberazione da conseguire in senso eroico, pongono come punto di
partenza della loro "migliore" esistenza la necessità di morire
per rinascere a nuova vita? Ci chiediamo cioè quale valore può
avere la contrapposizione Dio - Satana, Bene - Male, Verità -
menzogna per chi Intraprende un cammino iniziatico senza
rivelazioni, né grazie, né dogmi e intende solo la verità
espressa e tramandata nel simbolo e l'indispensabilità del Rito.
Rito e Simbolo che, nel prosieguo del cammino, lo aiuteranno a
riformulare tutti i termini a cui si è fatto cenno e che ora,
cioè sin dal primo contatto, gli suggeriscono di "mutar stato",
cioè di "morire", di varcare la soglia dell'Io, di scendere
sempre più giù nelle oscure profondità della forza che regge il
corpo oltre l'individuazione, di conoscere quella forza (ed in
ciò è lo scopo della esperienza iniziatica).
Raggiungere quindi la coscienza universale, abbandonando quella
individuale, passare l'abisso che si spalanca paurosamente
davanti, cogliere ciò che si manifesta al di qua e al di là
dell'esistenza corporea e gli stati che subentrano quando tale
manifestazione si esaurisce.
Ecco il lungo viaggio che il Sole notturno compie navigando per
dodici ore, secondo il libro egizio degli inferi. Ecco il fine
della parola VITRIOL che significa appunto la discesa negli
stati più profondi dell'esistenza.
É chiaro che a questo punto non ci si può affidare con umiltà e
rassegnazione ad un Dio di salvezza, ma assunti concetti diversi
di bene e di male di paura, di pentimenti e di coraggio, in una
parola di "Diavolo" o di "Dio"; si mira alla "salvezza" da solo.
Un'ipotesi di lavoro
Per quanto precede siamo giunti a porre da parte la
raffigurazione dei demoni come li ha concepiti una mentalità, in
un certo senso primitiva, che, incapace di accedere all'idea
astratta della trascendenza, pensò un Dio antropomorfo e, in
senso inverso, incapace di concepire l'idea astratta della
trascendenza del male, lo personificò in Satana o nei suoi
ministri.
Ma, coma molto saggiamente Goethe suggeriva, non si deve
sottovalutare il diavolo ed aggiungeva: "Io per me sono convinto
che un individuo odiato da tutti deve pur essere qualcuno". È
questo, quindi, che ora dobbiamo cercare di stabilire.
Come ci viene insegnato, le dottrine religioso non sono da
rigettarsi sic et sempliciter, come frutto di superstizioni
ormai superate, ma esse hanno sempre tre aspetti: uno ad uso del
credente, l'altro filosofico (simbolico) ed il terzo spirituale
(scientifico). In virtù di questo terzo momento l'iniziato
"conosce Dio come Legge che regola nell'equilibrio più perfetto
l'Universo". Di conseguenza, nell'equilibrio deve trovar posto
ogni energia, ogni facoltà, ogni dinamismo, ogni forza.
Assumiamo l'insegnamento come ipotesi di lavora e alla sua luce
consideriamo, ad esempio, il racconto biblico in cui per la
prima volta si parla di Satana che, sotto forma di serpente,
tenta Eva, la quale allettata dalle sua parole mangiò e fece
mangiare il frutto dell'albero edenico della scienza del bene e
del male (Genesi 2 - 3).
Il peccato dei Progenitori, per il credente fu superbia o
ribellione a Dio e quindi punibile con la privazione dei doni
celesti e con l'eterno stato di peccato.
Simbolicamente invece può rappresentare la lotta dell'Uomo tesa
al Risveglio e quindi alla conquista di una dignità che lo fa
essere "... come uno di noi, in virtù della sua conoscenza del
bene e del male ...". È il mito prometeico che si ripete e per
quanto l'avventura di Adamo incontrò la condanna del Dio biblico
teisticamente inteso, "la fiamma" non si spegne.
Infine spiritualmente (scientificamente) che cosa possiamo
vedere nella caduta di Eva e che cosa innanzitutto può
simboleggiare il serpente?
Questo terzo punto richiede un esame più dettagliato ed è forse
esso che può fornirci una chiave interpretativa del tema che ci
interessa.
Il serpente è l'animale dal dente velenoso che può essere
estratto sicché esso diventa un "rigenerato" a nuova forma di
esistenza e di saggezza.
Gli Egizi rappresentavano l'iniziato come un serpente che non
striscia ma che cammina eretto su gambe d'uomo.
Il serpente inoltre è il simbolo del Fuoco di Kundalini, il
quale è sinonimo di Fuoco Solare o Fuoco Cosmico, inteso sia
coma energia macrocosmica sia microcosmica.
Kundalini (l'arrotolata) è la forza vitale latente nel corpo e,
generalmente addormentata.
Secondo la tradizione indù dello Yoga, Kundalini ha sede nel "muladara
chacra" che corrisponde alla cavità pelvica o al centro
sacro-coccigeo della fisiologia occidentale; si raffigura come
un serpente raccolto in spire che, a volte, si svolge e quando è
sveglio erge il capo e fora i "centri" lungo la spina dorsale,
fin quando giunge al Signore del Corpo, il "sahasara chacra" (il
loto dai mille petali). Questa unione della forza vitale e dei
poteri del pensiero, di energie statiche e cataboliche, di
principi attivi e passivi, è rappresentata come la superfisica
unione di Siva e Sakti, gli aspetti maschili e femminili del
potere creativo.
È una inversione del processo della creazione: invece di una
discesa dello spirito nella materia; portiamo il denso in alto
verso il sottile.
Fatte queste promesse il serpente biblico ci appare come una
forza, una energia che spinge a "fare", ad "essere" in duplice
direzione simboleggiata dall'animale velenoso e strisciante
ovvero da quello eretto.
La caduta di Eva, opera del serpente velenoso, può significare
che Ella cedette al "suo momento tentatore" che le suggeriva di
usare l'Energia creativa. Ma purtroppo il Fuoco vanne usato coma
forza aggressiva ed erotica, come desiderio inferiore e pertanto
dismise la sua natura di energia creativa di tipo mentale e
spirituale e precipitò in basso nei livelli inferiori diventando
energia di procreazione fisica.
Di conseguenza Eva fu scacciata dall'Eden, cioè smarrì il potere
e la capacità di identificarsi, di essere Serpente solare o di
saggezza e di penetrare in profondità nei segreti della vita e
della morte.
Ora il potere creativo fisico si trova alla base della spina
dorsale; il fuoco di Kundalini, prima della "caduta", prima del
"fallo" risiedeva in alto; il fallo lo fece precipitare nella
natura inferiore e pertanto allo stato attuale, deve
ripercorrere il cammino inverso per risalire verso i centri
superiori.
La famosa caduta, opera di Satana, fa comunque, ed
evidentemente, parte del processo evolutivo e pertanto
investigato e conosciuto il piano materiale (il serpente che
striscia) occorre superarlo per agganciarsi a quello spirituale:
via via che si trascende il desiderio inferiore e che la
saggezza diviene più necessaria della sensazione si capovolge il
processo di caduta.
È superfluo rilevare che la "rigenerazione" non può essere
effettuata con un semplice sforzo di volontà né con arbitrarie
deliberazioni di rifiutarsi a soddisfare le esigenze della
natura inferiore o con la pratica ascetica contrastante la
natura. Ma si tratta piuttosto di "lavorare" lentamente o
costantemente per "promuovere la rivoluzione dello spirito,
l'avvento del Regno della Luce".
In conclusione od in altri termini, il Serpente di fuoco
ravvolto alla base della spina dorsale è atto a due specie di
creazioni: una sul piano inferiore o piano fisico, l'altra sul
piano superiore mentale e spirituale.
Analogamente a quanto avviene nel macrocosmo che si rigenera
partendo da processi di putrefazione, di disgregazione e di
fermentazione, l'Io, nella alchimia interiore, distilla la sua
potenza sempre che riesca a trasferire e sublimare
l'aggressività e l'erotismo, ossia ad estendere la potenza
dell'istinto sessuale fino all'aspetto creativo e realizzativo.
Satana, che sinora ci è apparso come il refrattario ai comandi
divini, si riscatta in quanto entra a far parte di un processo
evolutivo che ha un suo momento iniziale e che per coloro che
intraprendono la "Via" deve condurre alla rigenerazione. In
definitiva ci porta al "Meglio" e così serve il "Bene": egli
diventa "la forza che lotta per il male e causa il bene".
La via a questo punto sembra abbastanza chiara. Agrippa nel suo
"Trattato di filosofia, Occulta”, nelle istruzioni al "mago",
"all'operatore di miracoli" raccomanda purezza e dignità e
conclude: "se questo (lo spirito) è sopraffatto dall'eccessivo
commercio con la carne e distratto dall'anima sensibile del
corpo, è indegno di comandare alle sostanze divine".
Ed è probabilmente questo lo stesso concetto espresso da Cristo
con le Parole: "Siate puri come colombe e saggi come serpenti".
La via iniziatica strumento dell'evoluzione
Il potere materiale, i desideri, la volontà accumulata negli
organi generativi, cioè il "démone inferiore, nefasto od infido"
deve essere trasmutato: le energie inferiori, con processo di
rigenerazione devono produrre l'ascesa del Fuoco fino alla testa
per accendervi "il lume" cioè mettere in contatto l'umanità
dell'Io con la sua origine. La forza generativa va a compiere i
suoi sforzi creativi su livelli più alti.
Impadronitosi dell'individualità (nosce te ipsum), l'Io può
avviarsi nell'universale, ma ciò richiede la massima libertà.
A questa meta - a lavorare cioè sulla tavola da disegno - si
perviene imparando a conoscere gli strumenti del Libero Muratore
e salendo una scala dritta di tre gradini; imparando a servirsi
degli strumenti ed a salire una scala curva di cinque gradini,
ed infine conoscendo l'Acacia.
La Maestria muratoria pertanto si pone come base di partenza per
un progressivo e dinamico sviluppo verso la logge Universale di
Evoluzione e di Amore, verso la conoscenza diretta, l’esperienza
della Verità che è celata nel profondo di ognuno come in ogni
particella del mondo che ci circonda.
Si tratta di trasformare il divenire miserevole dell'Uomo in
attualità di esistenza eroica scoprendo innanzi tutto sé stessi
e costituendosi per compiere il "lavoro".
A tale scopo la Massoneria propone l'insegnamento esoterico
tradizionale di cui è detentrice e che si compone di simboli e
di un rituale che vengono offerti come supporti alla
interpretazione, alla meditazione e alla speculazione superiore
dei Fratelli, per ottenere quella espansione di coscienza
destinata a rendere reale i vari gradi di iniziazione virtuale.
Perché ciò possa avvenire è indispensabile che i singoli
Fratelli non si limitino ad una adesione e formale e
intellettuale, ma vivano la Massoneria penetrandone i simboli ed
il rito ed assumendone il significato come modalità
esistenziale. Non bisogna provare, ma bisogna essere.
Tuttavia il complesso meccanismo della costruzione interiore può
non scattare o malamente avviarsi (con le immaginabili
conseguenze) per effetto di una mancata o errata impostazione
della legge di base.
Ne consegue che l'Uomo non sarà mai un Maestro muratore, ma
nemmeno un maestro di vita. Accade che - come si direbbe con un
detto popolare - "il diavolo ci mette la coda".
Per meglio chiarire quando andremo dicendo cominciamo col
proporre uno schema del lavoro muratorio.
Il lavoro muratorio "in chiave planetaria"
Gli antichi rituali dicono che tre Fratelli formano una Loggia
semplice, cinque una Loggia giusta e sette una Loggia giusta e
perfetta.
Analogamente i vecchi catechismi di I° grado insegnavano che tre
Fratelli dirigono una Loggia, cinque la illuminano e sette la
rendono giusta e perfetta.
Ora applichiamo analogicamente al lavoro muratorio il simbolismo
planetario in chiave astrologica e cerchiamo di interpretare la
progressione 3, 5, 7 che è la stessa che contraddistingue i
gradi azzurri o simbolici.
Cominciamo col precisare che il termine Loggia deriva dalla voce
sanscrita loka che significa mondo, universo, ed infatti la
Loggia rappresenta il macrocosmo, ma anche il microcosmo cioè
l'uomo.
Ciò premesso la Loggia semplice caratterizzata dal TRE è l'Uomo
pensante costituito da una componente fisica, una animica ed una
spirituale. Tale Loggia o tale uomo, il che è lo stesso, è
rappresentabile con un triangolo ed è retta dal SOLE (1), dalla
LUNA (2) e da MERCURIO (3). (Cioè l'uomo non esiste senza un
principio positivo, uno negativo, ed uno equilibrante; il che
vale come dire senza Fuoco, Acqua ed Aria).
A questo livello si esplica il lavoro di APPRENDISTA che è
appunto contraddistinto dal tre (età, passi, batteria,
toccamenti ecc.)
L'Uomo e quindi la Loggia prende coscienza di sé quando alle
componenti suddette (Sole, Luna, Mercurio) si aggiungono la
BELLEZZA e la FORZA. Ciò significa conoscere la Legge Binaria
con tutte le implicazioni e derivazioni.
Tale Loggia è rappresentabile con una stella a cinque punte, è
retta anche da VENERE (4) e da MARTE (5) ed è detta giusta.
Questo è il livello in cui si esplica il lavoro del COMPAGNO
D'ARTE che è contraddistinto dal numero CINQUE (età, passi,
batteria, toccamenti, Stella Fiammeggiante).
A questo punto l'Uomo, ormai padrone della Legge Binaria,
raggiunto l'equilibrio fra le opposte polarità, acquisisce la
Maestria ed è in grado di applicare GIUSTIZIA e RIGORE come
espressione della Legge Cosmica, esercitando il suo libero
arbitrio.
Tale Loggia è rappresentabile con una stella a sette punte ed è
retta oltre che dalle componenti prodotte (Sole, Luna, Mercurio,
Venere, Marte) anche da GIOVE (6) e da SATURNO (7).
La Loggia è diventata giusta e perfetta ed è quella in cui si
esplica il lavoro del MAESTRO che è per l'appunto
contraddistinto dal numero SETTE (età, menorah, ecc.)
La Legge Binaria
Abbiamo visto come per passare dalla Loggia semplice che è
l'Uomo pensante a quella giusta che è l'Uomo che ha coscienza di
sé occorre conoscere la Legge Binaria. Sicché questa, in certo
senso, diventa la chiave di volta dell'intero sistema, il volano
che mette in moto il complesso meccanismo della costruzione
interiore. È un po’ come dire che corpo, anima e spirito
esistono "malgrado l'uomo", ma la polarità e già qualche cosa da
acquisire in quanto il confine tra maschile e femminile non
passa solo per i corpi, per la dimensione profana.
Si impone pertanto la necessità di sviscerare il rapporto
uomo-donna, in quanto anche l'uomo profano vagamente, ma sempre
più decisamente, intuisce che esso è la premessa per un
equilibrio ed uno sviluppo non soltanto materiale.
Che l'intuizione di cui è parola abbia un suo profondo valore
che va molto al di là del rapporto così schematicamente
impostato trova una conferma proprio nella Libera Muratoria.
Infatti sin dal primo passo sulla via iniziatica, anzi
addirittura quando l'iniziando è ancora un profano la simbologia
massonica propone l'antitesi con il Gabinetto di riflessione:
chiuso - aperto. Dal che si può arguire che coma la dualità è la
base del mondo manifestato, così nel simbolismo del tempio la
polarità, l'antitesi, viene assunta come punto di partenza in
quanto il "Binario" è la base del "Ternario" espresso dal Delta
sacro nel quale la dualità trova un superamento metafisico in
una nuova unità.
Le due colonne che fondamentalmente indicano la bipolarità
universale sono immediatamente proposte a chi entra nel Tempio e
quindi la interiorizzazione del simbolo è assolutamente
indispensabile per il prosieguo del cammino che dall'Occidente,
dal mondo manifestato, soggetto alla causalità e all'eterno
ritmo di nascita e morte conduce all'Oriente, alla Verità,
all'Unità riconquistata.
Eva e Lilith
Incentriamo la nostra attenzione sulla bisessualità, sul
rapporto Venere - Marte e cominciamo col precisare l'aspetto
femminile.
Nella tradizione mitologica esiste la dea compagna del dio, che
cioè fa parte di una coppia e non ha una esistenza propria: tale
è Giunone di fronte a Giove, Agnizia di fronte ad Agni, Fauna di
fronte a Fauno.
Ma, per restare sempre nel mito, vi sono anche situazioni di dee
che esistono di per sé, che nulla debbono al dio maschio e che
anzi vivono liberamente con i propri desideri. Tale è Diana,
Cibele, Afrodite, Demetra; è cioè la dea che rappresenta
l'aspetto freddo, demoniaco castigatore della donna; quella che
prende e non quella che dà, quella che disgrega l'uomo, che lo
castra par ridurlo in suo dominio.
Nei due momenti indicati la donna ci appare come Eva e come
anti-Eva. Già molto sappiamo di Eva e nonostante la "caduta" nel
rapporto che instaura con l'Uomo essa è donna, cioè non esercita
un potere disgregatore, anzi essa resta come riflesso, come polo
opposto, ma tutto il rapporto può esaurirai in un piano fisico
di procreazione.
L'uomo qui però, con un suo preciso atto di volontà può,
utilizzando diversamente la forza creativa, iniziare il viaggio
di rigenerazione dall'imperfetto al perfetto, dall'orizzontale
al verticale, dall'umano al divino.
In definitiva Adamo che ha mangiato il frutto dell'albero della
scienza del bene e del male, attraverso le "12 fatiche", tenta
di conquistare l'albero della vita. Tra i due alberi egli getta
un ponte, invisibile nella sua potenza spirituale, cioè
l'architrave ideale fra le due colonne, la Maestria che
sostanzialmente rappresenta il superamento del binario: vale a
dire la costituzione del Rebis o androgino ermetico che è
superamento della polarità sessuale o morale.
Il Rebis è il serpente che non striscia e che sta su due piedi:
uno maschile ed uno femminile e che sottopone entrambi al suo
spirituale comando.
In questo momento Eva diventa enormemente potente, talché può
schiacciare la testa del serpente "tentatore" e acquista un
ruolo positivo, creativo, immortale. Essa cioè diventa la esatta
polarità opposta, quella lunare. L'anima intesa come natura
femminile (inconscia nell'uomo) raggiunge l'equilibrio con
l'animo (natura maschile) e quindi si ha la combinazione in un
solo essere della "forze aurea e di quella umida".
Avviene l'auto-generazione senza seme in una matrice vergine
dopo che anima e animus hanno celebrato le loro nozze. L'uomo
così generato si eleva a piani di spiritualità superiore in
quanto la donna (vergine-madre) liberatasi dall'amoroso possesso
verso il figlio lascia che egli diventi adulto e che cresca su
un piano di pura coscienza.
L'anti-Eva
A tale scopo ricorriamo ad un personaggio che va sempre più
interessando: alludiamo a Lilith.
Nel Dizionario delle Religioni" di Alfred Bertholet, alla voce "Lilith"
si legge: "In origine era un demone femminile babilonese delle
tempeste; dagli Ebrei fu concepita come uno spettro che si
aggira fra le rovine e in luoghi deserti (Isaia XXXIV,14) e per
associazione con la parola ebraica "Lajela" (notte) come un
fantasma notturno. La sua designazione come prima moglie di
Adamo (in tali termini viene presentata nella goethiana "Notte
di Valpurga") deriva da una tarda tradizione ebraica.
Questo personaggio può corrispondere alla dea che vive di per sé
e che si insinua nel rapporto uomo- donna con la potenza di
Demetra (che non a caso presiedeva ai divorzi).
Ne abbiamo già sottolineato l'aspetto temibile, la potenza
castratrice nei confronti dell'uomo che non può esistere di
fronte ad essa.
Potremo in un certo senso dire che siamo di fronte al mondo
dell'istinto femminile, che ignora il mondo solare per restare
oscuro ed inquietante, senza possibilità creative.
Lilith è stata sempre considerata come una creatura demoniaca e
temibile; in un testo ebraico viene così presentata: "La vecchia
Lilith è la donna di Samaël, tutti e due sono nati alla stessa
ora, nell'immagine di Adamo ed Eva e si stringono l'uno
all'altra".
Questa descrizione ci fa pensare che nel rapporto uomo-donna
esiste un piano d'ombra.
Inoltre, nello Zohar, Lilith è indicata come la Regina dei
Demoni. Essa dopo aver eccitato l'uomo cui manchi una
controparte femminile, lo stimola a compiere l'atto sessuale e a
creare a proprio demoniaco vantaggio un corpo nato
innaturalmente. Lilith quindi diventa una creatura infernale,
più potente del serpente che striscia nell'Eden, in quanto tenta
l'uomo di disperdere la forza creativa, ovvero a coartarla
sicché non senta necessità di trasmutazione rigenerativa o,
nella migliore delle ipotesi, a svilupparla esclusivamente come
desiderio inferiore.
Sicché i frutti che ne conseguono sono i "demoni" che, secondo
il Libro di Enoch nascono appunto da Lilith, sono cioè le
interminabili individuazioni, i molti del mondo manifestato che
non si concilieranno mai nell'Unità.
L'uomo e la sua esistenza sono ora raffigurabili rovesciando il
triangolo equilatero della Loggia semplice, la Stella a cinque
punte della Loggia Giusta e quella a sette punte della Loggia
giusta e perfetta.
Il triangolo ascendente, dal corpo fisico ed animico a quello
spirituale, si rovescia e lo spirito soggiace alla pesantezza
del corpo. L'uomo non riesce a svuotarsi degli organi vegetativi
e quindi a sostituirli con i valori ed i tesori della saggezza
iniziatica. Il soma, il piombo, la pietra esigono la rivincita
ed affermano la vanità, l'orgoglio, l'egocentrismo ed il
narcisismo.
Compresso e costretto lo spirito, l'anima si spegne non avendo
più alcun alimento, proprio come la luna alla quale venga a
mancare la luce solare.
Trionfa il corpo fisico e si compiace della "caduta" nella quale
trova la sua origine, la sua esistenza e la sua fine.
La meravigliosa, Stella Fiammeggiante diventa un simbolo
infernale con le due punte in alto che contengono le corna del
capro e che ora rappresentano forze contrapposto e che mai più
potranno raggiungere un equilibrio nella armonica unione del
Rebis, in quanto Lilith si é posta fra esse e da un lato
determina una polarità femminile predisposta a stati morbosi
della psiche a intonazione erotica, eccessi o inibizioni,
inversioni o complessi e dall'altro una virilità dominata dalla
collera, dalla violenza, dall'imprudenza, dalla gelosia, dalla
vendetta e dalla terribile aggressività di Marte guerriero.
Infine poi nella stella a sette punte, nei vertici,
l'ingiustizia ed il lassismo troveranno il loro regno. Giove
ostenterà l'illegalità, l'arroganza, l'orgoglio, la mania di
grandezza o disorientamento, l'eccesso di vanità, la sfiducia,
il pessimismo.
E Saturno, ormai solo nella sua esasperata misantropia, timido,
diffidente, pauroso ed invidioso, già vecchio appena nato,
aspetta e teme la falce della MORTE che con il suo taglio pone
fine a tutte le cose.
Lilith fuligginosa, come una nuvola nera, come un'ombra, si
aggira nella notte ansiosa popolata di fantasmi, soddisfatta per
il compimento dell'opera che dalla procreazione fisica è scesa
sempre più giù fino all'annullamento totale dell'essere.
1 - Il SOLE per gli astronomi è l'astro centrale intorno al
quale tutto ruota, astrologicamente esso rappresenta il nucleo
centrale della individualità, della personalità, la sintesi
dell'Io. Nella tripartizione dell'Uomo può esprimere il corpo
fisico, quale necessario o visibile supporto della esistenza
quaternaria. Simboleggia la forza creatrice, la vita,
l'evoluzione; sono quindi connessi ad esso valori diurni ed
attivi, di luce e di calore.
2 - La LUNA per gli astronomi è un satellite non ha quindi in sé
il principio di luminosità, ma ne è il riflesso. Rappresenta
pertanto valori notturni e ricettivi. Accanto alla sintesi
solare, all'io attivo, rappresenta l'io ricettivo e i suoi
contatti emotivi con il mondo circostante. Nella tripartizione
esprime l'anima (o corpo fluidico) che malgrado ogni splendore
non ha luce propria: quella che le giunge è riflessa dallo
spirito, come quella che giunge alla Luna è riflessa dal Sole.
3 - MERCURIO è l'astro più vicino al Sole, quindi è quello più
vicino all'lo, ne è l'ausiliario, lo sottrae all'istinto,
all'intuizione e al sentimento per il tramite della ragione,
della intelligenza, della percezione intellettuale; lo pone in
contato con il mondo esterno per il tramite della parola, cioè
della capacità tipicamente umana di comunicare il proprio
pensiero, quindi di scambiare idee, opinioni, punti di vista.
Accanto all'attività solare e alla sensibilità lunare si pone la
intellettività mercuriale; accanto alla individualità corporea
ed animica sorge lo stimolo verso valori più "aerei", più
"mobili", più "sottili".
4 - VENERE simboleggia innanzitutto ciò che è femminile (umido)
quindi ciò che è dolce e gradevole, ciò che esalta il sentimento
dell'amore e del bello, l'affinità e l'armonia dello scambio e
della comunione affettiva. È anche legata alla sensualità cioè
allo slancio e alla gioia dei sensi e al piacere più raffinato e
spiritualizzato della forma e dell'estetica.
5 - MARTE simboleggia ciò che è maschile (secco), corrisponde al
desiderio virile di inserirsi nel mondo esterno mediante azioni
dirette, compiute con volontà e libero arbitrio. Quindi non solo
Marte rappresenta la misura in cui l'uomo sa affermare la sua
virilità, ma anche la misura in cui è capace di adoperare la sua
volontà, la sua aggressività, la sua forza di fronte alla vita.
6 - GIOVE astronomicamente è il corpo più voluminoso che gira
intorno al Sole; astrologicamente l'espansione si manifesta
nella relazione di questo pianeta con le cose più varie. La sua
influenza diventa, in un certo senso, riassuntiva di quanto é
stato determinato dai pianeti più rapidi e più vicini al sole,
ed infatti tende a riunire in una manifestazione unitaria
l'istinto, (Luna) la ragione (Mercurio), l'affettività per
persane e cose (Venere), la forza e la volontà (Marte). L'unione
o l'intima pienezza determinatasi nella raggiunta maturità
dell'Io (che ormai conosce la legge degli opposti ed il loro
equilibrio) fungono da stimolo alla formulazione di valori
superiori in virtù dei quali ad ognuno è riconosciuto ciò che
gli è dovuto ed ogni diritto altrui è rispettato. L'uomo
perviene alla conoscenza di un attributo divino: la GIUSTIZIA.
Insieme alla temperanza alla fortezza e alla saggezza (tutti
attributi di Giove) rappresenta le virtù cardinali. A questo
punto vien fatto di chiederci: la giustizia è proprio una sola
delle virtù o è la virtù stessa? La virtù é essenzialmente una:
l'unità dell'anima con sé stessa, ossia l'armonia con le sue
diverse parti; la Giustizia solo in relazione alle singole parti
dell'anima assume il nome di fortezza, temperanza o saggezza.
7 - La tradizione indica in SATURNO il pianeta del Karma e del
Destino, cioè della forza regolatrice che spinge al "compimento"
e alla "realizzazione". Con questo pianeta é un ciclo che si
realizza e si chiude: non a caso a Saturno è dedicato il Sabato,
il settimo giorno: Dio di Mosè avendo finito la sua Opera in
tale giorno, si riposò, lo benedisse e lo santificò. Saturno é
quindi il simbolo della completezza, della vecchiaia e della
saggezza è cioè il momento conclusivo di ogni acquisizione,
quello della resa dei conti; quello in cui l'Io sostenuto da una
ambizione calcolata e paziente si avvia alla conquista del
frutto proibito e quindi al definitivo abbandono della felicità
animale del paradiso terrestre. Saturno appare coma la grande
leva di questa lotta intellettuale, morale e spirituale in cui
una sola é la legge: il RIGORE, cioè l'assenza di indugi
misericordiosi e di esitazioni pietose. A questo punto, in forza
di questa legge non c'è più posto per certi valori di Venere o
della Luna, ed è Saturno che, con rigore, é incaricato di dare i
colpi di falce, di tagliare i cordoni ombelicali, di liberare
l'uomo dalle prigioni degli istinti e dalle mutevolezze delle
passioni e dei sentimenti. l dati percettivi forniti da Mercurio
vanno ora rigorosamente selezionati affinché nella profonda
concentrazione saturnina si possa creare l'alimento al vigore
intellettuale e filosofico e finalmente si possa aprire la porta
alla saggezza per una più larga comprensione del mondo e delle
cose e soprattutto di sé stessi.
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