La Teodicea della

Qabalah

 

Di 

Francis Warrain

 

 

 

 

Har Tzion Edizioni

Qabalah è il termine ebraico che indica il complesso delle dottrine esoteriche e mistiche dell'ebraismo, esposte in un enorme complesso di scritti pubblicati, in un numero ancora maggiore di manoscritti e in un vastissimo patrimonio di tradizioni orali.

Il momento di maggior fioritura della Qabalah si situa intorno al III-IV secolo, ma affonda le proprie radici in una tradizione mistica ininterrotta che la collega con i movimenti apocalittici, con il Talmud e con la Bibbia. Alla formazione della Qabalah che fu organizzata in maniera sistematica intorno al XIII secolo - contribuirono dottrine gnostiche, neoplatoniche, neopitagoriche, islamiche e cristiane.

In "La Teodicea della Qabalah", Francis Warrain ne ripercorre i principali aspetti - le Sephiroth, l'Equilibrio della Bilancia, i Nomi Divini e la loro Plenitudine - per tentare di indagare il rapporto tra Dio e mondo, tra Assoluto e relativo.

« Affermare Dio è, nello stesso tempo, sostenere che Egli non è nulla di ciò che noi possiamo concepire; attribuendogli una natura, infatti, distruggiamo il carattere di assolutezza insito nella nostra affermazione. La nozione di Dio dà luogo, quindi, ad una antinomia fondamentale e, sebbene Kant l'abbia esposta in tutta la sua acutezza, era già sostenuta implicitamente da tutte le dottrine esoteriche, da Platone sino a San Tommaso. Tutti i maestri hanno riconosciuto che abbiamo di Dio una rappresentazione mentale negativa ed una affermativa. Egli non è nulla di quanto potremmo concepire, però - nello stesso tempo - questa impossibilità ad indicarlo non significa una privazione di essere e di specificità ma al contrario testimonia una certezza che supera tutte le nozioni di essere e di natura. E in questa accezione che bisogna intendere i termini nulla, niente, non esistente che talune dottrine esoteriche hanno posto come ultra-principio».

Francis Warrain nasce a Marsiglia il 10 ottobre 1867. Uomo di vasta cultura artistica e scientifica, intraprende fin da giovanissimo l'attività di scultore, rimanendone peraltro insoddisfatto. Carattere inquieto e grande ricercatore, incontra ben presto le opere di Hoéné Wronski, studioso che gli sembra, con Platone e Keplero, il solo pensatore che abbia saputo, attraverso la matematica, intuire i più profondi principi metafisici, fornendo con il suo sistema filosofico una via d'uscita ai problemi nei quali la filosofia di allora si dibatteva sterilmente. Si applica allo studio della metafisica e della matematica. Del 1905 è un saggio di estetica, in parte pubblicato sulla rivista La Voie, il cui contenuto fu in seguito riutilizzato ne LArmature métaphysique. Da qui ai problemi del simbolismo matematico il passo è breve; pubblica ne La Voie saggi sulle geometrie non euclidee e su quelle a n dimensioni. Dall'insieme di questi studi nasce L’Espace (1907). E a questo punto della sua vita che elabora la sua opera principale, LArmature métaphysique, la cui stesura richiederà quattro anni di lavoro. Nella matematica Warrain sembra trovare le analogie più adeguate e il simbolismo più adatto per ordinare le ricerche, precisare le deduzioni e tradurre le idee metafisiche. A quest’ordine di idee si collegano, La Conception Psychologique de la Gamme (1921), La Pensée de Charles Henry (1930), Essai sur l'Harmonices Mundi de Képler (1942). In seguito comincia la pubblicazione della monumentale L'Ouvre philosophique de Hoéné Wronski, in parte inedita. Metafisico e mistico, Francis Warrain consacra la sua vita intellettuale al tentativo di difendere e rendere accessibile al pensiero moderno l'orizzonte dello spirito, il quale solo permette di risolvere correttamente l'antinomia tra Assoluto e relativo. Sulla scia dei pitagorici e dei cabalisti ha insomma definito le condizioni essenziali di una gnosi intermediaria tra fede e ragione che si avvicini alla Verità. Muore il 29 febbraio 1940 a Val-la-Reine.  

  

 

 

 
 
 

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Musica: "Fuga XXIV° di Atalanta Fugiens" di Michaël Maier 1687