Il tuo browser non supporta il tag embed per questo motivo non senti alcuna musica
©
Federico Cella
Nella Bibbia, il Libro dell’Esodo
(Ex. xxviii. 13-30 and xxxix. 8-21)
fa riferimento alla descrizione di
dodici pietre appartenenti al
Pettorale del Sommo Sacerdote.
Queste informazioni sono estratte
dal Talmud e da svariati
commentatori Rabbinici. Il Pettorale
del Sommo Sacerdote (in ebraico
ḥoshen) era una sorta di astuccio
adornato con dodici pietre. Questa
tasca veniva indossata dal Sommo
Sacerdote in occasione della
presentazione dei nomi dei figli di
Israele in Luogo Sacro. Il Pettorale
del Sommo Sacerdote veniva anche
chiamato il Pettorale del Giudizio
(Ex. xxviii. 15, 29, 30), in
riferimento alla sua associazione
con la criptica frase dalla Torah:
Urim e Thummim” .
Secondo il Libro dell’Esodo (Ex.
xxviii. 15), il Pettorale era
costituito da sottile tessuto di
lino, dalle sfumature color oro,
blu, porpora e rosso scarlatto.
Aveva la lunghezza di un cubito e la
larghezza di mezzo cubito. Sul lato
frontale, dodici pietre preziose
erano disposte secondo quattro file.
Il nome di una delle dodici tribù
era intagliato in ciascuna pietra,
allo scopo di implorare la
misericordia divina nei confronti
dei patriarchi.
Il nome di ciascun patriarca veniva
prima tracciato con inchiostro. In
un tempo successivo, l’intaglio
veniva praticato per tramite lo
Shamir, probabilmente Corindone
(o Diamante?). Sulla parte superiore
di ciascuna pietra i nomi Abramo,
Isacco, Giacobbe venivano aggiunti
ai nomi dei dodici patriarchi. Sulla
parte inferiore, la frase: ”Tutte
queste sono tribù di Jeshurun
(Israele)”. Le dodici pietre erano:
Odem, Pitdah, Bareketh, Nophek,
Sappir, Jahalqm, Leshem, Shebo,
Achlamah, Tharshish, Shoham, Jashpeh.
Odem
designava con probabilità la
Carnelia, il Rubino, o qualsiasi
gemma di colore rosso. Il popolo
Ebraico riteneva che la Carnelia
potesse ridurre il rischio di peste.
D’altro canto, Il Rubino era un
efficace rimedio contro le
emorragie. Pitdah veniva
identificata come Topazio. Il nome
di questa gemma proveniva dall’Isola
di Topazio, presumibilmente situata
nel Mar Rosso. Erano esibiti due
tipi di Topazio. Uno era di color
dell’oro. L’altro tendeva al giallo
verdognolo e prendeva il nome di
Chrysoprasio, in riferimento alla
combinazione dei colori oro e verde
porro. Bareketh era probabilmente
Carbonchio (o Granato Rosso). Il
nome significa “Pietra Lampeggiante”
e deriva da “Barak”, lampo. Secondo
tradizioni orientali, il Carbonchio
veniva appeso nell’Arca di Noé per
diffondere la luce. La parola
bareketh era tradotta dal termine
Greco κεραύνος (keraúnos) o pietra
tuono. La leggenda voleva che
bareketh discendesse dalle nuvole in
concomitanza con lampi di tuono. La
versione autorizzata di Nophek è lo
Smeraldo. Malgrado questo, il
termine ebraico sta ad indicare il
Carbonchio, o pietra scintillante
come carbone incandescente. Questa
gemma fa riferimento ad una vasta
gamma di minerali, come ad esempio
il Carbonchio indiano e Garamantino.
Dal secondo termine deriva il nome
Garnet (Granato). Un’ ulteriore
distinzione interessava il
Carbonchio Maschio e quello Femmina.
Il primo tipo era caratterizzato da
una lucentezza vivida, mentre il
secondo veniva descritto come più
opaco. Nella Bibbia, Sappir o
Zaffiro, veniva dipinto come una
gemma di straordinaria bellezza. Si
credeva che le Tavole, in cui i
Dieci Comandamenti sono stati
intagliati, fossero fatte di
Smeraldo. Jahalqm designava il
Diamante. Il sostantivo deriva dal
verbo Halam (colpire) in relazione
alla suprema durezza di questo
minerale (usato per intagliare le
altre pietre preziose). Leshem (o
Ligure) era la Turchese. Importata
dalle Indie Orientali, la Turchese
era considerata inestimabile nei
tempi antichi. Shebo, o Agata,
veniva indicato come Giacinto dalla
letteratura Rabbinica. Erano note
tre varietà di Giacinto. Quella con
lo splendente colore del carbone
incandescente era la più rinomata.
Nella tradizione Rabbinica, Achlamah
era l’Onice. Si presentava in cinque
varietà. La prima era simile alle
unghie delle dita, senza alcuna
striscia. La seconda era bianca con
strisce rosse, la terza bianca con
strisce nere. La quarta era
totalmente nera priva di strisce e
la quinta nera con strisce bianche.
Tharshish era Crisoberillo. Quattro
varietà di Crisoberillo venivano
menzionate (dall’Arabia, dalla
Germania, dall’India, dall’Etiopia,
rispettivamente). La varietà Araba
era opaca. Il Crisoberillo Tedesco
era biancastro con bordo arancione.
Il Crisoberillo Indiano aveva una
tinta leggermente cerulea. Il
Crisoberillo Etiope era di un verde
tenue e riluceva come un stella
dorata quando rifletteva la luce del
sole. Shoham era Smeraldo, secondo
l’interpretazione Rabbinica.
Esistevano dodici tipi di Smeraldo
(dalla Siberia, dalla Britannia,
dall’Egitto, da Cipro, dall’Etiopia,
dall’Armenia, dalla Persia, da
Atene, dalla Media, dall’Asia
Minore, dalla Laconia e dalla
Sicilia, rispettivamente) La varietà
Siberiana era la più dura e la più
valutata. Jashpeh era probabilmente
Diaspro. Jashpeh nel Pettorale
indicava il nome di Beniamino.
Un aneddoto dal Talmud racconta che
il Jashpeh di Beniamino andò perduto
e che cento dinari d’oro furono
pagati per il suo sostituto. In
conclusione, Il Pettorale del Sommo
Sacerdote è un esempio dell’uso
delle pietre preziose nel
tabernacolo degli Israeliti (un
santuario smontabile ed unico luogo
di culto prima dell’erezione del
Tempio di Gerusalemme).
Il documento è tratto dal
Blog dell'Arco Reale - Rito di York
|