L'Eden |
Rabbi Shimon iniziò allora l’interpretazione del seguente versetto (Genesi II,15), e Jéhovah Élohïm prese l’uomo e lo mise nel giardino dell’Eden, affinché lo coltivasse e lo custodisse. Da dove prese l’uomo? Lo prese dai quattro elementi di cui è detto, di là questo fiume si divideva in quattro canali. La Scrittura vuole dire che Dio separò l’uomo da questi quattro elementi e lo pose nel giardino dell’Eden; è così che il Santo, baruk ha-shem, agisce con gli uomini, formati dai quattro elementi. Quando questi uomini fanno penitenza e si dedicano allo studio della legge, il Santo, baruk ha-shem, li separa dagli elementi da cui furono formati. Fanno riferimento a questi uomini le parole della Scrittura, e di là questo fiume si divide in quattro canali, vale a dire, Dio separa le loro anime dagli elementi materiali; in altre parole, li preserva da ogni desiderio sconveniente e li pone nel suo giardino, che è la Schekhina (Zohar II,210a). Affinché lo coltivasse e lo custodisse. La parola, coltivasse sottintende le prescrizioni, mentre, lo custodisse i divieti. Quando l’uomo osserva la legge, è lui che domina i quattro elementi che si trasformano in un fiume con cui sarà dissetato, e non delle acque amare. Questo fiume testimonierà che l’uomo ha saputo dominare gli elementi di cui fu formato. Ma se esso la trasgredisce, sarà dissetato con le acque amare che emanano dell’albero del Male, vale a dire dallo spirito tentatore. Di tutti quelli dominati dai quattro elementi, la Scrittura dice (Esodo I,14), ed egli rendeva loro la vita amara. Al contrario, di quelli che santificano le loro membra ed i loro corpi, collocandoli dal lato del Buono e ponendosi al di sopra i quattro elementi, la Scrittura dice (Esodo XV,23), giunsero a Mara, ma non poterono bere le sue acque, perché erano amare. La tradizione spiega in questa maniera il versetto precedente, ed egli rendeva loro la vita amara coi lavori faticosi sottintende le difficoltà che presenta la legge; la parola behomer (di mortaio[1]) mette a fuoco la regola ermeneutica concernente il rapporto tra una legge mitigata ed un altra intransigente (homer); ou-bilbenim (e di mattoni) sottintende l’alleggerimento (libon) della legge; ed infine le parole, ogni tipo di lavori dei campi, indicano la Boraïtha; mentre, tutti i loro lavori, la Mischnah. Tali sono i lavori faticosi di cui Israele è incaricato durante l’epoca della legge. Quando, però, Israele farà penitenza, si avvereranno le parole della Scrittura (Esodo XV,25), Dio gli mostrò un bosco che gettò nelle acque; ed esse da amare che erano divennero dolci. Il bosco di cui parla la Scrittura è l’albero della Vita; è tramite esso che le acque divennero dolci. Sarà Mosé a procurare ad Israele questo albero che indica il Messia; perché è di esso che la Scrittura dice (Esodo XVII,9), e la verga di Dio era tra le sue mani. La parola Matê (verga) rivela Metatron; dal suo lato provengono sia la Vita sia la Morte. Quando esso si trasforma in verga, è favorevole gli uomini, perché si trova allora dal lato buono[2]; ma quando si trasforma in un serpente, è contro di esso (Zohar III,243a e Tiqounim cap. V e XXV). Ecco perché, quando si trasformò in serpente, Mosé ebbe paura, come è scritto (Esodo IV,3), e Mosé fugge di davanti al serpente. Il Santo, baruk ha-shem, lo ha rimesso al potere di Mosé; così fu formata la legge tradizionale composta di precetti relativi agli alimenti proibiti e permessi. Ma appena Mosé colpì la pietra con la sua verga, il Santo, baruk ha-shem, gliela ha riprese, come è scritto (II Re XXIII,21), l’egiziano comparve, la verga alla mano, e Banalas gliela strappò. La verga di Mosé è lo spirito tentatore, è il serpente, causa della schiavitù di Israele. Le parole della Scrittura, da là questo fiume si divide in quattro canali, possono spiegarsi ancora di un altro modo. Felice l’uomo che si dedica allo studio della legge; perché, nel momento in cui il Santo, baruk ha-shem, prenderà l’anima dal corpo di un tale uomo, essa lascerà l’involucro materiale costituito dai quattro elementi e salirà al cielo per essere posta alla testa di quattro [27b] Hayoth, come è scritto (Salmi XCIX,12), vi porteranno sulle loro mani.
[1] Utensile nel quale si pestano le droghe ecc. [Torna al Testo] [2] L’edizione di Francoforte riporta arfsm invece di arfsb . Secondo questa versione, bisognerebbe tradurre, perché viene, allora, dal lato buono. [Torna al Testo] |