Gli esseri umani sono incapaci di compiere anche il più semplice gesto se non ne traggono un qualche vantaggio e partecipano solo a ciò che ritengono capace, adesso o in futuro, di procurare loro del piacere.
La Qabalah insegna agli esseri umani in che modo è meglio usare la propria natura egoistica e il continuo desiderio di ricevere.
Per raggiungere la spiritualità bisogna infatti espandere il proprio desiderio di ricevere, bisogna espandere questo desiderio fino a volere assorbire tutti i mondi, incluso quello in cui viviamo. È infatti questa l'unica ragione per cui siamo stati creati.
Non è necessario farsi monaci o dedicarsi alla vita ascetica; al contrario, la via della Qabalah invita decisamente le persone a sposarsi, a mettere al mondo dei figli e a lavorare, a vivere insomma una vita completa e normale. Non bisogna rinunciare a niente, dal momento che tutto è stato creato per un motivo e che non c'è alcuna corrispondenza tra spiritualità e moralità.
Quando si inizia a studiare la Qabalah è possibile non avvertire in sé alcuna sensazione di tipo spirituale. In questi casi lo studio inizia solo grazie all'aiuto dell'intelletto: è allora attraverso la mente che dobbiamo aprire il cuore. E solo quando il cuore si sviluppa capiamo (perché lo sentiamo) ciò che è giusto e ciò che non lo è, e veniamo allora in maniera naturale diretti verso la giusta decisione e la giusta azione.
I Cabalisti cominciano a insegnare la spiritualità a piccole dosi, così da consentire agli studenti di espandere senza violenza le loro volontà di ricevere la luce, nonché la loro consapevolezza e il loro sentire spirituali. Una volontà accresciuta porterà con sé maggiore profondità, comprensione e cognizione. Solo allora è possibile raggiungere il più alto livello di spiritualità raggiungibile, alle radici dell'anima stessa.