Il sentiero archeo-naturalistico che conduce ai “Lagustelli” di Percile attraversa diversi ambienti dal rilevante interesse naturalistico. Nel territorio del comune si segnalano estesi tratti di terreno un tempo coltivati ad orzo e grano, oggi pascolo soprattutto per bovini ed equini ed in cui si notano i primi stadi della ricostruzione del bosco ad opera di piante quali (prugnoli, omielli, carpini neri, ecc.) che per effetto del pascolo si chiudono spesso in una fitta e impenetrabile boscaglia. I boschi delle Opiche e di Crofaro rappresentano invece interessanti esempi di querceti cedui invecchiati, così come diverse formazioni all'interno della tenuta "Lagustelli", dove si trovano anche boschi artificiali di conifere, dovuti a rimboschimenti eseguite dal Corpo Forestale dello Stato quando questa azienda faceva parte della Aziende di Stato Per le Foreste demaniale (ASFD). All'interno di questa tenuta vi sono anche estese formazioni di boschi e boscaglie che comprendono essenze tipiche dell'area dei monti Lucretili (aceri, omielli, carpini, lecci). Da rimarcare inoltre i due "laghetti" di Percile, posti sul fondo di due colline presentano uno dei pochi esempi di laghi carsici di questo territorio. I due laghi hanno conservato caratteri peculiari sotto il profilo botanico, soprattutto il lago minore (detto di Marraone), mentre su quello maggiore (Fraturno) sono evidenti alcuni impianti artificiali. La fauna della zona è molto ricca, con istrici, volpi ricci, scoiattoli, tassi; c'è stato anche qualche sporadico avvistamento di orso marsicano. Anche l'avifauna è di notevole interesse e oltre a numerosi falchi segnaliamo la presenza sporadica di aironi cinerini e dell'Aquila Reale, nidificante sul vicino Monte Pellecchia Abitato di Percile Percile (m. 575) si trova su di un colle che funge da crinale di separazione tra la valle dell'Aniene e la Sabina. Nell'area sono state rinvenute ville romane, e l'antico portico della chiesa di S. Maria della Vittoria, fuori del paese, purtroppo danneggiato e in parte trafugato. Il nome ha antiche origini: Anastasio, antipapa nell'855, scrivendo una vita di S. Silvestro (papa dal 314 al 335) nomina un certo " Percilianum in territorio Sebinensi". L'abitato nacque probabilmente intorno al X secolo come fortezza al confine tra la diocesi di Tivoli e il territorio della potente abbazia imperiale Farfa in Sabina. Il primo documento ufficiale che lo cita è del 1011, (Regesto Farfense n 650). In un altro documento del XIII secolo è acclarato il passaggio della fortezza dall'Abbazia di Farfa, agli Orsini. Nel Quattrocento divenne feudo della famiglia degli Atti di Todi, e agli inizi del Seicento, fino alla fine del Settecento, della famiglia Borghese, come testimoniato dal castello nel centro storico. Questa pagina è stata letta | | volte |
| - 8,30: Appuntamento in Piazza della Libertà a Licenza
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