Lo «Statuta et ordinamenta societatis magistrorum muri et lignamiis», più noto con il titolo distintivo di «Carta di Bologna 1248», è un documento redatto in latino da un notaio bolognese in data 8 agosto 1248, per ordine del Podestà Bonifacii De Cario, ed è oggi, senza alcuna contestazione, considerato il più antico atto normativo sulla libera muratoria operativa, primato che deteneva il «Poema Regius». Documento lungamente ignorato dagli studiosi di cose massoniche, fu portato, la prima volta a conoscenza del grande pubblico nel 1899 da A. GAUDENZI che ne trascriveva il testo nel «Bullettino» dell'Istituto Storico Italiano n. 21 in un suo saggio: «Le Società delle Arti in Bologna. I loro statuti e le loro matricole».
In epoca recente (1981), il Collegio dei Costruttori Edili di Bologna, ne ha curato una pubblicazione fuori commercio destinata ai propri iscritti. Pubblicazione di grande pregio integrata con documenti inediti del 1254 e 1256.
L’interesse massonico del documento fu fatto risaltare soltanto nel 1982, quando Eugenio Bonvicini lo presentò al Convegno Nazionale dei Sublimi Aeropaghi d'Italia del Rito Scozzese Antico ed Accettato svoltosi a Bologna e successivamente riproposto nel suo volume edito da Atanòr nel 1988 «Massoneria di Rito Scozzese». Scrive lo studioso spagnolo Padre JOSÈ FERRER BENIMELI nel suo commento sulla Carta di Bologna del 1248: «Tanto per l'aspetto giuridico, quanto per quello simbolico e rappresentativo, lo statuto di Bologna del 1248, ed il suo contorno, ci pone in contatto con una esperienza costruttiva che non era stata conosciuta e che interessa la moderna storiografia internazionale, soprattutto della Massoneria, perché lo situa, per la sua cronologia ed importanza, prima d'ora non conosciuta, all'altezza del manoscritto britannico "Poema Regius", del quale è in ogni caso, molto anteriore, e che prima d'ora era considerata l'opera più antica ed importante». Storicamente è il 1257 l’anno che registra la separazione fra maestri del muro e quelli del legno, fino ad allora uniti in una unica corporazione secondo lo «Statuta et ordinamenta societatis magistrorum muri et lignamiis» ma, in verità, già distinti nei «lavori» e nelle rispettive adunanze con propri maestri. Lo «Statuta et ordinamenta societatis magistrorum muri et lignamiis» è conservato presso l'Archivio di Stato di Bologna unitamente ad una Matricola - ossia un piè di lista - del 1272 contenente 371 nomi di maestri muratori. |