Mi sembra utile, a questo punto, chiarire il senso di questa lunga pars destruens in cui il lettore è stato coinvolto… In fondo, neanche questa brillante studiosa di cui abbiamo finora parlato osa squarciare gli ultimi ‘veli’ che ci separano dall’oggetto agognato… La Pompeo Faracovi dimostra in modo incontrovertibile che altro è l’astrolatria, altro l’astromantica, altro ancora il connubio astrologia - stoicismo o astrologia - peripatetismo tardo, rispetto alla pura e semplice "possibilità astrologica": ossia l’idea di poter individuare dei nessi significativi e non per questo "necessitanti", tra il ciclico movimento dei pianeti e dei luminari e i corpi e le "anime" degli abitanti della terra.. Dimostra ancora che, lungi dall’essere un corpus monolitico e immutato di dottrine e pratiche - come qualche storico anche stimato immagina debbano essere tutte le tradizioni "esoterico - occultistico - iniziatiche" - , l’astrologia non ha smesso, al suo interno, di dibattere nei secoli intorno al fatto se: "…la corrispondenza astrologica rimanda a una influenza diretta degli astri sull’uomo, a quello che storicamente è stato indicato con il termine influsso, oppure va interpretata come concomitanza che, irriducibile al piano della casualità, richiede il riferimento a un livello diverso di causazione? L’influsso astrale, ove di esso si decida di parlare, va inteso come un fatto fisico, interno al mondo naturale, oppure va interpretato come un effetto che, pur intervenendo a livello fisico, è veicolo di un intervento provvidenziale, divino? Per riprendere i termini di un antico dibattito: gli astri sono cause, e in quale misura, oppure sono segni, oppure cause e segni insieme? E ancora: che rapporto c’è fra le inclinazioni naturali, astrologicamente diagnosticabili, e la personalità, il carattere effettivi; fra le inclinazioni e l’esistenza che l’individuo di fatto vivrà? In che relazione stanno il condizionamento astrale( ove di questo si tratti) e la personalità umana?’’ Eppure non siamo ancora arrivati ad rem. Per spiegarmi meglio farò riferimento ad un capitolo importante della storia recente di quest’arte, il cui patrocinio gli antichi attribuirono alla musa Urania. Importante perché emblematico di un certo modo ‘trasversale’ e diffuso di affrontare il "problema" astrologia. Alludo alle ricerche statistiche dei coniugi Gauquelin, Michel (soprattutto) e Françoise [8]. Dal 1955 ( anno della pubblicazione del primo libro di Michel: Influenza degli astri, studio critico e sperimentale) in poi, costoro hanno fondato, su base scientifica, il controllo statistico di alcune connessioni singolari tra la presenza di determinati astri alla levata (ascendente) e alla culminazione (medio cielo) negli oroscopi di persone appartenenti a precise categorie sociali. Cioè, dall’esame statistico di migliaia di oroscopi emergerebbero empiricamente delle "costanti" che la teoria astrologica, in quanto "tradizione", enunciava aprioristicamente da secoli. Superfluo osservare che le ricerche dei Gauquelin, subito emulati da vari epigoni, costituiscono il vanto e il salvacondotto di tantissimi astrologi, soprattutto allorché debbano cimentarsi con lo "scienziato" scettico e irridente di turno. Capita così, talvolta,in televisione, di poter assistere ad una ‘gustosa’ scenetta che indubbiamente oscilla tra il comico e il grottesco: l’ "astrologo" ostenta lo scudo dell’indagine statistica scientificamente apprezzabile e dissimula così, per quanto gli è possibile, il proprio abissale complesso di inferiorità. Lo "scienziato", tronfio, sorridente, sicuro di sé, prima biascica qualcosa contro le superstizioni, frutto di una mentalità arcaica, infantile e ottenebrata, poi contesta qualche aspetto della ricerca "scientifica" di cui l’astrologo è tanto fiero, seminando dubbi e incertezze qua e là; infine conclude che, in fondo, qualche dato statistico non significa nulla. Che fondamenti razionali o scientifici possiede l’astrologia? Chi può provare certe "influenze", come misurarle? Da ultimo, ignorando le accorate proteste e le timide distinzioni fra zodiaco tropico e zodiaco siderale che l’astrologo, farfugliando, tenta di spiegare, insieme a mille altre cose, lo scienziato saluta e ringrazia il conduttore, le cui frasi di commiato agli spettatori si sovrappongono ormai ai balbettii del paonazzo e smarrito astrologo. L’unico caso in cui un silenzio quasi sacrale e solenne accompagna parole dedicate a pianeti e costellazioni è quello ove, anziché un pover’uomo armato dei suoi faticosi sincretismi, puntellati pseudo - scientificamente, compare sulla scena (riviste specializzate o ancora la televisione) il ciarlatano di turno, ieratico e accattivante, pronto a snocciolare quotidiane verità assolute sui milioni di cancri, leoni, sagittari, pesci et cetera, ben disposti a nutrirsi della sua saggezza rassicurante dall’altra parte dello schermo o della carta stampata. Ma, al di là di ogni ironia e divagazione, il "caso" Gauquelin, dicevo, è emblematico. Esso dimostra la scarsa attitudine alla riflessione sui "principi primi" dell’arte, da parte degli astrologi "militanti"; e mette in luce un angolo problematico finora ‘insormontato’ da parte degli storici, inclusa Ornella Pompeo Faracovi, la quale, onde nobilitare l’oggetto della sua indagine, rassicura il lettore ancora perplesso, che ha appena iniziato a sfogliare il suo libro, in questi termini: "Se tuttavia, mettendo fra parentesi i più svariati pregiudizi, accettiamo di confrontarci con la sterminata bibliografia astrologica contemporanea, constatiamo con indubbia sorpresa come sia di tutt’altro tipo il profilo degli studiosi che, negli Stati Uniti e in Francia, in Inghilterra, in Svizzera e in Germania, messi in soffitta cappelli a punta, manti stellati e sfere di cristallo, adoperano complesse tecniche di elaborazione statistica, si muovono con disinvoltura fra i computer, si confrontano con psicologia e psicoanalisi. Pur nelle reciproche differenze, gli indirizzi più vitali dell’astrologia contemporanea puntano a fornire autonomi contributi conoscitivi all’indagine psicologica, alla psicoterapia, alla caratterologia, al vasto campo teorico e operativo connesso ai problemi dell’orientamento scolastico, delle scelte professionali, della selezione del personale. Nessuna divinazione: la previsione dei comportamenti futuri , strettamente collegata all’indagine delle inclinazioni individuali,viene formulata in termini rigorosamente probabilistici..Astrologi che non spargono incensi, né si ammantano di sacralità, trasmettono un’immagine inaspettatamente laica e antiretorica dell’astrologia, certo diversa dalle immagini tradizionali…"[9] Magnifico! Ecco finalmente un’immagine della ‘scienza’ astrologica, affrancata da ogni possibile sospetto di superstizione o "arcaismo"… Ma a cosa servono raffinatissime ricerche statistiche, se non a "provare" empiricamente un patrimonio dottrinale tramandato nei secoli - e in secoli in cui non vi era possibilità di analisi statistica nel senso "scientifico" escogitato dai "moderni" - , dunque un corpus di teorie che costituisce quello che si dice una "tradizione"?. Chi codificò, elaborò, e rielaborò questa tradizione non operava induzioni empiriche, non aveva peraltro i mezzi per farlo e non ne sentiva la necessità teorica né pratica (salvo piccoli dettagli, campionature su piccolissima scala e sempre marginalmente rispetto all’intero e complesso insieme dottrinario). Insomma, noi avremmo la paradossale situazione di un’arte o scienza cosmologica, completa e assai raffinata, la quale pretende - nelle sue varie articolazioni - nientedimeno che poter descrivere, a priori, il senso complessivo di quello che un tempo veniva chiamato il "divenire" del mondo sublunare. L’astrologia, nelle sue diverse suddivisioni interne, non si limita a "spiegare" accadimenti di singoli individui, di popoli e degli elementi della natura terrestre (alluvioni, terremoti, cataclismi, etc…); essa insegna che ogni pietra, pianta, animale in quanto specie o genere è suscettibile di essere catalogato e conosciuto attraverso le sue caratteristiche astrali di riferimento. Si tratta in tutto e per tutto di una cosmologia: su cosa è fondata ab origine? |