L'incalzare della lettura dei rituali non lascia
generalmente il tempo di soffermarsi e coglierne
compiutamente i contenuti e le implicazioni. Come
l'acqua che scorre sui sassi ne bagna la superficie
senza penetrarla, così le parole sfiorano la mente e
con la chiusura dei Lavori e l’uscita dal Tempio il
ricordo evapora.
Vi propongo allora alcune considerazioni ispirate
alla cerimonia di questa sera.
Il Solstizio d'inverno è detto “La porta degli Dei”
e, come dicevano gli antichi, pànta theòn epì gùnasi
kéitai): tutto giace sulle ginocchia degli Dei,
tutto può succedere.
Questo è considerato il momento della massima
potenzialità di cambiamento, tant'è vero che il capo
d'anno è la tipica occasione per esprimere progetti
e buoni propositi per l'anno che comincia.
Con la ripresa del ciclo solare si usa aggiungere ai
buoni propositi anche l'augurio di un anno migliore
di quello appena trascorso. Infatti non possiamo
guardare al Solstizio d’Inverno senza considerare
l’intero ciclo dell'anno perché oltre che tempo di
programmi è anche tempo di bilanci.
Il Rituale di questa sera richiama la nostra
attenzione sul fatto che qualsiasi progresso,
qualsiasi forma di conoscenza, non sono di alcun
vantaggio per l'Uomo quando siano usati senza il
rispetto, senza l'Amore per i propri simili.
L'esperienza infatti ci insegna che la smania di
primeggiare causa conflitti, l’avidità di potere
genera corruzione e quella di denaro spinge a
comportamenti criminali.
Il contesto economico-sociale presenta gravi
problemi e la vita è avvelenata da ansie, delusioni,
invidie, ire e rancori.
Non c'é pace! Ed ogni anno si rinnova l'eterno ciclo
delle speranze e delle buone intenzioni.
Questa è una realtà che non può essere eliminata ma
può certamente essere migliorata ovunque esistano
persone che scelgano consapevolmente di coltivare
rapporti amichevoli, fraterni, basati sul reciproco
rispetto, sul riconoscimento dell'uguale dignità
delle opinioni, e sulla libertà di poterle esprimere
senza generare conflitti.
Questi sono i fondamenti del Metodo Massonico.
Il Sole che pian piano scaccia le tenebre e riporta
la luce è la metafora dell'Uomo che comincia il suo
percorso di perfezionamento sulla Via Iniziatica e
prende progressivamente coscienza di sé.
La Via Iniziatica è faticosa, difficile, piena di
ostacoli: è un lungo percorso di auto- educazione e
lungo questa Via è facile perdersi.
Ma noi abbiamo il “navigatore”, anzi... ne abbiamo
diversi: sono i nostri Rituali che, grado dopo
grado, richiamano l' attenzione su vari aspetti
della realtà e ci suggeriscono degli itinerari da
seguire, degli argomenti su cui riflettere.
E’ bene leggerli e rileggerli questi rituali,
periodicamente, tutti, con attenzione, soprattutto
quelli dei gradi ormai superati, perché la
quotidiana immersione nella vita profana fatalmente
ci distrae e può farci perdere l’orientamento e col
tempo le cose si dimenticano ma è studiando,
comprendendo e soprattutto facendo nostri i Valori
che ricaviamo dai Rituali che un poco alla volta
diventiamo Massoni: questo è l'unico modo, non c'è
un'altra strada.
Come è stato poco fa ricordato citando il F Goethe
la formula più pura della Tradizione è “Muori e
Divieni” che esprime il processo di morte/rinascita,
che accompagna il risveglio della coscienza. Infatti
ogni volta che superiamo vecchi schemi e vecchie
credenze lo spirito muore e rinasce generando un
Uomo Nuovo che avendo cambiato il modo di vedere le
cose reinterpreta il Mondo alla luce delle nuove
conoscenze.
In altre parole: cresce.
Il Rituale di questa sera ci propone dunque il
doppio tema della Crescita personale e dell’Amore
fraterno, universale.
Gli antichi filosofi distinguevano sostanzialmente
tre forme di amore: Eros, Filia e Agàpe.
Eros ha una connotazione chiaramente sessuale e non
riguarda il nostro percorso.
La “Filia” (filosofia, filantropia, cinefilia, ecc.)
è caratterizzata da una buona disposizione d’animo,
un interesse particolare nei riguardi di argomenti,
progetti o persone a cui dedichiamo la nostra
attenzione attivamente e con passione.
Però può accadere che questa buona disposizione
d’animo finisca col focalizzarsi su correnti
ideologiche o religiose o su capi carismatici e
allora la “filia” può facilmente degenerare in
fanatismo producendo contrasti e inimicizie, talora
violenze, perfino atrocità: la storia ne è piena.
Non per niente si richiede che il profano che bussa
alle porte del Tempio sia “ libero e di buoni
costumi”, ovvero libero da condizionamenti
ideologici o religiosi ed il cui comportamento sia
caratterizzato dalla correttezza e dalle buone
maniere.
Evidentemente la Filia è un tipo d'Amore
insufficiente e non del tutto adeguato ad
“edificare templi alla virtù, scavare profonde ed
oscure prigioni al vizio e lavorare al bene della
Patria e dell’Umanità” che sono le ragioni e gli
scopi per cui ci raduniamo nei nostri Templi.
La forma di Amore che dobbiamo imparare e sviluppare
in noi, l'unica degna degli Iniziati, quella a cui
fa riferimento il Rituale di questa sera, è dunque
l'Agàpe, l'Amore fraterno, incondizionato e
disinteressato, quello che ci fa provare il piacere
di fare un piacere agli altri, che ci rende
disponibili, ci fa collegare il nostro bene col bene
di tutti perché tutti cerchiamo le stesse cose:
libertà, rispetto, pace e amore.
L'Agàpe è il frutto di una scelta deliberata, il
risultato consapevole di chi coltiva l'Arte Reale,
che è quella che, attraverso progressive prese di
coscienza, ci porta ad essere i veri padroni, Re e
Regine di noi stessi.
La via da seguire ci è indicata già nel Gabinetto di
Riflessione, anche se lo capiremo dopo: VITRIOL.:
Visita interiora terrae rectificando invenies
occultum lapidem: guardati interiormente e
correggendo i tuoi difetti troverai la “pietra
nascosta”, le fondamenta del tuo essere, la tua
essenza più profonda.
Michelangelo diceva che ogni blocco di marmo
contiene già la statua e che lo scultore non deve
fare altro che asportare il materiale che la
nasconde.
Noi dobbiamo essere i Michelangelo di noi stessi:
con maglietto e scalpello eliminare meschinità,
servitù ideologiche, pastoie religiose, vanità,
pregiudizi, e chi più ne ha più ne tolga.... e
portare alla luce la nostra natura migliore,
scolpire in noi stessi il nostro capolavoro.
Certo non è un lavoro da poco (è il lavoro di tutta
una vita) ma imparando a governare e tacitare le
pulsioni dell' Ego, i nostri egoismi, diminuisce il
bisogno di auto-affermarsi, di imporsi, la necessità
di distinguersi, di apparire in qualche modo
diversi, speciali, superiori.
Cambia il modo di vedere le cose e cominciamo a
percepire di essere parte integrante, anche se
infinitesimale, di un'Entità di ordine superiore.
Dapprima possiamo percepire l'energia della Loggia,
il suo Egrégore, e via via si arriva ad intuire
anche la sostanziale Unità dell'Essere, del Kosmos
che ci comprende.
La correzione delle scabrosità del carattere, il
duro lavoro di sgrossamento della pietra, la presa
di coscienza di chi e cosa siamo veramente, portano
ad un progressivo aumento della serenità e della
sicurezza di sé, stiamo meglio con noi stessi e con
gli altri.
Così diventa più facile seguire l'esortazione ad
“amare il nostro prossimo come noi stessi”, a “fare
agli altri tutto il bene che vorremmo fosse fatto a
noi”, a rispettarsi, ovvero rispecchiarsi l'un
l'altro nella Fratellanza Universale: “io sono te e
tu sei me” che è un po' l'equivalente, sul piano
orizzontale, del “come in alto così in basso” della
Tavola Smeraldina: un passaggio dalla perpendicolare
alla livella.
A questo punto, come si legge nel rituale di I°
grado, “si riconoscerà dalla saggezza dei discorsi,
dalla serietà del contegno e dalla prudenza delle
azioni”, in altre parole si riconoscerà dai nostri
comportamenti, dai nostri “buoni costumi”, che siamo
Veri Figli della Luce.
Crescere spiritualmente, diventare persone migliori
ed auto-educarci al rispetto e all'Amore per i
propri simili.
Questo è il messaggio che, anno dopo anno, ci viene
trasmesso al Solstizio d'inverno. Mettiamolo tra i
buoni propositi, impegniamoci a realizzarlo nel
miglior modo possibile e un po' alla volta anche il
Mondo diventerà migliore, almeno quello che ci
riguarda più da vicino....
Buona fine e buon principio a tutti. |