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State ascoltando "Battesimo Massonico" di Clavel

 

 

Nella sua Histoire pittoresque de la franc-maçonnerie et des sociétés secrètes, alle pagine 40-41, Bègue-Clavel riferisce ancora, illustrandola con l'incisione a fianco riportata, un'altra tradizione. Lo stesso Clavel commenta l'incisione a p. 76 nel seguente modo:
«La scena si svolge nella sala dei passi perduti della Loggia. A destra, è la nutrice che tiene il lupacchiotto sulle sue ginocchia. Manifesta stupore e  timore alla vista dei Fratelli che si presentano decorati delle loro insegne e con la spada in mano, e sembra volere difendere il prezioso deposito che gli è stato consegnato».

 


 

Se il neonato è un ragazzo, scrive Clavel, la Loggia è convocata per procedere alla sua adozione. Orna il Tempio con foglie e di fiori; si dispongono dei contenitori per bruciare dell'incenso. Il lupacchiotto e la sua nutrice sono portati, prima dell'apertura dei lavori, in un locale accanto al Laboratorio. I lavori vengono aperti. I sorveglianti, il padrino del lupacchiotto, vi si recano alla testa di una deputazione di cinque fratelli.
Giunto accanto al lupacchiotto, il capo della deputazione, in un'allocuzione che rivolge alla nutrice, gli raccomanda, non soltanto di vegliare sulla preziosa salute del bambino la cui cura gli è confidata, ma anche di coltivare la sua giovane intelligenza e di tenere sempre discorsi veri e sensati. Il lupacchiotto viene allora separato dalla sua nutrice e posto da suo padre su un cuscino, e introdotto nella Loggia dalla deputazione. Il corteo si avvicina sotto una volta di fogliame fino al piede dell'Oriente, dove si ferma.

 

 

 

 

M.V.: Chi portate qui, Fratelli miei?

1° Sorvegliante: Il figlio di uno dei nostri Fratelli che la Loggia ha desiderato adottare.

M.V.: Quali sono i suoi nomi, e quale quello massonico che gli date?
 

Il padrino risponde, aggiungendo al cognome ed ai nomi del bambino un nome caratteristico, come Véracité, Dévoûment, Bienfaisance, o altro della stessa natura.

Allora il venerabile scende dal suo trono all'oriente, si avvinca al lupacchiotto e tenendo le mani distese al di sopra della sua testa, innalza al cielo una preghiera affinché si renda degno un giorno dell'amore e delle cure che il Laboratorio va a votargli. Poi sparge dell'incenso negli appositi contenitori; pronuncia il giuramento di apprendista, che il padrino ripete in nome del lupacchiotto; lo cinge quindi del grembiule bianco, lo costituisce e lo proclama bambino adottivo della Loggia, facendola applaudire a questa adozione.

Compiuto questo cerimoniale, risale al trono, fa porre i sorveglianti col lupacchiotto alla testa della colonna del nord, e pronuncia in un discorso di circostanza, gli obblighi ai quali li chiama il loro titolo di padrini. Dopo la risposta dei sorveglianti, il corteo che ha introdotto il lupacchiotto nella Loggia si riforma, e lo riconduce nel locale dove l'ha preso rendendolo alla sua nutrice.

L'adozione di un lupacchiotto impegna tutti i membri della Loggia che dovranno badare alla sua educazione, e più tardi se è necessario, aiutarlo a stabilirsi. Si redige un verbale circostanziato della cerimonia che è firmata da tutti i membri della Loggia ed è rimesso al padre del lupacchiotto. Questo documento lo dispenserà dal subire le prove, quando raggiungerà l'età richiesta per potere partecipare ai lavori della massoneria; in quell'occasione ci si limiterà a fargli rinnovare il suo giuramento