"Profano, è il momento di mettere in pratica il secondo dovere del Libero Muratore, ricordate?... soccorrere il proprio Fratello, alleviare le sue disgrazie, assisterlo con i propri mezzi. Il Libero Muratore compie questi doveri senza ostentazione ed il suo aiuto rimane avvolto nel segreto. Ma, in questo momento, non possiamo chiedervi aiuto per un bisognoso, perché non potete disporre dei vostri mezzi: infatti vi sono stati ritirati i metalli.... Ricordate questo momento quando vi sarà chiesto di dare aiuto a chi ne ha bisogno. Come voi, in questo momento, tutti possono trovarsi senza risorse".[...]

 

Il documento che segue è opera dell'ingegno del carissimo F:. Guido F., ed è stato estratto da Pantheon n.2 Equinozio di Autunno anno 2002. Lo scritto ritrae un opera della maestria dell'Autore e non indica di necessità la visione della Loggia o del GOI. Ogni diritto gli è dichiarato.

© Guido F.

 

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"Profano, è il momento di mettere in pratica il secondo dovere del Libero Muratore, ricordate?... soccorrere il proprio Fratello, alleviare le sue disgrazie, assisterlo con i propri mezzi. II Libero Muratore compie questi doveri senza ostentazione ed il suo aiuto rimane avvolto nel segreto. Ma, in questo momento, non possiamo chiedervi aiuto per un bisognoso, perché non potete disporre dei vostri mezzi: infatti vi sono stati ritirati i metalli.... Ricordate questo momento quando vi sarà chiesto di dare aiuto a chi ne ha bisogno. Come voi, in questo momento, tutti possono trovarsi senza risorse".

Il Maestro Venerabile richiama il secondo dovere del Libero Muratore (il primo è percorrere incessantemente la Via Iniziatica Tradizionale) dopo che il profano ha già compiuto il quarto viaggio, purificato dal fuoco, e dopo averlo esortato: "Possa il vostro cuore infiammarsi d'amore per i vostri simili, possa questo Amore, simboleggiato da fuoco, improntare le vostre parole, le vostre azioni, il vostro avvenire".

Non credo sia necessario aggiungere altro per comprendere quanta importanza l'Iniziazione attribuisca alla solidarietà, ponendola tra i doveri fondamentali del Libero Muratore e come immediato primo corollario realizzativo del percorso iniziatico.

Un elemento costante di tutto il simbolismo libero muratorio è il suo molteplice livello di lettura e la sua possibilità di parlare ai Fratelli dando a ciascuno risposte adeguate alla propria domanda interiore. L'altra caratteristica peculiare della nostra Istituzione è che il Libero Muratore lavora al tempo stesso al proprio miglioramento interiore e al bene e al progresso dell'Umanità. Sono fattori tra loro imprescindibili, ma occorre partire dalla centralità esoterica, altrimenti non si coglie la specificità della nostra Istituzione in quanto Ordine Iniziatico Tradizionale. Perciò, anche se la solidarietà è un valore positivo sotto un profilo umano, morale e sociale, che di per sé giustifica un impegno personale in un'attività di volontariato, dobbiamo innanzitutto porci la domanda di perché esso sia per noi un aspetto centrale dal punto di vista iniziatico.

 

Ancora una volta dobbiamo partire dal V:. I:. T:. R:. I:. O:. L:. e dalla indicazione di operatività alchemica in esso contenuta: la separazione del sottile dal denso tramite distillazione (rettificazione). Essa rappresenta in estrema sintesi tutto il tragitto operativo della Massoneria Azzurra, la cui visione d'insieme può essere interamente compresa solo nel grado di Maestro. Insisto sulla centralità di questo aspetto, perché spesso si commette l'errore di pensare che, nel passaggio dalla Massoneria operativa (quella fatta da Muratori che esercitavano concretamente l'arte della costruzione dentro e fuori di sé) a quella speculativa (quella in cui l'arte edificatoria non veniva più materialmente praticata), l'operatività sia stata sostituita dal confronto intellettuale. Se invece andiamo a ben vedere nei principi generali della nostra Costituzione, si dà un'indicazione diversa e precisa a proposito dei metodi: la Massoneria "segue il simbolismo nell'insegnamento e l'esoterismo nell'Arte Reale". Il che significa che l'esoterismo (in quanto viaggio verso la conoscenza del Sé) rappresenta la nostra operatività, esattamente come la costruzione del tempio interiore era un lavoro altrettanto operativo per i nostri predecessori che lavoravano nei cantieri edili e per gli accettati di cui siamo i discendenti.

Ecco dunque che la separazione dai metalli, che viene operata già nel gabinetto di riflessione perché il candidato possa essere ammesso nel Tempio, assume un significato operativo di assai più ampia portata interiore rispetto al, pur elevato, contenuto morale in esso contenuto. Sotto molteplici aspetti.

Primo fra tutti: se i metalli rappresentano l'elemento pesante corporeo della nostra realtà fisica, il distacco dagli stessi diviene condizione necessaria perché la rettificazione possa compiersi. É evidente che questo simbolo (noi infatti usiamo tale metodo di "insegnamento") deve poi essere interiorizzato e realizzato individualmente dall'Iniziato (e infatti è l'esoterismo l'Arte Reale).

Ma come potrebbe l'anima spiccare il volo dai metalli costituiti dal corpo denso (in senso alchemico) se i suoi artigli sono avidamente stretti intorno al ramo della propria materialità. E come tale simbolico uccello potrebbe avvicinarsi alla sorgente della Luce interiore volando alto come un aquila, se non fosse stato prima capace di squarciare il proprio grembo come un pellicano, facendo dono di se stesso per la salvezza degli altri?

E, anche se solo in grado di Maestro verranno forniti strumenti operativi oserei dire quasi perentori al riguardo, già nell'Iniziazione in grado di Apprendista vengono date indicazioni piuttosto precise in tal senso. Proviamo a collegare la possibile arte operativa all'insegnamento simbolico.

 

L'attraversamento degli elementi, dai più densi a più sottili, fino al Fuoco:

 la coscienza di Sé associata, ma separabile dalla sfera corporea, emotiva e psichica; la capacità di "attraversare" con essa tali "elementi" ed essere da essi purificata.

 

La separazione dai metalli:

non alimentare l'attaccamento ai beni materiali e più in generale alle passioni, perché senza tale progressivo distacco la rettificazione è una velleitaria illusione.

 

Il compimento di tale dovere senza ostentazione:

nascondere a livello individuale la mano benefattrice per sottrarsi alla vendetta del beneficiato (le cose in natura stanno così e sarebbe lungo approfondirne in questa sede il motivo); l'aiuto rimane avvolto nel segreto perché, per produrre effetti operativi, non deve esserci alcuna "retribuzione" morale, ma vero sacrificio (sacrum-facio);

 

Tutti possono trovarsi senza risorse:

nascosta dietro la raccomandazione morale, il segreto che ogni essere umano ha la potenzialità di trovarsi in questa condizione ottimale di separazione dai metalli e in grado di realizzare il VITRIOL; capire il significato magistrale dell'espressione "ricordatevene quando vi verrà chiesto di dare aiuto a chi ne ha bisogno;

 

L'amore per i propri simili:

la rottura del guscio della propria personalità egoica e il sentirsi parte di quell'insieme che è l'Umanità è un passo indispensabile per trascendere il proprio io e trasformare l'Iniziazione in realizzazione spirituale di essa; l'Amore come Fuoco; un passaggio obbligato che verrà approfondito nel grado di Compagno d'Arte.

 

Possa questo Fuoco improntare le vostre azioni:

non basta la consapevolezza e il lavoro interiore: la proiezione verso il bene e il progresso dell'Umanità, a partire da quello materiale, è un dovere.

 

La restituzione dei metalli:

alla conclusione della cerimonia i metalli vengono restituiti: se si interiorizza l'Iniziazione, ora se ne può trasmutare il valore e disporne in modo diverso.

Sulla base delle considerazioni sin qui fatte, appare estremamente coerente che il denaro raccolto nel Tronco della Vedova si trasformi in "mattoni utili alla costruzione del Tempio" Da un lato, infatti, il Fratello che si è distaccato dai metalli ha compiuto un atto di costruzione interiore proporzionato alla sua segreta disponibilità al "sacrificio", dall'altra tale energia potrà essere utilizzata per dare concretezza materiale al Tempio all'Umanità. Ricordo che proprio con queste parole si chiude anche il Rituale di Agape, dopo che ci si è accertati che "i poveri hanno partecipato al nostro banchetto". Anche in questo caso siamo di fronte a un significato pratico e morale che tuttavia racchiude una centralità iniziatica sottostante. Il "povero" è colui che c'è, ma non si vede, non tocca il cibo materiale, invisibile convitato Testimone. Da riconoscere nella propria interiorità.

É bene chiarire anche in che rapporto siano la solidarietà tra i Fratelli della Comunione e quella proiettata all'esterno. La Costituzione dell'Ordine, tra i principi generali, così recita: "II Grande Oriente d'Italia, fatti propri gli Antichi Doveri, persegue la ricerca della verità e il perfezionamento dell'Uomo e della Umana Famiglia; opera per estendere a tutti gli uomini i legami d'amore che uniscono i Fratelli" Questo vuol dire che il consapevole legame fraterno che ci unisce non costituisce affatto un elemento di separazione con il resto dell'Umanità; al contrario è un fattore rafforzativo di un'idea di fratellanza universale.

Ci sono molti Fratelli della nostra Comunione, in particolare a Torino e a Milano, che hanno avuto la capacità di organizzare delle importanti attività filantropiche. Al loro successo hanno contribuito vari fattori. Innanzitutto la maggiore generosità dei Fratelli, e anche di profani, in presenza di progetti finalizzati e di obiettivi conosciuti e concreti. Ma soprattutto l'impegno personale di coloro che si alternano nel lavoro concreto necessario a dare continuità alle iniziative. Peraltro, la possibilità Fabrizio Settimio di incanalare le energie dei Fratelli verso attività di volontariato costituisce un importante elemento di formazione interiore, soprattutto per gli Apprendisti e i Compagni, sulla basa delle considerazioni già esposte.

Sarebbe auspicabile che iniziative simili possano essere sviluppate anche nella nostra regione.

A tal fine sarà utile condividere l'esperienza dei Fratelli che hanno dato vita a progetti durevoli, dando la possibilità a tutti i Collegi di conoscere più dettagliatamente i modelli organizzativi seguiti, gli statuti, gli aspetti legali, le modalità operative, eccetera. Sulla base di una più approfondita conoscenza, infatti, sarà più facile che possano nascere comitati promotori di iniziative similari.

Pur nel rispetto della piena sovranità e autonomia delle singole Logge sarebbe auspicabile che una parte dei fondi raccolti per la solidarietà possano confluire in uno o più progetti concreti e durevoli nel tempo.

Spesso ci si lamenta della scarsità delle risorse di cui possiamo disporre. Ma ciò non è completamente vero. Purtroppo accade spesso, di fatto, che i Fratelli finiscano col considerare il Tronco della Vedova "simbolico", non nel senso più profondo del termine, ma più semplicemente come "poco", sottovalutando che la sua dimensione ha invece molto a che fare con la costruzione del Tempio, dentro e fuori di noi.

 

Invito i Fratelli che leggono a fare, nel proprio segreto interiore, questo semplice esercizio:

  • quantificare quanto investiamo sul piano materiale durante l'anno per il piacere di trattenerci a cena con i Fratelli dopo le tornate di Loggia;

  • sommare quante ore del nostro tempo abbiamo dedicato a partecipare a riunioni informali, tavole rotonde, convegni su problemi che affliggono l'Umanità;

  • immaginiamo di essere disposti a sacrificare almeno altrettanto denaro e altrettanto tempo per fare qualcosa di concreto per alleviare l'umana sofferenza;

  • moltiplichiamo per mille – quanti sono i Fratelli del Lazio – tali risorse di tempo e di denaro.

 

E domandiamoci a questo punto se mancano le risorse e se è possibile concepire un progetto serio. E soprattutto cosa facciamo noi in tal senso, senza giudicare l'atteggiamento degli altri Fratelli.

Trasformare l'Iniziazione in realizzazione della stessa ed esercitare l'operatività dell'Arte Reale dipende esclusivamente da noi stessi.

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