Carissimo Bruno, in quel periodo storico, nelle altre nazioni europee (non parliamo ovviamente della Germania) vi fu soltanto (incredibile a dirsi) una campagna antimassonica nella "democraticissima" Svizzera.
Si era ormai consumato in Italia da circa 10 anni l'assalto del Fascismo al Tempio Massonico quando nel 1936-37 la Massoneria svizzera fu bersaglio di una violenta campagna orchestrata alla promozione di un referendum per inserire nella Costituzione Federale un articolo che proibisse la nostra istituzione.
La richiesta di referendum fu sottoscritta da 56.212 cittadini. Il consiglio federale elvetico votò il rigetto della iniziativa con, 106 voti contro 2.
Si manifestarono contro la proposta i liberal-democratici, i liberal-conservatori, i contadini e i socialisti.
I vescovi cattolici ne presero le distanze dichiarando il referendum di carattere esclusivamente politico.
Il partito cattolico conservatore affermò allora che, se la chiesa cattolica era avversa alla Massoneria per motivi di principio e per motivi storici, solo con armi spirituali i cattolici dovevano continuare la lotta contro un sodalizio che giudicavano incompatibile con la Chiesa.
Il referendum si svolse e tutti i cantoni - ad eccezione di quello di Friburgo - rigettarono la proposta: 525.339 voti contro 23.491.
Ma la storia si ripete, ed ecco che dieci anni più tardi, siamo nel 1946-47, in sede di costituente, il partito cattolico italiano, seguendo l'esempio di quello svizzero, tentò rabbiosamente di inserire un articolo rivolto contro la Massoneria. Anche in questo caso, però, l'articolo fu degradato, dal dibattito in aula, a inerte relitto di una prava intenzione.
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