Carissimi Fratelli, Sono Dario A. Di Reggio Emilia, attivo e quotizzante nella rispettabile Loggia di Antica Tradizione Ca Ira 1130. Durante le passate festività natalizie sono stato ospite, con la mia famiglia, della vostra stupenda città. In quell’occasione, visitando la Basilica di San Pietro, ho reso omaggio al tumulo di Papa Paolo VI. Raccontatolo ai miei Fratelli (apprendisti) di Loggia, sono stato irriso, addebitandomi ambiguità e contraddizione. Cerco il vostro conforto.
Né ambiguità né contraddizione!
Hai certamente ragione a dolertene, carissimo Dario, ma probabilmente i tuoi giovani Fratelli di Loggia ignorano alcuni fatti.
Raramente gli uomini celebri sfuggono alla deformazione iconografica. I Papi, quasi meno degli altri. Eppure, sembra proprio che Paolo VI vi sia scampato. E poiché i biografi non si trovarono subito concordi nell'attribuirgli una classificazione definitiva, come capitò per esempio a Pio X ed a Giovanni XXIII, se ne sbarazzarono cercando in lui ambiguità e contraddizione. Nessuno dei suoi predecessori è stato diffamato quanto lui. Forse perché, ai tempi loro, l'arte del diffamare non aveva conseguite le presenti garanzie di impunità.
Per gli altri, la morte di un Papa, è un evento proverbialmente raro ma pure, a frequenza di anni e di decenni, ricorrente. Per noi massoni, la sua morte segnò la fine di Chi fece cadere la condanna di Clemente XII e dei suoi successori. Ossia fu la prima volta - nella storia della Massoneria moderna – che un capo della più grande religione occidentale morì non in stato di ostilità con i Massoni.
E allora è plausibile che un Massone possa rendere visita al tumulo di questo Papa, senza ambiguità né contraddizione. Il WebMaestro _______________________________
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