Introduzione

Il quinto capitolo dell'Iggeret ha-Qodesh, tratta dell’intenzione nell’atto sessuale: essa ha la forza di plasmare il frutto dell’azione, come la mente di un artista modella l’opera delle sue mani. Il riferimento biblico è ripreso dall’episodio narrato in Genesi XXX,39 dove Giacobbe mostra rami con delle scorzature bianche davanti al gregge durante la monta, e la forza dell’immagine fa generare alle sue pecore agnelli striati e macchiettati. Altro episodio menzionato è quello di rabbi Yochanan, un uomo di bellissimo aspetto che, secondo il Talmud, Berakot 20a, andava a sedersi davanti all’uscita dei bagni dove le donne israelite andavano a purificarsi con il Mikweh o bagno rituale dopo il periodo dell’impurità mestruale per poi unirsi nuovamente ai loro mariti. Esse vedevano la bellezza del maestro e, quando si univano sessualmente ai loro mariti, il nascituro prendeva l’aspetto bellissimo di Yochanan a cui le donne pensavano durante il coito. Ma la cosa potrebbe sembrare banale se, poco oltre, non si spiegasse che la bellezza di Yochanan era in lui un riflesso della concentrazione del suo pensiero in Dio, da cui il rabbi attingeva la bellezza e la forza della Šhekinah, comunicandola poi alle donne che lo vedevano uscendo dal bagno rituale. Ancora viene riportato l’esempio di una matrona che, essendo sia lei sia il marito bianchi, generò un figlio nero. Ciò avvenne perché durante l’amplesso ella aveva pensato a un uomo nero. Il pensiero e l’immaginazione, in questa concezione, hanno il potere di plasmare la realtà del nascituro; il vero segreto di ciò è spiegato più avanti: il pensiero ha origine dall’anima intellettiva, la quale proviene emanando dai mondi sephirotici superiori. Quando l’uomo eleva il suo pensiero alle cose celesti e superne, egli attinge con esso nell’alto l’energia divina che, quando discende sulle cose inferiori, è in grado di plasmarle. Dunque, durante l’amplesso l’uomo deve pensare pensieri puri e santi, i quali renderanno pura e santa la goccia di sperma dando origine a figli santi.

 

“Conviene dunque che egli faccia rilassare sua moglie, che la metta di buon animo, la disponga e la assista con parole gioiose, affinché anche lei sia dedita a pensieri puri e dignitosi. Allora i due saranno insieme nel precetto, perché i loro pensieri saranno una cosa sola, e la Šhekinah dimorerà in mezzo a loro, ed essi genereranno un figlio corrispondente alla forma pura che si sono figurati”.

 

Il pensiero dell’uomo ha il potere di elevarsi in cielo verso la Šhekinah e, discendendo, di trascinarla in basso ad informare ed adombrare di sé il suo amplesso con la sposa, permettendo alla Divina presenza di attualizzare la sua energia creatrice e plasmatrice nella generazione di un nuovo essere umano, che farà aumentare nel mondo l’immagine e la presenza di Dio. “Ne deriva – osserva Idel – che l’intenzione mistica dell’uomo, che deve accompagnare l’unione sessuale, può trascinare tanto la luce superiore che la Šhekinah inducendole a discendere sull’uomo durante questa medesima relazione. Lo sposo deve elevare il proprio pensiero sino alla sua fonte, al fine di compiere una unio mystica, che sarà seguita dalla discesa di forze spirituali dall’alto sul semen virile; qui, ascensio mentis, unio mystica e reversio sono delle tappe che precedono la concezione ideale”. (Mauro Perani)

 

 

Il Testo

La quarta via è sull'intenzione nell'unione carnale.

Devi conoscere il grande segreto di cui hanno parlato i nostri maestri di benedetta memoria: «I pensieri di trasgressione sono più gravi della trasgressione». Sto infatti per illuminare i tuoi occhi su cose che sono l'enigma del mondo, celate nelle stanze più riposte.

Sappi che il Signore benedetto, che è un Dio sapiente (1 Samuele II,3), ha approntato le sue opere con sapienza perfetta, assegnando a ognuno degli elementi naturali del mondo una sua energia specifica che, a meno di un miracolo, esegue fedelmente la funzione ch'Egli gli ha affidato. Ecco che ha dato all'immaginazione dell'uomo la facoltà di generare qualcosa di simile a ciò che egli s'immagina, cosa che riscontriamo anche nel suo verificarsi in natura. Ecco che, quando un uomo si unisce carnalmente alla sua donna, se la sua immaginazione e i suoi pensieri sono rivolti a nozioni di sapienza e d'intelligenza, e ad attributi positivi e apprezzabili, questa immaginazione, di cui è dotato il suo pensiero, dispone senza dubbio della facoltà di figurare una forma nella goccia di seme, conformemente a ciò che stava immaginando durante l'unione carnale. Questo è il segreto di: Ma Giacobbe prese dei rami freschi di pioppo, di mandorlo e di platano, vi fece delle scorzature bianche, scoprendo l'alburno dei rami (Genesi XXX,37), e oltre si dice: Così il gregge andava in calore davanti a quei rami e concepiva feti striati, chiazzati e macchiettati (Genesi XXX,39), a seconda dell'immagine formatasi negli animali.

I nostri maestri hanno rilevato la cosa nella gemara a Berakot: «Rabbi Yohanan andava a sedersi all'ingresso dei bagni. Diceva: Quando le figlie di Israele usciranno di qui, mi guarderanno e avranno figli belli come me».

Osserva questo grande prodigio: l'uomo pio ci fa sapere che quando una donna, tornando dal bagno pensava alla bellezza di lui, e si univa carnalmente a suo marito, quel pensiero, nella sua immaginazione, dava al nascituro la forma di ciò che lei s'immaginava. Ne risulta quindi che l'immaginazione è la causa preponderante della forma del nascituro e dei suoi attributi, come si è chiarito.

Stando così le cose, sono la meditazione e il pensiero, nella stessa misura del cibo, a far si che il nascituro sia un giusto o un empio. Dunque l'uomo deve rendere puliti i propri pensieri e le proprie meditazioni, e far si che durante l'amplesso siano degni, distogliendoli da cose trasgressive o dissolute, e indirizzandoli esclusivamente a ciò che è santo e puro. Egli dovrà allontanare i suoi pensieri da ogni perversione e purificarli, pensando ai giusti, puri e santi uomini di scienza, sapienza e intelligenza. Questi pensieri infatti giungeranno sul seme e lo informeranno secondo la loro forma, durante l'amplesso.

Conviene dunque che egli faccia rilassare sua moglie, che la metta di buon animo, la disponga e la assista con parole gioiose, affinché anche lei sia dedita a pensieri puri e dignitosi. Allora i due saranno insieme nel precetto, perché i loro pensieri saranno una cosa sola, e la Šekinah dimorerà in mezzo a loro, ed essi genereranno un figlio corrispondente alla forma pura che si sono figurati.

Non devi stupirtene, è una cosa naturale, semplice, che ammettono anche i filosofi: a seconda del pensiero e della meditazione che passano nel cuore dell'uomo e della sua donna durante la loro unione, il nascituro sarà portato e conforme al bene o al male, alla bellezza o alla bruttura.

Di ciò esiste prova: la storia di quella matrona che generò un figlio nero, mentre tanto lei quanto suo marito erano bianchi e particolarmente belli. Il re pensava di farla uccidere, sospettando l'adulterio, quand'ecco che venne un sapiente e gli disse che poteva darsi che durante l'amplesso avesse pensato a un uomo nero. Indagando si trovarono delle figure nere nel mosaico di quella stanza dove si erano uniti. Lei disse che aveva osservato le figure nere, e le aveva pensate durante l'amplesso. È proprio come la storia dei ramoscelli.

Non devi stupirti: sappiamo bene che in natura, quando un cane rabbioso morde un uomo, e questi con il morso si prende la malattia, ecco che, per via dell'immagine che egli si finge nella sua mente, non gli si può avvicinare dell'acqua perché gli pare subito di vederci dentro dei piccoli cani rabbiosi; persino nella sua urina egli vede l'immagine di minuscoli cani (se poi si filtra quell'urina non vi si troverà nulla, ma se si mette il liquido in un recipiente di vetro e lo si lascia riposare un'ora, appariranno dei cuccioli di cane). Infatti i tanti pensieri e la grande confusione che ha dentro di sé prendono forma nell'urina. Devi capire bene tutto ciò, vedi dunque i prodigi di un sapere perfetto (Giobbe XXXVII,16), e fin dove giunge l'energia del pensiero durante l'amplesso.

In sostanza, se un uomo concepisce cose buone, pulite e pure, ecco che il suo pensare agisce sulla goccia del seme, e quel nascituro assume la forma del pensiero stesso, per cui è destinato a essere un giusto perfetto, accompagnato dalla Šekinah; di lui è detto: Prima che ti formassi nel grembo materno, ti ho conosciuto. In effetti, prima che egli abbia forma, il pensiero buono si dispone a configurarlo, ed è allora che la Šekinah si unisce al pensiero puro, come hanno detto i nostri maestri di benedetta memoria: Il Santo, sia Egli benedetto, combina un pensiero buono con l'opera.

Se invece l'uomo pensa a cose trasgressive e abbrutenti, ecco che il nascituro è fondato su una base di empietà ed è destinato a essere empio e sozzo; di lui è detto: Traviano gli empi sin dal seno materno.

Devo ancora elucidarti su un grande fondamento contenuto nella Torah e nelle parole dei nostri maestri di benedetta memoria, a riguardo dell'affermazione: Dio risiede con coloro che sono uniti nella casa (Salmo LXVIII,7). Vale a dire che quando l'uomo e la donna hanno un'intenzione pura, ed entrambi sono ispirati, il Signore si unisce a loro, come è detto: Dio risiede con coloro che sono uniti nella casa. I nostri maestri di benedetta memoria, hanno affermato che chi sposa una donna per la sua bellezza, nel giro di un mese muore di spada, come è detto: Hanno tradito il Signore, hanno generato figli stranieri; ebbene, alla nuova luna egli divorerà i loro campi (Osea V,7). Il gran segreto sta nel fatto che, sposando una donna per la sua bellezza, l'unione carnale con lei non è in nome del cielo; l'uomo non pensa che alla forma di lei, secondo la corporeità, e non si sofferma sul pensiero puro, superiore. Ecco che allora il figlio nato da questo pensare è un figlio straniero, estraneo, di cui è detto: Hanno generato figli stranieri. Il Signore non vi ha dunque parte alcuna, e loro risultano «traditori» del Signore, vale a dire che hanno fatto si che la Šekinah si dileguasse da in mezzo a loro. Dopo essersi entrambi riscaldati, sono diventati «fuoco fuoco», e Yh (hy) non dimora in mezzo a loro. Questo significa: Hanno tradito il Signore, hanno generato figli stranieri.

Ora, affinché tu conosca un principio importante, devi sapere che è per questo che nella Torah il passo sul figlio perverso e ribelle, così come quello sull'appeso al patibolo, sono accanto a quello sulla donna di bell'aspetto, proprio per rendere noto che da una donna di bell'aspetto non verrà fuori un uomo giusto. Infatti non ci si deve lasciar prendere solo dalla bellezza, perché il risultato sono figli perversi e ribelli contro il Signore, degni delle quattro pene capitali.

Sappi ancora che non casualmente capitò a Davide la faccenda di Assalonne e Tamar, entrambi figli di una donna di bell'aspetto. Chi ha radici di questo tipo genera infatti rami simili, e da un tale albero nacquero frutti analoghi: tutto ciò fu determinato dal pensiero di dar vita a una progenie della medesima forma.

Basti ora quanto ti ho esposto in questo capitolo a proposito dell'intento della riflessione e del pensiero durante l'unione carnale.

Ora desidero sottoporti un principio importante, porgendoti, quale dono prezioso, il mistero di come il pensiero realizzi la forma dell'oggetto su cui si posa. Hanno detto i nostri maestri di benedetta memoria: «Il Santo, sia Egli benedetto, non combina mai il pensiero empio all'opera, se non nell'idolatria, come è detto: Per prendere i figli d'Israele per il loro cuore (Ezechiele XIV,5)». Altrove hanno detto: «I pensieri di trasgressione sono più gravi della trasgressione».

Ora procedo a illuminare i tuoi occhi in merito a queste e simili cose, che compaiono nel Talmud in forma astrusa. Hanno detto i nostri maestri di benedetta memoria: «Ben 'Azza'y è seduto che studia e un fuoco divampa intorno a lui» e «Rabbi Elezar sedeva a spiegare ed era raggiante come Mosè».

Devi sapere che tutte queste cose tendono verso un solo scopo, che ora ti chiarisco. Sappi che, se una sorgente d'acqua scende da un luogo elevato a uno basso, esiste l'energia sufficiente per farla risalire a un luogo elevato esattamente quanto quello da cui essa proviene. I cabalisti sanno bene che il pensiero dell'uomo proviene dalla sede dell'anima intellettiva, che si effonde dai mondi superiori. Ecco che il pensiero possiede l'energia sufficiente per diffondersi, risalire e giungere al suo luogo d'origine: arrivando alla fonte, il pensiero aderisce alla luce superna da cui proviene, ed essi diventano una cosa sola; poi, quando il pensiero riprende a diffondersi dall'alto verso il basso, tutto si fa a immagine di un'unica linea e quella luce superna procede verso il basso in virtù dell'energia del pensiero che la trascina: ecco che la Šekinah si trova giù e allora la luce fulgida s'espande e si sprigiona nel luogo in cui è seduto colui che pensa.

Tali erano i pii dei primi tempi, che tenevano il loro pensiero accosto ai mondi superiori e facevano espandere la luce superna giù in basso, ed è per questo che le cose aumentavano e abbondavano conformemente all'energia del pensiero.

Tale è il segreto dell'olio di Eliseo, del vaso di farina e dell'orciuolo d'olio di Elia (2 Re IV,1-8 e 1 Re XVII,22). Stando così le cose, i nostri maestri di benedetta memoria hanno dovuto ammettere che qualora il pensiero dell'uomo, quando si unisce carnalmente con la sua donna, si congiunga alle realtà superne, esso attira la luce superiore verso il basso, e questa s'infonde su quella goccia sulla quale egli sta concentrato e indirizza il proprio pensiero, come avvenne per l'orciuolo d'olio. Ecco che allora quella goccia resta legata per sempre alla luce fulgida!

Questo è il segreto del versetto: Prima che ti formassi nel grembo materno, ti ho conosciuto e prima che tu uscissi dal grembo materno, ti ho consacrato (Geremia I,5), poiché la luce fulgida è legata alla goccia di questo giusto già nel momento dell'unione carnale, in quanto il suo pensiero si è congiunto ai mondi superiori e attira verso il basso la luce fulgida.

Comprendi bene e ne trarrai un grande segreto a proposito di: Il Dio di Abramo, il Dio d'Isacco e il Dio di Giacobbe. Eccone la spiegazione: poiché il loro pensiero non si separò mai un'ora né un istante dalla luce superna, i patriarchi erano come servi acquisiti in perpetuità dal padrone, perciò è detto: Il Dio di Abramo, il Dio d'Isacco, il Dio di Giacobbe. Al proposito i nostri maestri di benedetta memoria hanno affermato: Cos'erano per loro le parole della Torah mentre erano indaffarati a mangiare, bere, accoppiarsi e ad altre attività corporali? La risposta era che, anche nelle attività corporali, la loro intenzione era verso il cielo, e il pensiero non si separava dalla luce suprema nemmeno un istante. Perciò Giacobbe nostro padre, sia su di lui la pace, si è meritato di generare dodici tribù, che erano tutte di giusti perfetti e dove non c'erano né contorti né perversi. Erano invece tutti degni di essere a immagine della struttura del mondo, coloro che portano i vasi del Signore (Isaia LII,11), poiché il loro pensiero non era distolto dall'unione superna nemmeno durante l'unione carnale e l'amplesso. Cerca di capirlo a fondo. Per questo Salomone, sia su di lui la pace, ha detto nei suoi proverbi incisivi: In tutte le tue vie conoscilo, ed Egli appianerà il tuo sentiero (Proverbi III,6), mentre i sapienti di benedetta memoria hanno detto: In tutte le tue vie conoscilo, persino in tutti i bisogni corporali, piccoli o grandi che siano. Quanto al conoscilo, già sai cosa s'intende per conoscenza: essa è l'unione dell'anima intellettiva con la luce suprema. E come l'unione carnale dell'uomo con la donna è chiamata conoscenza, al pari l'adesione dell'anima al mondo dell'intelletto è chiamata conoscenza.

Sai già anche che un uomo non conosce alcunché sino a che l'intelletto non si unisce all'intelligibile. Devi capirlo molto bene.

Dunque osserva il segreto di quanto è detto: In tutte le tue vie conoscilo, e di seguito: Ed Egli appianerà il tuo sentiero: infatti, se la luce suprema è unita alle sue opere, esse saranno tutte nell'ordine giusto e stabile. È quel che han detto i nostri maestri di benedetta memoria: «E tutte le tue opere siano in nome del cielo».

Ora che sai tutto ciò, rifletti sul fatto che «i pensieri di trasgressione sono più gravi della trasgressione» Infatti, se l'uomo pensa a cose empie e sozze, il suo pensiero si unisce ai mondi superiori gravato della sozzura, e la sua anima si macchia di una colpa nei confronti del cielo, che essa rende impuro per contatto. Se invece si compie una trasgressione, in basso, non si va in contatto con il cielo, ecco che allora il verdetto sarà più lieve di quello relativo al pensiero malvagio, che aderisce ai mondi superiori ed è prossimo a potare i germogli. Di qui potrai comprendere il segreto di colui che pensa alla trasgressione durante l'amplesso: ecco che questo pensiero sozzo infetta la goccia, così che essa stabilisce un fondamento d'empietà, iniquità e sozzura, ed è chiamata «estranea». Devi comprenderlo bene, se hai un'anima.

Allora, con questa chiave che ti è stata consegnata, potrai comprendere l'opera di quell'uomo pio che stava seduto presso la porta dei bagni di modo che il pensiero delle donne aderisse alla sua figura, giacché la sua figura aderiva ai mondi superni. Considera fin dove sia potuta arrivare l'energia di quell'uomo devoto e la sua superiorità.

Visto che ci stiamo occupando della questione del pensiero, ti insegno un'altra cosa ancora, e, anche se non riguarda quest'opera, pur tuttavia gioverà in questo e altri contesti. Sappi dunque che quando i santi uomini pii facevano aderire il loro pensiero ai mondi superiori, tutto ciò cui stavano pensando e verso cui andava la loro intenzione, all'istante si concretizzava, che fosse cosa buona o cattiva. Questo è ciò che si trova detto: «Vi ha posato sopra gli occhi ed è divenuto un mucchietto d'ossa». Allo stesso modo, nel trattato Ta'anit, si parla di una certa giovane in questi termini: «Torna alla tua polvere». Parimenti hanno detto: «In ogni dove i sapienti posano gli occhi, vi si trova o morte o povertà»: a questo risale anche la questione della preghiera e dei sacrifici, poiché essa è il segreto dell'adesione alle realtà superne. È di qui che fu emanata inoltre l'energia dell'empio Balaam, di cui si diceva: Tutto ciò che benedici è benedetto e ciò che maledici è maledetto (Numeri XXII,6). Per questo egli desiderava scrutare a fondo Israele, per poter far aderire il suo pensiero ai mondi superiori e attirare su di essi il pensiero malvagio. Perciò è detto: Balaam alzò i suoi occhi e vide Israele attendato secondo le proprie tribù (Numeri XXIV,2). Per questo fu costretto a osservare con precisione i luoghi, e gli fu detto: Orsù, vieni, ti condurrò in un altro luogo (Numeri XXIII,27), poiché l'empio doveva scrutare l'oggetto della sua intenzione, tanto nel bene quanto nel male, per far aderire il suo pensiero all'alto, e attirare la forza superna verso il proprio obiettivo. Ecco dunque il versetto: Che vede visioni dell'Onnipotente, che cade e i suoi occhi si aprono (Numeri XXIV,4), perché aveva effettivamente bisogno di aprire gli occhi. Perciò, ecco che l'empio rivolse la propria attenzione verso i sette altari e verso il torello e montone su ogni altare (Numeri XXIII,30), per mettersi in sintonia con ciascuno di essi, conseguire la pienezza di tutte le energie e accostarle al proprio pensiero, così da realizzare ogni suo empio desiderio. Perciò è detto: E lo condusse al campo degli osservatori (Numeri XXIII,14): l'empio li osservò per attirare su di loro il suo pensiero malvagio, ma il Signore benedetto, che sa e conosce ogni pensiero, scorse la misura del suo pensiero malvagio e lo guastò, lo rese un nulla, lo sottrasse al dominio dell'empio Balaam e lo piegò al proprio volere, sia benedetto. Il Signore gli tolse ogni forza ed energia e non lasciò nulla alla sua malvagia volontà, ma tutto avocò al proprio volere, sia benedetto.

Devi capire bene tutto ciò e così vedrai sin dove arriva l'energia della riflessione e del pensiero, tanto nel bene quanto nel male. Malgrado ciò non fosse negli scopi del libro, ti sarà di grande vantaggio sapere fin dove arriva la misura del pensiero, e conoscerne il segreto, e come agisce durante l'unione carnale.

Ora che sei stato edotto su questi segreti occulti e nascosti, è giunto il momento di chiudere questo capitolo e cominciare a trattare del segreto del prossimo, come si conviene, con l'aiuto del Creatore.

 

 

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