Assemblea del Santuario [9]

É rivelato nel Mistero dei Misteri [10]: la Testa del Re (Zauir Anpin o Piccolo volto) è costituita di Misericordia (Guebourâ) e di Rigore (H'esed) Da questa Testa scendono dei Capelli, come peli su peli, i quali configurano i pioli (di una scala) su cui sono sia gli esseri dell’alto, sia quelli del basso: i Maestri dei Maestri [11], i Maestri di verità, i Maestri di giustizia, i Maestri dell’afflizione e dei gemiti [12], i Maestri di rigore e i Maestri di misericordia.

Le prescrizioni della Scrittura [13] e i suoi insegnamenti, che purificando le tendenze [14], sono anche esse chiamate "Capelli del Re", perché, promanano tutte dall’Antico misterioso e santo. La Fronte del Re è il luogo in cui si svelano i colpevoli, qui, punto in cui il cruccio e la severità si palesano, le loro cattive azioni si rivelano. Occorre distinguerla [15] dalla "Fronte dell’Antico Sacro" che è chiamata "Benevolenza". Gli Occhi del Re ispezionano tutto, controllano in alto e in basso, e tutti i Maestri chiaroveggenti sono chiamati così [16]. Questi (gli occhi) sono di colori diversi e proprio loro (i colori), sono i preposti alle ispezioni del Re, ognuno per il proprio raggio (di gradazione ).

Le Ciglia, rappresentano il luogo dell’ispezione; e quando si abbassano, un fiume di rigore sfugge al raggio del rosso degli Occhi dell’Antico. La Madre volge, allora, verso di lui il bianco degli occhi [17]; e quando il colore rosso, degli Occhi dell’Antico, si stempera con il bianco degli occhi della Madre, questa ultima si colma di latte e allatta tutti; ogni occhio è reso chiaroveggente da questo latte che stilla incessantemente. É il senso delle parole della Scrittura (Cantico V,12): "I suoi occhi sono come colombe, presso un ruscello, lavate nel latte", cioè: nel latte della Madre che sgorga eternamente senza mai esaurirsi.

Il Naso del Re sacro, caratterizza il viso. Quando i rigori si accumulano nel mondo, l’indizio si evidenzia al Naso [18] del Re sacro, ed essi (i rigori) sono attenuati soltanto dal fumo dei sacrifici, così come è scritto (Genesi VIII,21): "E il Signore percepì l’odore gradevole". Il Naso dell’Antico è cosa differente da quello del Re Sacro [19], in quanto questi (l’Antico), non ne ha bisogno [b] perché esso porta il nome di "longanime"(Esodo XXXIV,6): e quanto è indicato come suo Naso, è la "Saggezza" misteriosa. Ecco perché la Scrittura riferisce (Isaia XLVIII,9): "E la mia considerazione ti sarà utile in luogo e al posto del naso [20]".

Ed è appunto la "Saggezza" a far esclamare al Re David (Salmi CXLV,1): "Lodi di David[c]".

"Orecchie del Re": quando la Clemenza regna (si trova) nel mondo, la Madre allatta, e la luce dell’Antico sacro si fonde con quella della Madre, due raggi di luce, scaturiscono dai Cervelli del Padre e della Madre. Sono questi due Cervelli, che illuminano tutti coloro che vengono indicati con: "Cervello del Re"[d] . Nel momento in cui questi due raggi fondono le loro luci, prendono il nome di "Orecchie del Signore"; perché è là, in questa regione, che giunge la preghiera d’Israele; è là che arriva l’eco delle buone e delle cattive azioni; ed è sempre là che i Maestri alati (gli Angeli) riferiscono le voci che hanno raccolto nel mondo; tutti questi angeli portano il nome di "Orecchie del Signore".

Il Viso del Re è conformato dalle luci che proiettano il Padre e la Madre. Queste luci testimoniano la grandezza del Re. Il Viso del Re è il più glorioso di tutti. La Misericordia (H’esed) e il Rigore (Guebourâ), principiano dal volto. All’inizio la luce del Padre è distribuita in tre (luci), e quella della Madre in due; insieme fanno cinque. "H’esed" e "Guebourâ" vi sono aggiunte come fossero una sola luce; questo fa sei. Successivamente "H’esed" e "Guebourâ" si dividono in due; questo fa otto, e "Guebourâ" stessa, che genera nove [21]. Quando queste nove luci sono tutte unite, prendono il nome di "Viso del Re". Ecco perché la Scrittura dice (Isaia XLII,13): "Il Signore apparirà come un guerriero invincibile, ecc. [22]".

Per quanto riguarda le Labbra del Re, è riferito quanto segue: Quando la luce del Padre si diffuse, essa era costituita da tre lucori. Una luce diede origine alla Misericordia suprema, un altra generò ciò che è chiamato "Cervello del Re [23]", e la terza rimase in sospensione fino all’epoca in cui la Madre destò le sue due luci [24]. Allora tutte e cinque proietteranno dei bagliori. In quale maniera ha proceduto la Madre per attivare le sue luci? Tramite una procedura misteriosa e occulta essa si unì al Padre, così come è scritto (Giobbe XXVIII,7): "L’uccello ignora la strada, ecc.". Essa si congiunse al Padre, nell’identica maniera in cui l’uomo si unisce alla donna. Concepì e generò, dando nascita alle cinque luci che, a loro volta, diedero esistenza alle cinquanta porte delle luci supreme. A queste corrispondono i quarantanove argomenti in favore del puro e dell’impuro [25]. Non vi sono che quarantanove argomenti, e non cinquanta, perché una delle luci del Padre è sospesa. Quando tutte queste luci sono unite nel Re, esse prendono il nome di "Labbra del Re".

É nella Bocca del Re che sono racchiusi tutti i tesori. La Bocca è chiamata "Bellezza" (Thiphereth), e il Verbo che essa serra si chiama "Saggezza" (H'cmâ). Quanto alla "Intelligenza" (Daath) è occultata nel Padre e nella Madre e colma tutte la sale e tutti i vestiboli celesti. Quando le due Labbra pronunciano un suono, si ha allora l’immagine del Padre e della Madre generanti l’"Intelligenza". Tutte le parole del Santo, baruk ha-shem, sono state pronunciate dal Padre, dalla Madre e dall’Intelligenza, i tre configurano le due Labbra e il suono della Voce. Questi sono i Tre che la Scrittura chiama (Esodo XXXI,3): "Saggezza, Intelligenza e Scienza".

Queste Tre Luci, compenetrandosi l’un l’altra si manifestano come UNA. Esse formano, così, la "Gola del Re" (o Suono della Voce) di cui la Scrittura riferisce (Cantico V,16): "Dolcezza è il suo palato". Il Suono della Voce è, in realtà, la dolcezza del Re. É a tale dolcezza che fanno allusione le parole della Scrittura (Salmi XXXIV,9): "Gustate e vedete quanto è dolce il Signore". É dalla "Gola" (Suono della Voce) che dipendono gli alti dignitari [26] del Re, così come è scritto (Salmi XXXIII,6): "Dal soffio della sua bocca tutte le armate dei cieli sono state generate". La "Gola" (Suono della Voce) è la cosa più perfetta di tutto ciò che esiste, per questo le lettere che genera: Aleph, Heth, Hé e Ayin [27] sono, anche, le più perfette [28].

Aleph è la lettera simbolica [29] della Luce dell’Antico degli Antichi, del Mistero di tutti i Misteri; Heth [e], è la lettera simbolica della Saggezza [30] di cui nessuno conosce il valore, così come è scritto (Giobbe XXVIII,13): "L’uomo non ne conosce assolutamente il valore". Hé simbolizza la Luce che fluisce dal seno della Madre, Luce che scorrendo come un fiume [f], disseta e allatta tutti i figli, fin quando le nobili sorgenti (la semenza, lo sperma) gli succedono e dissetano (generano) [31] lo Tsaddîq (il Giusto)[g]..

Questo (oppure questa Luce) si congiunge al principio femminile (oppure ad una donna) del mondo, egli (o essa) è benedetto da questa Luce, ed essi (o esse) non si separano più l’uno dall’altro. Così, il bianco scaturisce dal rosso [32], come dice la Scrittura (Cantico IV,6): "Andrò al monte della mirra [h] e alla collina dell’incenso [33]".

Ayin (settanta) è la lettera che simbolizza la maniera di interpretare le parole della Scrittura, le quali sono passibili di settanta interpretazioni [34], tutte alimentate da questo Spirito che fuoriesce dalla Bocca di Dio. A queste settanta interpretazioni, corrispondono i settanta nomi del Santo, baruk ha-shem, come anche le settanta categorie di anime che esistono sulla terra: "Tutte (Genesi XLVI,27) le anime della casa di Giacobbe, che raggiunsero l’Egitto, erano compitate in settanta". Giacobbe rappresenta l’albero fissato nella terra, e le settanta categorie di anime sono unite a lui come i rami all’albero.

Da queste precitate lettere, ne scaturiscono altre quattro. Aleph, avvolge [35] con la sua luce la Gimel, che è il simbolo della ricompensa dei Tsaddîqîm (Giusti) (Ghemoul); è per tale motivo che la Scrittura dice (Isaia LVIII,14): "Troverai le tue delizie in HaShem". Heth, avvolge con la sua propria luce la yud, che è anche il simbolo della Saggezza, poiché la yud è chiusa da ogni lato (come Punto), e la stessa Saggezza è introvabile, così come è scritto (Giobbe XXVIII,13): "Essa non si trova nella terra di coloro che vivono nella agiatezza".

Hé, copre con la sua luce la Caph, immagine del "Corno di Jobele" [36], nel quale la Madre versa il seme da utilizzare per l’unzione del Sovrano del regno di David. Ecco perché non vi può essere Messia di unzione se non nel mistero della Caph.

Ayin, avvolge con la sua luce la Qouph; perché, come Ayin sottintende le settanta interpretazioni della Scrittura; la Qouph sottintende le cento benedizioni da pronunciare ogni giorno [37]. Per questo, in precedenza, si è detto che il Palato (Gola, Suono) è il più perfetto di tutti. Fortunato chi comprende questo mistero e lo custodisce con cura.

Il Corpo del Re (il Tronco) è rappresentato dalla Sephirâ "Thiphereth", e le estremità vi sono attaccate [38]. Le due Braccia del Re, sono le due Luci che si designano con i nomi di "H’esed" e "Guebourâ" (due luci reali), l’una a destra l’altra a sinistra. Le Cosce e i Reni, circoscrivono la regione celeste in cui si concentrano tutte le forze del corpo, come il liquido seminale. Da là tutta la semenza è trasfusa nella regione chiamata "Base del mondo"; infatti essa è la base di un altra regione chiamata "Mondo". Quali Sephiroth li designa ? (le cosce e i reni) "Netzâ" e "Hod". É questo il motivo per cui Dio è indicato con il nome di "Çebaoth" [39]. Benedetto sia e baruk ha-shem sempre e in tutta l’eternità!

Le forze di tutte queste diverse parti del corpo, si raccolgono alla base (Yesod), la quale trasfonde alla donna, che tramite essa ne è benedetta, tutta la semenza sacra; e quando è benedetta da questa semenza? Quando i rigori sono placati nel mondo.

Quando essi sono attenuati in basso, come lo sono in alto, la gioia regna presso il Re e il Santo Nome è completo e Uno, Esso dimora, allora, tra i Tsaddîqîm (Giusti), come è scritto (Salmi LXXXII,1): "Élohïm è presente nella comunità di Dio". Se i rigori non fossero attenuati nel mondo, così come nei cieli, la Madre si allontanerebbe dai propri figli che non sarebbero più allattati; la Sephirâ "Yesod" non si unirebbe più al principio femminile in basso [40]; il serpente dominerebbe sul Re e i rigori imperverserebbero nel mondo; il Principio femminile (la donna) non sarebbe più benedetto nel mondo, lo Tsaddîq (il Giusto) non raccoglierebbe più le benedizioni [41], e il potente serpente sarebbe dominatore. Sciagura al mondo se fosse ridotto a succhiare il seno del serpente!

Rabbi Eléazar chiese a Rabbi Abba [42]: Tutti questi misteri ci sono stati rivelati da mio padre, affinché non abbia a vergognarsi giungendo nell’altro mondo; ma quale motivo necessita che tu li riveli ora? Rabbi Abba rispose: Ho scritto di tutti questi misteri su ordine della "Lampada Santa" (Rabbi Shimon) ad uso dei colleghi; perché occorre che i misteri siano compresi, così come è scritto (Esodo X,2): "... così saprete che io sono il Signore" e altrove (Esodo XXIX,46): "... E sapranno che io sono il Signore loro Dio".

Li scrivo, affinché si fissino nel nostro cuore; poiché da questo momento, i misteri non ci saranno più svelati [43]. Felice la nostra sorte, in questo mondo e nel mondo a venire, per aver ascoltato, fino ad oggi, le sublimi parole della "Lampada Santa".

Sappi che ho veduto in sogno Rabbi Shimon, e gli ho detto: Maestro ci hai insegnato che la Yud è anche il simbolo della "Saggezza" e in effetti, è così, ma perché la Hé è il simbolo di "Binâ [44]"? Egli mi ha risposto: Vedi che la Scrittura dice (Genesi II,10): "E un fiume usciva dall’Eden per irrigare il giardino?" E quale sarebbe questo fiume che usciva dall’Eden? É "Binâ".

La Yud è un Punto misterioso; e la Hé proietta le luci in ogni lato. Ma come ce lo hanno comunicato [45]? La Hé è costituita dalla Daleth e dalla Yud; la Yud si unì alla Hé, proprio come si uniscono l’uomo e la donna, e generarono la vav; è il Figlio che si pone, sempre, dinanzi alla Madre, e che la Madre allatta [46]. Tale è il senso delle parole: "E un fiume usciva dall’Eden per irrigare il giardino". Afferrai le mani di Rabbi Shimon per portarle alle mie labbra, ma in quel preciso istante mi risvegliai. Risi e piansi contemporaneamente, trascorrendo, in seguito, tre giorni senza mangiare. Risi di gioia, e piansi per non essere stato giudicato degno di vederlo ancora una volta, tuttavia, resto costantemente unito in spirito con Rabbi Shimon, e quando il mio animo è sereno, mi sembra di scorgere la sua immagine dinanzi a me.

Felice il destino dei giusti, sia in questo mondo che nel mondo a venire, è di essi che la Scrittura dice (Salmo CXL,14): "Ma i giusti loderanno il tuo nome, e quelli che hanno il cuore retto cammineranno in tua presenza".

 

 

[9] La collocazione del testo è la seguente: Tomo II pagina 471, 478 fogli 122b 123b dell’edizione curata da Jean De Pauly per i tipi Maisonneuve et Larose.(N.d.T.) [Torna al testo]

[10] Vale a dire nel capitolo sciolto del Sepher ha-Zohar conosciuto, appunto, con il titolo di Mistero dei Misteri (Zeh Sepher). [Torna al testo]

[11] Tutti i Maestri, di cui si disquisisce nell’Idra, sono da intendersi sia gli angeli superiori, preposti alla direzione dei loro simili, o preposti alla pratica della verità e della giustizia, ecc. sia i Dottori del mondo, insegnanti di altri Maestri, zelatori di giustizia, di verità ecc. [Torna al testo]

[12] Il passo sottintende sia gli angeli preposti alle devastazioni nel mondo, sia i Dottori votati all’espiazione. [Torna al testo]

[13] Il passo è interpretabile in duplice maniera. La prima fa riferimento ai 613 precetti (Toryog Mitzvot), la cui quantità è estratta per gimatreya dalla parola Thorah, a cui si aggiungono i primi due comandamenti del Decalogo. Questi precetti, ripartiti in 248 propositivi (tu farai) e 365 proibitivi (tu non farai), hanno lo scopo di purificare l’uomo dagli impulsi animali. Benché il loro numero sia indicato con precisione, non vi è accordo generale su di loro, malgrado si sia tentato in molte opere di elencarli. Tale discordanza deriva dalla stessa Tradizione, in quanto essa è, in questo caso, esclusivamente omiletica.

La seconda chiave di lettura, è contenuta al foglio 11b 14b del I^ volume del Sepher ha-Zohar, in cui sono riportate le quattordici prescrizioni della Legge contenute nel racconto del Genesi.(N.d.T.) [Torna al testo]

[14] In altre parole: l’applicazione dei precetti (vedi nota precedente) purifica gli impulsi animali dell’uomo. (N.d.T.) [Torna al testo]

[15] Occorre distinguere l’espressione Fronte del Re da Fronte dell’Antico. In quanto, la prima è riferibile al Piccolo Viso, la seconda al Grande Viso (N.d.T. consultare l’introduzione). [Torna al testo]

[16]  Chiamati, in altre parole: Occhi del Re. [Torna al testo]

[17] Vale a dire: getta uno sguardo di attesa. Si comprende bene che l’Idra vuol dire, con questo passaggio, che la Shechinah stempera la collera di Dio, verso i peccatori, impedendone così lo sterminio e l’annientamento. [Torna al testo]

[18] [a significa sia collera sia naso. [Torna al testo]

[19] Il Re sacro sottintende nell’Idra il Piccolo Volto. [Torna al testo]

b Vale a dire, non ha bisogno del fumo dei sacrifici per attenuare il Rigore, in quanto la Saggezza misteriosa, gli è da sostituta per il Naso, è in tal senso che essa attenua i Rigori. [Torna al testo]

[20] L’Idra attribuisce alla parola \fja il significato di naso, facendola derivare dalla parola \fwj. [Torna al testo]

c Ovverosia: David si rivolse all’Antico dei Giorni, con il desiderio di placarne la collera, utilizzando la parola lode poiché, secondo il versetto di Isaia, citato in precedenza, la lode ha la stessa funzione, presso l’Antico, del fumo dei sacrifici per il Re Sacro. Forse l’Idra vuol sottintendere che David fece allusione alla Saggezza (H’cmâ) divenuta carne e uscita dalla sua stirpe. [Torna al testo]

d Vale a dire tutti gli spiriti (Angeli e Anime) che hanno soggiornato in queste regioni e che vi hanno percepito l’Antico sotto l’aspetto dei due raggi di cui si disquisisce che ne rappresentano il cervello. [Torna al testo]

[21] Con queste nove luci l’Idra indica chiaramente i nove Sephiroth che succedono a Kether. [Torna al testo]

[22] I Sephiroth sono solennemente indicati, nello Zohar, con il nome di armi da guerra. [Torna al testo]

[23] Si è già visto che questa espressione indica Guebourâ, la prima delle Sephiroth inferiori. [Torna al testo]

[24] É la Sephirâ Thiphereth che rappresenta la bocca da cui è uscito il Verbo, così come è detto in precedenza. [Torna al testo]

[25] Ogni parola della Scrittura, secondo la tradizione, è  passibile di quarantanove letture. [Torna al testo]

[26] Cioè gli Hayot e gli Angeli superiori. [Torna al testo]

[27] Queste quattro lettere hanno un suono aspirato similare. [Torna al testo]

[28] Emblema della Perfezione interiore. [Torna al testo]

[29] In ragione del primo posta che occupa nell’alfabeto. [Torna al testo]

e Non ci si stupisca del fatto che l’Idra testimoni la lettera Heth come simbolo della Saggezza, quando, ovunque nello Zohar, è la prima lettera del Tetragramma, la Yud, ad essere accomunata simbolicamente alla prima ipostasi; la Hé alla seconda, e la vav alla terza. Ma nell’Idra non si disquisisce del Nome Sacro, ma delle quattro lettere gutturali. Tale anomalo simbolismo è dovuto alla grafia j che configura uno staio (antica misura di capacità) rovesciato; cioè è considerata l’immagine della Saggezza introvabile ed inafferrabile. [Torna al testo]

[30] La parola H’cmâ (Saggezza) inizia con la lettera Heth. [Torna al testo]

f É il fiume che esce dall’Eden per irrigare il Giardino; il quale designa lo Spirito Santo, come lo stesso Zohar riferisce in diverse occasioni. [Torna al testo]

[31] Con tnbd  awhj, si sottintende il seme virile; il Mikdasch Melek, traduce queste parole ugualmente con xrw  tkkc letteralmente questo termine equivale a “succo di potenza”, cioè della potenza virile. Grandi sorgenti significa dunque semenza. [Torna al testo]

g Secondo l’Idra il succo di potenza o la semenza dello Spirito Santo genera lo Tsaddîq (il Giusto). Si vedrà in seguito che la Madre ha versato questa semenza profumata nel corno di Jobele per servire all’unzione del Sovrano del regno di David, in altri termini per ungere il Messia.

Nell’Idra Zouta è ugualmente affrontata la questione del “succo di potenza” dell’Antico Misterioso, che il Salmista canta con (Salmi CXXXIII,2):“Olio profumato che cola dalla Testa sulla barba di Aronne”. (N.d.T.) [Torna al testo]

[32] Lo Spirito santo è chiamato fiamma rossa (Tiqouné Zohar) e la semenza è bianca. [Torna al testo]

h Si tenga presente che la mirra è di colore rossastro mentre l’incenso di colore eburneo. [Torna al testo]

[33] Il Sepher ha-Zohar utilizza la parola lebonah (incenso) con l'accezione di bianco. [Torna al testo]

[34] Il valore numerico della lettera Ayin è settanta. Considerare che le interpretazioni sono cosa differente dalle letture, riferite in numero di quarantanove.  [Torna al testo]

[35] Letteralmente, protegge. [Torna al testo]

[36] A causa della sua forma curva k. [Torna al testo]

[37] Il valore numerico di Qouph è cento. [Torna al testo]

[38] In altre parole: Thiphereth è collocata nel centro dell’Albero sephirotico, come il tronco nel centro del corpo, tra gli arti. [Torna al testo]

[39] Nome che esprime la forza. [Torna al testo]

[40] Altre versioni: ... non trasferirebbe la sua semenza in una donna. [Torna al testo]

[41] Altra versione: … il Tsaddîq (il Giusto) non sarebbe là per prendere su se stesso i peccati. [Torna al testo]

[42] Ciò che segue, non è più il testo dell’Idra, malgrado vi sia generalmente aggiunto, ma semplicemente alcune osservazioni tra Rabbi Abba, che scriveva sotto dettatura di Rabbi Shimon, e Rabbi Eléazar figlio di quest’ultimo. Rabbi Eléazar rimprovera a Rabbi Abba di aver osato mettere per iscritto così grandi misteri. “Mio padre, risponde, ce lo ha rivelato prima della sua morte, per non arrossire in cielo a causa della nostra ignoranza. Ma tu, perché le scrivi?” [Torna al testo]

[43] Essendo morto Rabbi Shimon. [Torna al testo]

[44] Binâ è lo Spirito Santo. [Torna al testo]

[45] Altre versioni: … Hé era Daleth (d). La yud (y) si unisce a Daleth (yd), proprio come si uniscono l'uomo e la donna, e allora la Daleth si trasforma in Hé (h). La Hé diviene madre e genera la vav. [Torna al testo]

[46] Le lettere Yud e Hé hanno generato la vav che si colloca dinanzi alla Hé finale del Tetragramma. É lo Spirito santo (w) che procede dal Padre (y) e dalla Madre (h). La prima Hé è anche chiamata Figlio. [Torna al testo]

 

Indice

Introduzione Il Testo

 

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