Un nostro gentile Ospite, Raul F. di Terni ci ha posto la seguente domanda : "Cosa è lo Shamir?".
F.A.Q. Raul F.
Una ricerca in rete ci ha permesso di accedere ad informazioni interessanti precedentemente ignorate. La Montesion non si interessa di UFO ma crediamo far cosa gradita, a tutti i nostri ospiti, veicolando l'informazione catturata dalla rete. Accettatela "Cum grano salis".
Lo strumento capace di generare antimateria è conosciuto sin dall’antichità. Uno degli studiosi più convinti di tale ipotesi è senza dubbio il Dottor Matest M. Agrest, d’origine bielorussa. È stato il primo scienziato a formulare quest'ipotesi, tanto è vero che nel 1959 arrivò alla conclusione che la gigantesca terrazza di Baalbek, in Libano, fosse una base di lancio per velivoli spaziali e che la distruzione delle città bibliche di Sodoma e Gomorra, antiche città gemelle della Palestina, fosse avvenuta per mezzo d’esplosioni nucleari. L’idea di erigere un tempio a Dio, venne a Davide quando la peste si abbatté sul Regno d’Israele e proprio in quel periodo l’Angelo del Signore apparve sullo spiazzo roccioso del Monte Moria. Finita la peste, Davide volle innalzare un altare a Dio su questo spiazzo. Comperò l’area, cominciò ad accatastare pietre perfettamente squadrate, molto ferro e bronzo. Una volta costruito il tempio, nell’area antistante venne eretto un muro, costruito con tre ordini di pietre squadrate e un’assise di travi di cedro, che lo circondava completamente. Lo spiazzo era destinato ai pellegrini e ai fedeli, mentre la Casa di Dio era accessibile solo ai sacerdoti. É da ricordare inoltre che nel corso del lungo periodo delle peregrinazioni compiute dal popolo d’Israele, l’Arca dell’Alleanza fu custodita in una tenda speciale che prese il nome di tabernacolo. Nacque così l’esigenza di dare una degna dimora all’Arca, compito che assolse pure Re Salomone. È probabile che lo Shamir, tra le altre cose, gli avesse procurato tanta fama.
Lo shamir, secondo la mitologia ebraica, quindi, ma senza certezza per la traduzione, sarebbe una sorta di "verme" leggendario che tagliava le pietre per il Tempio. Altre fonti ebraiche indicano con quel nome un mistico strumento usato da re Salomone per la costruzione del Tempio, al posto degli strumenti di ferro. Nel dizionario ebraico, shamir vuol dire: diamante, finocchio o paliuro.
Nel 5° capitolo del trattato Abot, facente parte sempre del Talmud babilonese, si fa un riferimento chiaro sull’origine non terrestre dello strumento. Si dice poi che Mosè portò lo Shamir nel deserto per costruire l’Ephod, il ricco paramento sacro dell’antico culto ebraico destinato ad Aronne, come stabilito nel patto col Signore, cui fa riferimento pure la Bibbia (Esodo 28,9): "... Prenderai poi due pietre di onice e vi scolpirai i nomi dei figli di Israele: sei nomi sopra una pietra e sei nomi sull’altra, in ordine di nascita. Farai incidere le due pietre con i nomi dei figli d’Israele da un incisore in pietra, come si incidono i sigilli, e le incastrerai in castoni d’oro. Porrai le due pietre sopra le spalline dell’Ephod..."
Nel Talmud Babilonese (Sotah 48,8) l’evento è descritto con più dettagli: "In un primo tempo i nomi erano stati scritti con l’inchiostro, allora fu mostrato loro lo Shamir e furono incisi sulla pietra al posto di quelli scritti con l’inchiostro". Non tutti potevano usare questo strumento, tanto è vero che furono istruiti alcuni incisori.
È da concludere perciò che lo Shamir non fosse facile da usare e, soprattutto il suo utilizzatore doveva avere qualità psicofisiche-spirituali di un certo valore. Sappiamo inoltre (Zoar 74a, b) che lo Shamir era in grado di spaccare e tagliare ogni cosa; ecco perché fu indicato come un "tarlo metallico divisore" ed anche un "verme tagliente" nel Pesachim 54, che fa parte sempre del Talmud. Tornando alla Bibbia, in Geremia 17,1, troviamo il peccato di Giuda che è scritto con stilo di ferro e impresso con punta di diamante sulla tavoletta del loro cuore e sugli angoli dei loro altari.
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