Ma qual è il
messaggio unitario e corale della Cappella Sansevero, il senso profondo e
unico della sua struttura e dei suoi simboli che, come tutti i simboli,
rimandano sempre ad altro?
Forse la chiave della logica iniziatica della Cappella Sansevero è da vedere
nella selezione e nella sequenza delle sculture, in numero di dodici (gli
Apostoli, le Costellazioni...) che hanno i nomi delle virtù e degli "Stati
dell'animo", delle Passions de l'Ame di cui si occupava Cartesio poco prima
di morire, lo abbiamo visto.
Il Disinganno, la Pudicizia, il Decoro, la Liberalità, l'Educazione, la
Sincerità, la Soavità del Giogo Maritale, il Dominio di sé Stesso, lo Zelo
della Religione, l'Amor Divino, la Mestizia, l'Angelo. Sono tutte,
rispettivamente, affezioni dell'Anima, caratteri umani e divini insieme,
tratti della storia della vita terrena e del lungo passaggio verso
l'Iniziazione precedente alla Morte.
Sia gli "stadi" della Religione Cattolica che quelli dell'Iniziazione sono
qui enumerati, in forma di stazioni di una nuova Via Crucis, un passaggio e
un viaggio dall'anima concupiscibile e materiale alla Illuminazione
dell'Angelo, che appare alla Fine dei Tempi e alla fine del proprio tempo
terreno, quando il Sapiente diviene alter Christus, nella luce dello Spazio
mistico liberato dal passaggio, una volta per tutte, del Risorto.
Il Disinganno, la Pudicizia, lo stesso Cristo Velato potrebbero avere il
significato di una ricerca autonoma e libera, come nella tradizione
Massonica attuale, verso la Verità, senza gli intermediari di una Tradizione
visibile, vetusta e ormai adatta ai più, non ai pochi, agli "uomini d'oro"
di quelli che Nietsche chiamava i "tempi ultimi".
Per alcuni, la Pudicizia e il Disinganno ritrarrebbero rispettivamente la
madre e il padre del Principe, e quindi il Cristo Velato sarebbe la stesso
Raimondo di Sangro, alla presenza delle nobili prosapie familiari, entrambe
perdute tragicamente nella vita terrena.
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