L'ambiente nel quale si svolse il Convegno di Colonia nel 1535
L'atmosfera nella quale si svolse il Convegno massonico di Colonia del 1535 (se non se ne nega a priori la esistenza) pur nelle ancora perduranti ed incoraggiate istanze riconciliatrici o di tolleranza, non doveva però essere rassicurante, specialmente per uomini così impegnati come erano molti dei Maestri Eletti ivi riuniti. Certamente avvertivano le fosche nubi che si addensavano sull'Europa, con padroni di feroce intolleranza, per cui dovettero temere che nella prospettabile bufera venisse travolta anche la «tollerante» ed «umanistica» Società dei Fratelli di Giovanni.
Ciò spiega, storiograficamente, l'accenno, quasi accorato, agli «odierni infelici tempi in cui la discordia e la dissenzione apportano ovunque sventura e ruina» con il quale si apre il «verbale», prima d'indicare e confutare le «imputazioni» mosse all'Ordine ed ai fratelli. Infatti, fra il 1530 ed il 1535, in varie parti d'Europa, prevalgono le tendenze radicali nelle opposte Confessioni e gli irenisti, degli opposti campi o della c.d. terza forza, vengono dagli uni e dagli altri osteggiati o sospinti a definitive scelte di campo.
Così fu per Erasmo da Rotterdam considerato da molti nemico di Lutero - anche per la polemica con questi sul De Servo Arbitrio - mentre fra gli intransigenti cattolici - specialmente dopo il rifiuto della porpora cardinalizia offertagli da Papa Paolo III nel 1534 - era sospettato di eresia o di celate simpatie per il protestantesimo o per una «religione universale» e «naturale» e perfino tacciato di «occulto ateismo». Così era per gli erasmiani Van Noot e Van Uttenhove, ma anche per i protestanti Bucer e Melantone, giacché gli stessi Luterani dogmatici mal vedevano la Confessione Augustiana, troppo arrendevole, ed anch'essa intesa come podromo per una religione universale, di pochi dogmi da tutti accettabili. E forse lo era veramente. Inoltre, in varie parti d'Europa erano esplose le ribellioni contadine promosse dagli anabattisti della corrente fautrice di una specie di comunismo cristiano (1). Rivolte soffocate nel sangue, da parte di principi cattolici e protestanti alleati, le cui repressioni trovarono approvazione da parte degli stessi Lutero e Zwingli e perfino da parte di Hutten, Bucer, Melantone (2) che forse vedevano in tali intemperanze estremistiche un serio pericolo per la loro politica di riconciliazione o di tolleranza, perché dava spazio ai partiti dell'intransigenza, forti in entrambi gli schieramenti confessionali. Le rivolte di Thomas Muntzer nel 1525 erano state infatti condannate da Melantone, Hutten, Bucer. Nel 1535 l'intransigenza prende piede in Francia con l'Editto di Francesco I°, mentre in veste anticattolica si manifesta in Inghilterra nel 1535 con la decapitazione di Tommaso Moro, il cancelliere filosofo umanista, amico di Erasmo e di Melantone. Minacciose nubi gravavano, quindi, sul Convegno massonico di Colonia nel 1535.
1. Sulle ribellioni contadine cfr. KEMAN Nascita delle tolleranza cit. p. 56 segg 111 segg. 2. Su HUTTEN cfr. De RUGGERO Rinascimento, Riforma e Controriforma, cit. p. 184 segg. 412 segg.
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