Giancarlo Elia Valori

 

Raimondo Di Sangro

Il Principe di Sansevero e la magia dell'Illuminismo

 

Futura Edizioni

 

 

Ma qual è il messaggio unitario e corale della Cappella Sansevero, il senso profondo e unico della sua struttura e dei suoi simboli che, come tutti i simboli, rimandano sempre ad altro?
Forse la chiave della logica iniziatica della Cappella Sansevero è da vedere nella selezione e nella sequenza delle sculture, in numero di dodici (gli Apostoli, le Costellazioni...) che hanno i nomi delle virtù e degli "Stati dell'animo", delle Passions de l'Ame di cui si occupava Cartesio poco prima di morire, lo abbiamo visto.
Il Disinganno, la Pudicizia, il Decoro, la Liberalità, l'Educazione, la Sincerità, la Soavità del Giogo Maritale, il Dominio di sé Stesso, lo Zelo della Religione, l'Amor Divino, la Mestizia, l'Angelo. Sono tutte, rispettivamente, affezioni dell'Anima, caratteri umani e divini insieme, tratti della storia della vita terrena e del lungo passaggio verso l'Iniziazione precedente alla Morte.
Sia gli "stadi" della Religione Cattolica che quelli dell'Iniziazione sono qui enumerati, in forma di stazioni di una nuova Via Crucis, un passaggio e un viaggio dall'anima concupiscibile e materiale alla Illuminazione dell'Angelo, che appare alla Fine dei Tempi e alla fine del proprio tempo terreno, quando il Sapiente diviene alter Christus, nella luce dello Spazio mistico liberato dal passaggio, una volta per tutte, del Risorto.
Il Disinganno, la Pudicizia, lo stesso Cristo Velato potrebbero avere il significato di una ricerca autonoma e libera, come nella tradizione Massonica attuale, verso la Verità, senza gli intermediari di una Tradizione visibile, vetusta e ormai adatta ai più, non ai pochi, agli "uomini d'oro" di quelli che Nietsche chiamava i "tempi ultimi".
Per alcuni, la Pudicizia e il Disinganno ritrarrebbero rispettivamente la madre e il padre del Principe, e quindi il Cristo Velato sarebbe la stesso Raimondo di Sangro, alla presenza delle nobili prosapie familiari, entrambe perdute tragicamente nella vita terrena.
 

  

 

 
 
 

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Musica: "Fuga XLVIII ° di Atalanta Fugiens" di Michaël Maier 1687