I dettagli della Rassegna Stampa sono consultabili sul sito del Grande Oriente d'Italia: www. grandeoriente.it

Notizie, eventi, avvenimenti, comunicazioni

 

 

  • 8.09.2009 - Roma - Prendono il via venerdì 18 settembre a Villa Il Vascello, sede del Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani le iniziative con le quali la più importante istituzione massonica italiana intende - quest’anno - celebrare la ricorrenza del XX Settembre e quella dell’Equinozio di Autunno, data quest’ultima che segna la ripresa dei lavori massonici. Due - infatti - i grandi temi che verranno trattati in due distinti Convegni: quello del contributo della Massoneria al processo di unificazione nazionale, e quello dei rapporti tra il “sacro e la ragione” anche alla luce dell’Enciclica“Caritas in Veritate”. Il primo sarà affrontato venerdì pomeriggio alle ore 18,30 dagli storici Santi Fedele, dell’Università di Messina, Fulvio Conti, dell’Università di Firenze e Ferdinando Cordova dell’Università “La Sapienza” di Roma, coordinati da Marco Novarino, dell’Università di Torino. Sui rapporti tra Sacro e Ragione, Caritas e Veritas, poli di una dialettica imprescindibile per la società postmoderna si confronteranno, sabato19 settembre alle ore 10,30 sempre a Villa Il Vascello - moderati da Antonio Panaino, dell’Università di Bologna, sede di Ravenna - Valerio Zanone, Michele Ciliberto, della Scuola Normale Superiore di Pisa; Giancarlo Elia Valori, economista e docente universitario; Alessandro Meluzzi, psichiatra e scrittore. Entrambi i Convegni saranno chiusi dall’intervento del Gran Maestro Gustavo Raffi che, nel pomeriggio di sabato, alle ore 19, pronuncerà il suo intervento - “allocuzione” in gergo massonico - sugli impegni e sulle iniziative della Istituzione nei prossimi mesi. Domenica 20, infine, a Porta Pia è prevista la cerimonia per la deposizione di una corona di alloro davanti al monumento che ricorda la Breccia e che rappresenta, per i Massoni, il valore irrinunciabile della laicità.
     



 

  • 15.09.2009 - Roma - "Non avremmo mai pensato che il 150° dell'Unità nazionale potesse finire, nel nostro Paese, al centro di polemiche e politiche tanto sconcertanti". Inizia così il tradizionale Manifesto - a firma dell'avvocato Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia di Palazzo Giustiniani, la maggiore Istituzione massonica del nostro Paese - in occasione delle celebrazioni per il XX Settembre. "Nel 1911, il Cinquantesimo dell'indipendenza - scrive ancora Raffi - fu salutato da esposizioni memorabili che culminarono a Roma nella consacrazione del Vittoriano. Nel 1961, l'Italia del boom, allora in piena espansione economica, dopo le Olimpiadi di Roma confermava i valori fondanti della coesistenza unitaria, ponendo la lingua italiana e la formazione dei giovani al centro del riscatto di tante famiglie appena uscite dalla miseria". Raffi si chiede poi: "E oggi? Dovremmo tornare ai dialetti, ai vessilli regionali, alla celebrazione dei Borbone o degli Asburgo? E da questa negazione del vincolo unitario che cosa dovremmo aspettarci?" "Appare lontano - afferma il Gran Maestro - un nuovo Rinascimento, o un nuovo Medioevo comunale". "Crediamo - scrive ancora Raffi - che una classe dirigente complessivamente incapace di dar vita ad un autentico programma pedagogico di educazione nazionale, in grado di restituire dignità e orgoglio a noi tutti e a nostri figli, possa difficilmente dar prova di quella capacità di visione, d'immaginazione creativa, di cui l'Italia ha una disperata necessità per uscire dal cono d'ombra di un declino annunciato e apparentemente ineluttabile". "Abbiamo bisogno di futuro, come le donne e gli uomini del Risorgimento - conclude. Il 150° dell'Unità a questo deve servire: non alla facile retorica o a celebrazioni dal sapore un po' stantio, ma alla riflessione comune per progettare quello che dovremo essere. Tutti insieme". Le iniziative per la ricorrenza del XX settembre e dell'Equinozio d'Autunno prenderanno il via venerdì 18 a Villa Il Vascello, sede del Grande Oriente d'Italia.Due i temi che verranno trattati in due distinti convegni: il contributo della Massoneria al processo di unificazione nazionale e quello dei rapporti tra il "sacro e la ragione", anche alla luce della recente Enciclica "Caritas in Veritate" di Papa Benedetto XVI.
    Il primo convegno, venerdì pomeriggio alle ore 18,30, ha per titolo: "1859 la rinascita della Massoneria e l'inizio dell'unificazione dell'Italia: due percorsi a confronto". Prevista la partecipazione dagli storici Santi Fedele, dell'Università di Messina; Fulvio Conti, dell'Università di Firenze; e Ferdinando Cordova, dell'Università La Sapienza di Roma; moderatore Marco Novarino, dell'Università di Torino.
    Seconda occasione di confronto, sabato 19 alle 10,30, con il convegno "Il Sacro e la Ragione. Percorsi e confronti anche alla luce dell'Enciclica 'Caritas in Veritatè", che vedrà l'intervento di Valerio Zanone, Michele Ciliberto, Giancarlo Elia Valori e Alessandro Meluzzi, moderatore Antonio Panaino, dell'Università di Bologna.
    Sempre sabato alle ore 19, il Gran Maestro Raffi pronuncerà il suo intervento - "allocuzione" in gergo massonico - sugli impegni e sulle iniziative della Istituzione nei prossimi mesi.
    Domenica mattina 20 settembre a Porta Pia - infine - è prevista la cerimonia per la deposizione di una corona di alloro davanti al monumento che ricorda la 'breccià e che rappresenta per i massoni italiani - come ricorda Raffi - "il valore irrinunciabile della laicità".

 

 

  • 16.09.2009 - San Giovanni in Persiceto - Il 23 e 25 Settembre, convegno dell'Università di Bologna con il contributo del Grande Oriente d'Italia: Pettazzoni e la storia delle religioni. Raffaele Pettazzoni è uno storico delle religioni della prima ora quando studiare la materia religiosa - in modo scientifico e comparativo - significava ricevere gli strali della Chiesa e del fronte laico. Siamo nei primi del Novecento e può capirsi il clima: c'è chi avocava a sé il diritto esclusivo di occuparsene oppure chi lo riteneva una perdita di tempo.
    Ecco perché Pettazzoni merita di essere ricordato, ma non solo per questo, visto che il suo nome è legato anche a un grande impegno civile. E per il Grande Oriente d'Italia pure per la sua appartenenza alla Massoneria: entrò nella loggia "Rienzi" di Roma nel novembre del 1907.
    Tre giorni di convegno, dal 23 al 25 settembre, a San Giovanni in Persiceto - suo paese natale nel bolognese - ne celebreranno la figura nell'ambito della Summer School dell'Università di Bologna, con enti patrocinatori di tutto rilievo e il contributo del Grande Oriente d'Italia. Tra i promotori dell'iniziativa figura Antonio Panaino, direttore scientifico della nostra rivista "Hiram", questa volta nella sua veste accademica, nell'ateneo bolognese, di professore di Storia religiosa del mondo iranico. Il convegno "Pettazzoni e la Storia delle Religioni" si svolgerà nella Sala Consiliare del Comune (Corso Italia 74) con tre giornate fitti di lavori dalle 9,30 alle 17,30.

  • 17.09.2009 - Roma - Il cordoglio del Grande Oriente d'Italia per l'attentato di Kabul
    Telegramma a:
    Presidente della Repubblica
    Ministro Difesa
    Capo Stato Maggiore delle Difesa
    Capo Stato Maggiore Esercito
    A nome della Massoneria del Grande Oriente d'Italia di Palazzo Giustiniani e dei massoni italiani tutti esprimo all'Esercito italiano e ai familiari delle vittime i sensi del nostro più profondo cordoglio per il tragico e vile attentato - avvento oggi a Kabul - contro i militari italiani.
    La Massoneria rende onore agli Uomini caduti e ai feriti formula i migliori auguri per una pronta guarigione.
    Il Paese intero si stringa solidale e grato a questi uomini che con il sacrificio estremo della loro vita hanno voluto testimoniare il supremo valore di quegli ideali di pace, giustizia, libertà e democrazia - propri del patrimonio intoccabile della nostra Nazione che essi hanno voluto condividere con il popolo afgano.
    In questo tragico momento la Massoneria rivolge anche un augurio al popolo afgano affinché, anche nel nome dei nostri Caduti e di quegli ideali per i quali hanno sacrificato la vita, sappia finalmente trovare la via della pace, della democrazia e della solidarietà.
    Gustavo Raffi, Gran Maestro

 

  • 18.09.2009 - Roma - Riccardo Scarpa intervista il Gran Maestro Gustavo Raffi per L’Opinione delle Libertà leggi il testo

  • 19.09.2009 - Roma - (AGI) - "Se togliamo il Risorgimento, cosa resta della nostra identità nazionale?". Il Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia (Goi), Gustavo Raffi, non ha dubbi: una classe dirigente davvero credibile dovrebbe "dare vita a un autentico programma pedagogico di educazione nazionale". Così, alla vigilia del XX Settembre, festa laica da sempre ricordata dai massoni italiani, lancia un grido d'allarme: "Salviamo il 150esimo dell'Unità d'Italia".
    Sul banco degli imputati, nel corso del convegno dal titolo: "1859: la rinascita della Massoneria e l'inizio dell'Unificazione dell'Italia", tenutosi a Villa il Vascello sede nazionale del Goi, innanzitutto quello che il professor Fulvio Conti, dell'Università di Firenze, definisce il revisionismo storico "clerico-borbonico".
    Prospettiva con la quale, anche nell'epoca che vede il tentativo di rilancio di un federalismo che nel Risorgimento venne battuto da "uno spirito nazionale che andava da tutt'altra parte", non sono possibili - incalza il professor Santi Fedele, dell'Università di Messina - "riconciliazioni" postume.
    Anche quando, ricorda Raffi, viene rilanciata a sorpresa dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, nel suo intervento alla festa dei giovani del Pdl a Roma, con il consiglio di leggere il libro "Risorgimento da riscrivere" di
    Angela Pellicciari, un pamphlet - secondo Raffi - 'antirisorgimentalè, che piccona il sentimento dell'unità nazionale, tanto che: "Piccona oggi, piccona domani, le cose prendono una brutta piega e si rischia di dimenticare cos'è la nostra nazione".
    La Massoneria, perseguitata in vari periodi storici fino alla sua cancellazione in Italia ai tempi del fascismo, fu antesignana di libertà e modernizzazione all'epoca delle repubbliche giacobine e in quella napoleonica.
    Oppressa negli anni della Restaurazione in molti dei sette Stati in cui era ancora divisa l'Italia nel 1859, con la sua rinascita proprio in quello stesso anno, con la loggia Ausonia di Torino, innestò il processo unitario nei due anni che sconvolsero la penisola e portarono nel 1861 all'Unità, a partire dall'impresa dei Mille di Giuseppe Garibaldi, eletto poi Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia nel 1864.
    Fu la Massoneria, ricorda il professor Ferdinando Cordova, dell'Università La Sapienza di Roma, a innervare il liberalismo cavouriano e il progetto di D'Azeglio di "fare gli italiani". Decisivo, per il professor Marco Novarino, dell'Università di Torino, l'impegno per legittimare uno Stato che nasceva debole e per determinare la sua modernizzazione, a cominciare dalla legge Coppino per la scuola elementare per tutti, dall'ampliamento del suffragio elettorale con Depretis, dall'abolizione della pena di morte con Zanardelli, dal primo codice sanitario di Crispi e Bertani e dalla battaglia modernissima per il divorzio, bloccata però ai primi del Novecento da un Giolitti alla ricerca di intesa con i cattolici che si riaffacciavano in politica.
    Insomma, un fervore in sincronia con il processo unitario, per costruire quella "pedagogia patriottica", quella "religione civile", a cui di recente ha restituito prestigio l'azione del Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, a partire dal rilancio di simboli del Tricolore e dell'Inno nazionale.
    Per Raffi "non ci può essere un paese che non ha memoria" e per questo la memoria del Risorgimento è un elemento fondamentale. Per la Massoneria "l'importante non è rivendicare" primogeniture storiche, "anche se nella nascita degli stati nazionali i massoni sono stati sempre in prima fila, da George Washington a Simon Bolivar... In Italia - sottolinea il Gran Maestro -basta snocciolare i nomi: da Giuseppe Garibaldi a Francesco Crispi. E allora, per tornare al presente, è possibile dare accoglienza, far fronte a un fenomeno enorme come quello delle migrazioni, soltanto se si ha una forte identità nazionale". (AGI)

 

  • 19.09.2009 - Roma - (ASCA) - ''Il confronto sulla libertà, le migrazioni, la bioetica, i grandi temi del lavoro e della famiglia è per i massoni -appassionati di umanità - la grande sfida di oggi, banco di prova che regga l'urto della globalizzazione di tutti i conflitti, da quello sulle regole della vita alle nuove guerre economiche o di religionè'.
    Lo ha detto il Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia di Palazzo Giustiniani, la maggiore Istituzione massonica del nostro Paese, Gustavo Raffi chiudendo il convegno di studi su ''Il Sacro e la Ragione, percorsi e confronti anche alla luce dell'enciclica 'Caritas in Veritatè'', che ha caratterizzato la seconda giornata della celebrazioni per il XX Settembre e l'Equinozio d'Autunno.
    Domani, giornata di chiusura della tre giorni di celebrazioni per il XX Settembre e per l'Equinozio d'Autunno, il Gran Maestro Raffi deporrà, insieme ad una delegazione di massoni, la tradizionale corona d'alloro alla breccia di Porta Pia che ''rappresenta l'essenza stessa della laicità, valore irrinunciabile per tutti i liberimuratori''.
    Intervenendo poi sul tema del 150* dell'Unità nazionale, Raffi ha detto che mai ''avremmo immaginato che esso potesse finire al centro di polemiche e politiche tanto sconcertanti''.
    ''Crediamo - ha aggiunto - che una classe dirigente complessivamente incapace di dar vita ad un autentico programma pedagogico di educazione nazionale, in grado di restituire dignità e orgoglio a noi tutti e a nostri figli, possa difficilmente dar prova di quella capacità di visione, d'immaginazione creativa, di cui l'Italia ha una disperata necessità per uscire dal cono d'ombra di un declino annunciato e apparentemente ineluttabilè'.
    ''Nel 1911, il cinquantesimo dell'indipendenza - ha detto ancora Raffi - fu salutato da esposizioni memorabili che culminarono a Roma nella consacrazione del Vittoriano. Nel 1961, l'Italia del boom, allora in piena espansione economica, dopo le Olimpiadi di Roma confermava i valori fondanti della coesistenza unitaria, ponendo la lingua italiana e la formazione dei giovani al centro del riscatto di tante famiglie appena uscite dalla miseria'.
    ''E oggi? Dovremmo tornare ai dialetti, ai vessilli regionali, alla celebrazione dei Borbone o degli Asburgo? E da questa negazione del vincolo unitario - ha concluso Raffi - che cosa dovremmo aspettarci?''.

  • 20.09.2009 - Roma - (AGI) Festeggiare il 150esimo dell'Unità d'Italia non per fare della facile retorica o dar vita a celebrazioni dal sapore un po' stantio, ma per lanciare "una riflessione comune per progettare quello che dovremo essere, tutti insieme".
    Il Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia (Goi), Gustavo Raffi, ha deposto a Porta Pia, nella ricorrenza del XX Settembre, una corona di alloro davanti al monumento che ricorda la 'Breccia' e il completamento dell'Unità nazionale e un'altra ai piedi del monumento a Giuseppe Garibaldi al Gianicolo.
    Nella allocuzione pronunciata sabato sera a Villa Il Vascello, sede nazionale Goi, al termine di due giornate di convegni di studio e di festa per il XX Settembre e per l'equinozio di autunno, data che tradizionalmente segna la ripresa dei lavori massonici, Raffi aveva rimarcato: "Niente cemento per celebrare l'Italia. Non serve qualche colata di calce o nuovi monumenti fini a se stessi, quanto invece recuperare pensieri e simboli che valgono ancora oggi. Basta dunque con un Risorgimento marmoreo, piuttosto si deve valorizzare il suo spirito profondo, le sue regole di libertà fondate sulla ragione e sulla laicità della convivenza civile.
    I valori di quel messaggio risorgimentale possono costituire l'antidoto più efficace contro la disgregazione civile: quella verso l'alto, in direzione di un globalismo massificato, e quella verso il basso, in direzione di un particolarismo asfittico e urlante, interessato solo la proprio cortile".
    Per Raffi: "Ci sono tensioni ideali che stanno alla base della nostra identità che vanno riscoperte. Questo deve essere il tempo della priorità della cultura contro i virgolettati urlanti della politica, del pensiero capace di costruire destino contro lo squallore dei gossip e il potere dei metalli, della formazione civile rispetto alle strampalate idee di secessione. Occorrono progetti e identità per non cadere nelle trappole del pensiero unico e della omologazione".
    Unità d'Italia significa oggi, secondo Raffi, "guardare coraggiosamente ai grandi temi, primo fra tutti quello dell'immigrazione" e, ricordando la vicenda degli esuli mazziniani in partenza dal porto di Genova dopo i falliti moti del 1821, ha rilevato:
    "La storia può ripetersi, assume colori di pelle diversi, ma è sempre storia di uomini e di ricerca di libertà. Storie che attendono e meritano risposte, non chiacchiere vane".
    Ma anche su di un altro fronte di grande attualità diventerebbe poi "falso richiamarsi alla lezione di libertà civile del Risorgimento e invece trascurare, nei fatti, il sostegno alla ricerca, che è la pietra angolare della conoscenza o peggio assumere atteggiamenti oscurantisti e pseudo clericali nel settore della bioetica, abbandonando la strada maestra dell'affidarsi alla responsabilità del ricercatore nelle sedi scientifiche e al controllo del dibattito civile in sede pubblica".
    Raffi ha concluso: "Ecco perchè la Massoneria, erede degli ideali risorgimentali, illuministici e rivoluzionari, intende contribuire con rinnovata energia alla costruzione del senso nazionale e lancia ponti di dialogo con altre istituzioni e con la società di cui è parte, per insegnare la tolleranza, la laicità, l'emancipazione, il progresso, la rigenerazione, la giustizia sociale.
    Dal Risorgimento alla modernità le grandi sorgenti massoniche hanno ancora molta acqua da dare alla coscienza dei popoli. Ecco perchè chiederci come celebrare i 150 anni dell'Unità d'Italia, significa chiedersi come ricominciare a sentirci più italiani e più europei, e soprattutto come essere più uomini liberi".

  • 28.09.2009 - Roma - É on line la nuova edizione del telegiornale del Grande Oriente d’Italia dedicata alle celebrazioni del XX Settembre e dell’Equinozio di Autunno realizzate il 18 e 19 settembre.
    Hanno caratterizzato i festeggiamenti i convegni di studi “1859. La rinascita della Massoneria e l'inizio dell'unificazione dell'Italia: due percorsi a confronto” e “Il Sacro e la Ragione. Percorsi e confronti anche alla luce dell'Enciclica Caritas in Veritate”. Una serie di interviste ai relatori approfondisce i contenuti degli incontri e i momenti più significativi delle celebrazioni culminate con l’allocuzione del Gran Maestro Raffi.
    Il Telegiornale documenta anche la mattina del 20 settembre con la deposizione della tradizionale corona di alloro a Porta Pia e al monumento a Garibaldi al Gianicolo e l’avvio simbolico dei lavori per la realizzazione della nuova Casa massonica di Roma nella zona di Monte Mario, nell’ampia struttura dell’ex Cinema Belsito.
    Clicca qui per vedere

 

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