Il libro della genesi di Adamo 

 

 

 

É scritto (Genesi V,1): Ecco il libro della Genesi di Adamo: nel giorno in cui Dio creò l’uomo, Dio lo fece a propria somiglianza.  Scaturisce da questo versetto, che il libro di Adamo di cui parla la Scrittura aveva attinenza con l’immagine dell’uomo. Rabbi Isaac dice: il Santo, benedetto il suo nome, mostrò a Adamo i visi degli uomini di tutte le generazioni che si sarebbero succedute nel mondo. Gli mostrò anche i volti di tutti i saggi e quelli di tutti i re di Israele (Vedere Talmud) [1]. Quando giunse a Davide gli annunciò, mostrandogli il viso, che questi sarebbe nato e morto in un breve spazio di tempo; dal momento che tale era il destino di Davide. Adamo disse allora, rivolto al Santo, sia benedetto[2]: voglio concedere a Davide un tempo di settanta anni della durata della mia vita. Il Santo, benedetto sia, prelevò settant’anni della vita di Adamo, che doveva contare mille anni, e li accordò a Davide. Ecco perché Davide lodò il Signore con queste parole (Salmi XCII,5): ... Perché mi avete riempito di gioia, [55b] oh Signore, per le vostre opere; ed io esulto considerando le opere delle vostre mani. Davide chiese a Dio: chi mi ha riempito di gioia accordandomi la vita sulla terra[3]? Ed egli stesso rispose: Sono i vostri lavori, il che vuole dire: è Adamo, il primo uomo, opera del Santo, baruk ha-shem, e non quello di un uomo di carne e di sangue. È per la ragione che abbiamo appena indicato che il Santo, baruk ha-shem, sottrasse settanta anni dai mille che gli erano concessi originariamente. Il Santo, baruk ha-shem, continuò a mostrargli i saggi di tutte le generazioni future. Quando giunse a Rabbi Aqiba, Adamo si compiacque alla vista della grande erudizione di questo maestro; ma si rattristò vedendone il martirio. É il motivo per cui Adamo esclamò (Salmi CXXXIX,16 e 17): I tuoi occhi mi hanno visto quando ero ancora informe e tutto è scritto nel tuo libro: i giorni hanno ciascuno il loro avvenimento, e nessuno di essi manca. Vedo, però, che hai onorato i tuoi amici in un modo tutto particolare, ed il loro dominio si è consolidato straordinariamente.

La Scrittura dice: Ecco il libro della Genesi di Adamo. Queste parole devono essere prese alla lettera; perché in verità è un vero e proprio libro quello che Adamo possedeva, come è stato già detto sopra. Durante il periodo trascorso nel giardino dell’Eden, il Santo, benedetto il suo nome, consegnò a Adamo per il tramite dell’angelo Raziël, quello delle regioni sacre e capo dei Misteri supremi, un libro. In questo libro era inciso il santo mistero della Saggezza (Hocmâ). Il nome sacro di settantadue lettere vi era spiegato con l’aiuto dei seicentosettanta misteri che conteneva. Al centro del libro era inciso il mistero della Saggezza eterna, con l’aiuto della quale si trovano le millecinquecento chiavi che non sono confidate a nessun essere celeste.

Questo, era un mistero occultato a tutti gli esseri celesti fino al giorno in cui il libro giunse nelle le mani di Adamo. Gli Angeli si riunivano intorno a lui per ascoltarne la lettura e giungere, così, a conoscere il mistero della Saggezza. Gli Angeli esternavano (Salmi LVII,6): Oh Signore, innalzati al di sopra dei cieli e che la tua gloria esploda su tutta la terra. L’angelo sacro chiamato Hadraniel inviò, allora, a Adamo uno dei suoi sottoposti, che lo ammonì con queste parole: Adamo, Adamo! Sii geloso del dono glorioso di cui il tuo Maestro ti ha giudicato degno e non mostrarlo a nessuno; non ad uno degli esseri celesti è stato accordato il privilegio di conoscere il mistero del Maestro, sei il solo che ne possiede il segreto. Adamo nascose, allora, il libro che conservò fino il giorno in cui lasciò il giardino dell’Eden. Per tutto il tempo che lo possedette, lo studiò con raccoglimento e vi scoprì dei misteri ignorati anche da quegli angeli superiori, chiamati i soli celesti.

Quando peccò, trasgredendo il comando del suo Maestro, il libro sparì. Adamo si picchiò sulla testa, si disperò ed affondò fino al collo nelle acque del fiume Ghion, tanto che tutto il suo corpo si coprì di grinze al punto di renderlo irriconoscibile. Il Santo, baruk ha-shem, fece allora restituire il libro dall’angelo Raphaël. Adamo riprese a studiarlo e lo tramandò a suo figlio Seth il quale, al sua volta, lo consegnò alla propria discendenza. Fu così che il libro giunse fino ad Abramo il quale, grazie ai misteri contenuti, seppe, come è raccontato, penetrare la gloria del proprio Maestro. Henoch, pure, possedeva questo libro, ed anche lui, grazie ad esso seppe penetrare la gloria del suo Maestro[4].

 


 

[1] Il chiosatore Derekh Emeth, afferma di avere trovato in un antico manoscritto dello Zohar, la seguente aggiunta: “L’anima di Adamo transmigra in ogni re dell’Israele e continuerà a farlo, da re in re, fino al giorno in cui animerà il re Messia”. Questa variante è conforme alla sentenza del Sepher ha-Peliah citato dallo stesso chiosatore. [Torna al Testo]

[2] Vedere al foglio 140a e 160a. [Torna al Testo]

[3] B. riporta amlu yahb (in questo mondo). [Torna al Testo]

[4] Il seguito di questo passaggio è alla fine della prima parte, nell’appendice al foglio 253b. [Torna al Testo]