Carissimi Fratelli, sono il F:. neo Apprendista Claudio C. di Lecce, leggevo nel vostro sito (bellissimo è dir poco) i Quaderni di Simbologia Muratoria del Maestro Ivan, a proposito del ribaltamento della Squadra. Ora ho appreso che questo strumento appartiene al mio grado dove non c’è, o almeno nessuno me lo ha saputo spiegare, questo ribaltamento. É quindi un evento che devo attendere nei gradi superiori, come un passaggio dalla mia condizione “passiava” ad una condizione “attiva” propria del Compagno o del Maestro? Perdonate questa domanda di un Apprendista che ignora, non ha capito o forse ha confuso. Con il T:.F:.A:. Claudio
Carissimo Claudio, effettivamente un poco di confusione…. vediamo insieme:
La squadra rappresenta l'espressione più semplice di una «situazione» puramente interiore, e comunque metafisica, alla cui definizione non è sufficiente alcun numero di parole. In particolare, essa appare come la raffigurazione estremamente sintetica di due possibilità di «essere» e di «operare» : una passivo-ricettiva, o statica — ma che può essere anche quella, per altro verso, dell'«agire senza agire»; l'altra, di sforzo o di tensione — ma anche, da un superiore punto di vista, dinamica, o attivo-operativa. È chiaro che l'una o l'altra connotazione possono intendersi in senso «più» o in senso «meno», a seconda del piano a cui ci si riferisce. Perciò il passare dell'apprendista dalla perpendicolare alla livella (ѓ) non è un semplice «passare dall'attivo al passivo», bensì è un transito dall'operosità attiva ad un'operosità più quieta e sottile, come, sul piano profano, di un operaio che diventasse - strana coincidenza di termini «capo squadra». A questo punto soltanto la squadra si può ribaltare (L), ma la verticale che ora si contrappone all'orizzontale non è più «quella di prima»: è una nuova verticalità-attività, che riassume e supera le due «situazioni» precedenti, in un operare che, come viene insegnato, «conduce nella camera di mezzo», ossia al perfetto controllo della squadra, e alla sua subordinazione al compasso. Quante cose ancora in uno strumento, o in un segno, così semplici, non credi Claudio? L'uomo supino (—) può essere «morto», ma può anche aver superato la verticalità spontanea (I) dell'agire profano. L'uomo in piedi può essere il profano che lotta e che cerca d'imporsi, o magari l'apprendista al suo primo contatto con la pietra; ma può anch'essere il risorto, colui che contempla, disteso ai suoi piedi, ciò che é stato e che ormai non é più: può essere l'anima finalmente «stante» e non più «cadente». La squadra é preziosa perché disciplina, precisa, orienta — senza attivamente costringere. Al Fratello servirsene per costruire interiormente, sulla sua scorta, le varie altre immagini simboliche a cui può dar luogo il suo segno, fino al supremo incontrarsi delle quattro squadre, fino alla croce cosmica al cui centro egli abbia, da ultimo, la capacità di porsi. Porgi i nostri saluti a tutti i FF:. della tua Officina e al tuo M:.V:. Grazie per gli apprezzamenti. Il WebMaestro _______________________________________ Questa pagina è stata letta | | Volte |
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