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Il mistero del 7 si identifica al mistero della Natura. La Natura non è che un risultato settenario: il 7 non è che l'espressione della Natura, la sua efficienza, la sua legge, la sua armonia. Plutarco dice che i Greci consideravano la Trinità come la radice e il principio di tutte le cose, poiché 3 erano appunto gli elementi primordiali e invisibili che avevano data la vita a tutte le cose. Poiché la Monade era una, cioè di numero dispari, gli antichi dicevano che i numeri dispari erano i soli numeri perfetti, si che li consideravano come maschili e applicabili agli Dei Celesti; mentre i numeri pari, come due, quattro, sei e, principalmente otto, erano considerati come femminili e imperfetti e quindi attribuibili alle Divinità terrestri e infernali. Quanto al 7, i Pitagorici lo consideravano come il numero religioso e perfetto per eccellenza. Era perciò detto Telesforo, poiché "per mezzo di esso, tutto nello Universo, veniva portato alla sua mèta più alta, vale dire al punto culminante e conclusivo". La dottrina delle Sfere governate dai sette Pianeti sacri ci mostra i sette poteri della Natura terrestre e sublunare, che, al pari delle sette grandi forze dell'Universo, procedono e si evolvono secondo sette toni, corrispondenti - nella debolissima derivazione che a noi è dato percepire - alle sette note della scala musicale. Dal canto suo, la scienza insegna che tutte le forme primitive della vita organica appaiono anche in gruppi settenari di numeri. A partire dai minerali (o pietre molli diventate poi dure) e procedendo verso le piante (che in principio erano dure, essendo direttamente generate dal seno della pietra) e giungendo fino all'uomo, tutte le forme primitive di tutti i regni della Natura, si affacciano alla vita come pellicole eteree e trasparenti. Nei periodi successivi, tutto si va gradatamente consolidando e al settimo periodo comincia la divisione per specie. II mistero del 3 che rappresenta l'origine e il principio di tutte le cose, trova, secondo i dotti, un riscontro nella mineralogia, nella botanica e anche nella geologia. II sale in soluzione lo dimostra. Allorché, infatti, le sue molecole si raggruppano fra loro e cominciano a depositarsi sotto forma di un corpo solido, le prime figure che assumono sono quelle di triangoli, di piccole piramidi e di coni. (È questa la figura del Fuoco dal quale deriva appunto la parola "piramide,,). La seconda figura geometrica nella Natura è un quadrato o un cubo (4 e 6). Enfield dice che le particelle della terra sono quadrate, quelle del fuoco sono triangolari. La forma piramidale è quella che imitano i pini che sono gli alberi più antichi dopo il primordiale periodo delle felci. Così i due poli opposti della Natura cosmica - il fuoco e l'acqua, il caldo e il freddo - compaiono nelle loro prime manifestazioni metrografiche l'uno con un sistema triangolare, l'altro con un sistema esagonale. I cristalli stellati della neve, esaminati al microscopio, costituiscono tutti, senza eccezione alcuna, una doppia o tripla stella a sei punte, con un nucleo centrale, rassomigliante ad una stellina più piccola in mezzo alla più grande. II numero sette si collega poi strettamente alla Luna, la cui influenza si manifesta per periodi settenari. La Luna, infatti, guida e governa il lato occulto della natura terrestre, mentre il Sole regola e produce la vita manifestata. Questa verità è stata sempre evidente e indiscutibile per i grandi dotti delle antichissime religioni. Essi avevano una dottrina ben precisa sulle sette proprietà (3+4) della Natura; mentre la loro filosofia aveva raggiunta la dimostrazione evidente della identità assoluta del fenomeno naturale col fenomeno settenario. G. Massey, il dotto autore di "The Book of the Beginning" e di "The Natural Genesis", sostiene che l'antica dottrina egiziana delle "Sette anime" o dei "sette principi" si riduce precisamente e meravigliosamente alla biologia primitiva o alla fisiologia dell'anima. Egli dice tra l'altro: "La prima forma del 7 mistico era considerata come scritta, nel cielo, dalle sette grandi stelle dell'Orsa Maggiore, costellazione che gli Egiziani avevano assegnata alla Madre del Tempo e delle Sette potenze Elementari". E soggiunge altrove: "Gli Egiziani dividevano la superficie del firmamento durante la notte in sette parti. II Cielo primordiale era settuplo". La scienza ariana insegnava: "Le prime forze riconosciute nella Natura erano contate al numero sette. E infatti, sette erano le proprietà assegnate alla Natura (materia, coesione, dissolvimento, coagulazione, accumulazione, posizione e divisione). II principio settenario fu, così, introdotto in tutte le espressioni scientifiche e le manifestazioni religiose, e il 7 ebbe il "tipo sacro" usato in tutte le costruzioni ideali e nelle forme più svariate, più eterogenee e più lontane. Anche presso la filosofia ebraica esiste un sistema settenario, basato sul Ciclo settenario arcaico. La Cabala ne è una prova. Basterà, infatti, paragonare serenamente e senza stupidi pregiudizi, il racconto del Visnu Purana con il racconto biblico, per constatare subito che le "sette creazioni" di Brama, hanno servito di base ai "sette giorni" della creazione del Genesi. Le due allegorie sono differenti: ma è identico il sistema cronologico e il "tipo sacro" del 7, che hanno offerto il substrato alle due narrazioni. Sennonché, piuttosto che diffonderci sugli insegnamenti della filosofia degli antichi e sui principi scientifici dei Grandi Dotti delle religioni - principi che risulterebbero non poco difficili per le menti non abbastanza preparate - noi preferiamo, dopo quanto abbiamo accennato finora, portare il lettore in un campo più positivo, ove il misterioso fenomeno settenario, compreso dalla scienza arcaica, trova l'applicazione reale e indiscutibile. I fatti constatati al lume della scienza e osservati nelle più svariate manifestazioni, corroboreranno i principi filosofici antichi e, più facilmente (sebbene in maniera meno elevata) ci porteranno a comprendere la identità misteriosa e sacra del fenomeno settenario col fenomeno naturale. Tralasciamo quindi tutte le innumerevoli e multiformi applicazioni del numero sette che si riscontrano ad esuberanza in tutte le antiche cosmogonie e teogonie, in tutte le religioni, in tutte le storie, in tutti misteri, nelle scritture sacre di tutto il mondo, nella poesia, nel misticismo, nei rituali, nell'arte, nei miti, nelle leggende, ed entriamo senz'altro nel campo della Natura, ove il fenomeno - dal quale sono derivate tutte quante le applicazioni del 7 - appare nella sua meravigliosa verità. |