Il VANGELO GNOSTICO

DI

BARTOLOMEO

(Secondo il Codice C: Casanatense)

 

Inizia l'interrogazione del beato Bartolomeo apostolo e di altri apostoli al Signore Gesù Cristo

 

[1.1] In quel tempo, prima della passione del Signore Gesù Cristo, erano radunati assieme tutti i discepoli e lo interrogavano, dicendo: "Facci sapere, Signore, il mistero del cielo". Gesù rispose: "Non posso parlarvene fino a quando non avrò deposto il corpo di carne".

[1.2] Ma dopo che ebbe sofferto e risorse, tutti... gli apostoli lo guardavano senza osare interrogarlo, giacché il suo volto non era più come quello di prima, bensì manifestava luminosissime virtù.

[1.3] Bartolomeo però gli si avvicinò e gli disse: "Signore, ho da parlarti". Gesù gli rispose: "Bartolomeo carissimo, so quanto mi vuoi dire. Interroga, dunque, e ti risponderò su quello che vuoi e ti ricorderò io stesso quanto non ti ricorderai più".

[1.4] Bartolomeo domandò: "Signore, quando tu sei stato sospeso alla croce, io ti seguii da lontano; mentre tutti gli apostoli s'erano tirati indietro, io ti ho seguito. Ti ho visto sospeso alla croce e degli angeli che salivano ad adorarti. E quando si fece buio io ti guardavo e vidi che sulla croce eri diventato invisibile. Udivo solo delle voci nell'abisso, ed ebbi improvvisamente tremito e paura. Dimmi, Signore, dove te ne sei andato dalla croce?".

[1.5] Gesù nell'Infero. Gesù gli rispose: "Mio beatissimo Bartolomeo, che hai visto questo mistero, ora a te dirò tutto quello su cui mi hai interrogato. Quando dalla croce sono diventato invisibile, discesi nell'Infero a liberare Adamo e tutti i patriarchi, Abramo, Isacco e Giacobbe, in conformità della petizione dell'arcangelo Michele".

[1.6] Allora Bartolomeo gli domandò: "Signore, che voce era quella che si udì?". Il Signore gli rispose: "Quando discesi nell'Infero con gli angeli per spezzare le spranghe di ferro e le porte dell'Infero, l'Infero gridava, "O Beelzebub, o Satana, è a causa tua che Dio discese sulla terra". E gli angeli gridavano: "Rinnegati, alzate le porte del vostro capo, poiché il re della gloria discende in terra".

[1.7] L'Infero disse loro: "Chi è questo re della gloria che discende qui da noi?". Poi l'Infero discese cinquecento piedi; ebbe un grande tremito e disse: "Penso che Dio sia disceso sulla terra. Odo la voce dell'Altissimo. Venne, infatti, con un grande profumo, ed io non posso resistere". Beelzebub disse: "Non credere, Infero, abbi coraggio! Dio, infatti, non discese sulla terra".

[1.8] Ma dopo che discese altri cinquecento piedi, gli angeli delle virtù gridarono: "Alzatevi porte del nostro principe, separatevi l'una dall'altra, giacché dal cielo discende personalmente il re della gloria". L'Infero disse: "Guai a me! Sento profumo di Dio, e tu dici che Dio non discende sulla terra?".

[1.9] Beelzebub rispose: "Di che hai paura? É un profeta e tu dici che è Dio? Hai confuso Dio con un profeta e un giusto. Io l'afferro e poi gettiamolo subito (giù). Chi pensano che sia salito in cielo?". L'Infero gli rispose: "Quale dei profeti? Dimmi, non sarà lo scriba della giustizia? Ma Dio non permette che venga in terra se non quando saranno terminati settemila anni".

[1.10] Così mi disse il fratello giusto: "Negli ultimi giorni Dio verrà". Non discenderà, infatti, il Figlio di Dio in terra? Guai a me! Che farò? Dio, infatti, viene e con la nostra iniquità non siamo ancora giunti all'ultimo intervento di Dio, ed io non sarò tra gli agnelli.

[1.11] Beelzebub riconobbe che si trattava del Verbo del Padre che discendeva. L'Infero gli disse: "Dove posso fuggire, dove posso nascondermi dal cospetto della forza del gran re? Permetti ch'io entri in te, giacché da te sono stato plasmato".

[1.12] Si spezzarono allora le porte di bronzo e le spranghe di ferro. Entrò il Signore, lo afferrò, lo colpì, ordinò che fosse bastonato, lo legò con catene insolubili e liberò tutti i patriarchi, tutti quelli che erano trattenuti là, e poi me ne ritornai sulla croce".

[1.13] Bartolomeo gli disse: "Io ti rividi sospeso alla croce e vidi tutti i morti che risorgevano: ti adoravano e poi salivano nuovamente nella tomba. Dimmi, Signore, chi era quell'uomo che era portato in mano dagli angeli; era un bell'uomo; e che cosa gli hai detto quando sospirò profondamente?". Gesù rispose: "Quello era Adamo, il primo uomo che fu creato, ed è per lui ch'io discesi dal cielo in terra.

[1.14] Io dissi ad Adamo: "É per te e per i figli tuoi ch'io sono appeso alla croce". Egli sospirò e pianse". Bartolomeo disse: "Vidi, Signore, tutti gli angeli che precedevano Adamo in cielo e inneggiavano. Uno di questi angeli, adorno di ogni bellezza, non voleva salire con essi; aveva nelle sue mani una spada di fuoco e aspettava; ma tutti gli angeli insistevano che salisse con loro. Quando fu pronto a salire con loro, io vidi una fiamma che saliva dalle sue mani e giungeva fino oltre la Città".

[1.15] Gesù rispose: "É la spada fiammeggiante che percosse l'edificio della sinagoga dividendolo in due parti, quale testimonianza, avendomi essi crocifisso". Chi nasce e chi muore. Ciò detto, si rivolse agli apostoli: "Aspettatemi in questo luogo - disse - poiché oggi in paradiso mi è presentata una offerta e vado a prenderla". Bartolomeo però gli domandò: "Signore, che cos'è questa offerta in paradiso?".

[2.1] Gesù rispose: "Le anime dei giusti oggi escono dal corpo ed entrano in paradiso". Bartolomeo gli domandò: "Signore, quando tu ci ammaestravi, ricevevi un'offerta in paradiso?". Gesù rispose: "Non la ricevevo". Bartolomeo gli domandò: "Quante anime escono quotidianamente dal corpo?". Gesù gli rispose: "Mio dilettissimo Bartolomeo, ti dico in verità che quotidianamente escono dal corpo seimila e settantaquattro anime".

[2.2] Bartolomeo domandò: "Signore, quante anime entrano quotidianamente in paradiso?". Gesù gli rispose: "Veramente solo tre". Bartolomeo domandò: "Signore, perché entrano in paradiso soltanto tre?". Gesù rispose: "Entrano cinquantatre‚ in paradiso, ma solo tre si riposano nel seno di Abramo. Tutti gli altri vanno nel luogo del riposo, non essendo come queste tre anime giuste".

[2.3] Bartolomeo gli domandò: "Quante anime quotidianamente nascono nel mondo?". Gesù rispose: "Quotidianamente ce n'è una sola superflua che esce per nascere nel mondo". E così dicendo diede loro la pace e diventò loro invisibile.

[2.4] Maria parla agli apostoli. Gli apostoli erano insieme a Maria ed avvicinatosi, Bartolomeo disse alla beata Maria: "O beata Maria, come hai avuto tanta forza in te e come hai potuto reggere con una gloria così grande?". E avevano paura di interrogarla. Bartolomeo disse a Pietro: "Tu sei il primo di tutti noi, avvicinati dunque e interrogala". Pietro disse a Giovanni: "Tu sei un vergine immacolato, tocca dunque a te interrogarla".

[2.5] Mentre essi discutevano, Bartolomeo si avvicinò con viso allegro e disse: "Rallegrati, immacolata vergine Maria! Tutti gli apostoli mi hanno mandato a te per interrogarti. Come hai fatto a portare colui che è importabile? Come hai potuto generare tante grandezze?". La beata Maria rispose: "Perché mi interroghi su questi misteri? Se incominciassi a parlarne dalla mia bocca uscirebbe una fiamma che incenerirebbe tutto il mondo". Ma egli insisteva nel supplicarla ed ella non volle negare oltre; disse però: "Stiamo tutti in preghiera!".

[2.6] E subito si posero dopo Maria. Ma lei disse a Pietro: "Tu, Pietro, sei il capo di tutti gli apostoli, mettiti dunque dietro di me. Non hai udito Dio che diceva: "Siccome Cristo è il capo dell'uomo, l'uomo è il capo della donna?". Restate dunque tutti e pregate".

[2.7] Ma essi le dissero: "Cristo ha stampato in te la sua effigie e scelse di restare in te; nella preghiera spetta dunque a te la supplica". Lei rispose: "Voi che siete il sole che risplende, come attesta il profeta, dicendo: "Alzai i miei occhi verso i monti donde mi verrà l'aiuto". Voi dunque siete i monti e spetta a voi pregare".

[2.8] Gli apostoli le dissero: "A te spetta pregare, madre del regno dei cieli". Soggiunse ancora Maria: "Vi ha formato secondo la sua effigie e vi ha mandato per i quattro angoli della terra". Essi le risposero: "Colui che a stento è contenuto nel settimo cielo, si è degnato di abitare in te".

[2.9] Maria poi guardando in cielo e alzando le sue mani, prese a dire in lingua ebraica: helfoit, alaritha, arbar, neuiotho, melito, tarasunt, chanebonos, umia, theirura, marado, seliso, heliphomar, mabon, saruth, gefutha, enunnas, sacinos, thatis, etelelam, tetheo, abocia, rusar.

[2.10] Che in latino significa: "Dio grande e pieno di ogni sapienza, inenarrabile e inestimabile re dei cieli, che hai sostenuto con la tua parola le fondamenta del cielo, tu che siedi sul tuo trono nel settimo cielo, che dalla polvere della terra hai plasmato l'uomo e lo hai fatto simile a te".

[2.11] "Che hai separato la luce dalle tenebre, che hai rafforzato le fondamenta delle acque, che della nube hai fatto un messaggero, e nelle tenebre ti mostrasti come paura, che hai fondato la terra e più non l'hai abbandonata, che riempi la terra con la nostra rugiada, tu inestimabile Verbo del Padre che con una parola hai formato i cherubini",

[3.1] "e che a stento sei contenuto nel settimo cielo e ti sei degnato di abitare in me, e nel quale tutto è stato fatto, glorifica il tuo nome e concedimi di manifestare al cospetto dei tuoi apostoli questi misteri".

[3.2] Terminata la preghiera prese a dire così: "Sediamo per terra. Vieni prima tu Pietro, alla parte destra, poni il tuo omero sinistro sotto la mia ascella, e tu Andrea fa la stessa cosa dalla parte sinistra, tu Giovanni stringimi le scapole affinché le mie membra non si sciolgano".

[3.3] Quando fecero così, lei prese a dire: "Quando ero nel tempio di Dio, ricevevo il cibo dalla mano di un angelo. Un giorno mi fu concessa la visione dell'angelo: la sua faccia era incomparabile, nelle sue mani non aveva pane e calice secondo l'abitudine quotidiana; improvvisamente il tempio si spaccò, ci fu un grande spavento ed io caddi bocconi senza la visione dell'angelo.

[3.4] Ma egli tese la sua mano e mi alzò; guardai in cielo e mi venne sulla faccia una nuvola di rugiada, mi irrorò da capo a piedi, mi coprì con i suoi abiti e mi disse: "Rallegrati, beata casa di benedizione!".

[3.5] Così dicendo scosse la parte destra del suo abito e si riempì del pane di ogni grazia: lo pose sull'altare del tempio, ne mangiò lui e ne diede a me. Scosse poi la parte sinistra del suo abito ed apparve un grande calice di vino. Ne bevve egli per primo e ne diede a me, dicendo: "Aspetta un poco e vedrai di nuovo un pane intero e il calice".

[3.6] E mi disse di nuovo: "Ancora tre anni e poi ti passerò il mio Verbo e concepirai il figlio mio. E per mezzo suo si salverà tutto il mondo. Tu poi sii la salvezza di tutto il mondo. Pace a te, mia dilettissima". E poi disparve da me ed il tempio divenne come era prima".

[3.7] E mentre così parlava la beata Maria, dalla sua bocca uscì una fiamma da bruciare il mondo quasi si fosse all'ultimo giorno. Ed improvvisamente apparve davanti a lei Gesù e pose le mani davanti alla sua bocca, le fece un segno e le disse: "Non far sapere, o Maria, questo mistero, se no ora perirà tutto il mondo".

[3.8] Dalla sua bocca cessò la fiamma, gli apostoli presero a tremare, e il loro aspetto cambiò affinché Gesù non si irritasse con loro.

[3.9] Gli apostoli e l'abisso. Andò con loro al monte Mambre e sedette in mezzo a loro. Ma essi non osavano interrogarlo. Gesù disse loro: "Domandate quello che volete ch'io vi faccia sapere. Di qui a sette giorni salirò, infatti, al Padre e più non mi vedrete in questa visione". Gli dissero gli apostoli: "Signore, facci vedere tutto, come ci hai promesso".

[3.10] Gesù rispose loro: "Sarà bene per voi vedere l'abisso ve l'ho promesso; venite e vedrete". E li condusse in quel luogo. Diede ordine agli angeli infernali e la terra si separò (come le pagine) di un codice, ed apparve l'abisso. A tal vista gli apostoli caddero bocconi. Ma Gesù li rialzò e disse: "Non vi avevo forse detto che era meglio per voi, non vedere l'abisso;". Diede nuovamente ordine agli angeli, e diventò com'era prima.

[3.11] Maria e Pietro. E si appressò con essi al monte degli Ulivi. Pietro disse a Maria: "Vaso di benedizione, supplica il Signore affinché ci faccia sapere le cose che sono in cielo". Maria rispose a Pietro: "Il Signore ha ordinato che su di te sia edificata la Chiesa; avvicinati dunque tu stesso".

[3.12] Ma Pietro la supplicò ancora: "Interroga tu, giacché sei diventata la casa di Dio altissimo". Maria rispose: "Secondo la legge del genere umano tu sei stato formato prima, dopo fu formata Eva. Guarda il sole il cui splendore è come quello di Adamo, guarda la luna nebulosa a causa della trasgressione di Eva.

[3.13] Mise Adamo verso oriente e ordinò a quei due di risplendere: il sole verso oriente con raggi fiammeggianti, la luna verso occidente con un aspetto latteo. Eva ha trasgredito i precetti di Dio, per questo la luna è nebulosa e la sua luce non risplende.

[3.14] Tu dunque che discendi da Adamo, interroga. Per il grido della purezza femminile egli si è degnato di restare in me, quando salirono in cima al monte e il fanciullo Gesù Cristo si allontanò da loro". Pietro disse: "Tu sei la riparatrice del ricordo della trasgressione. Hai portato Eva dalla tristezza alla gioia. Tu puoi domandare ogni cosa".

[3.15] Bartolomeo vuole vedere il nemico. Venuto Gesù, Bartolomeo disse: "Facci vedere quel nemico degli uomini affinché vediamo chi è, che cosa fa e donde è disceso, e che forza ha colui che non ha risparmiato neppure te, ma ti fece appendere al legno". Rivoltosi a lui, Gesù disse: "O audace, perché chiedi quanto non puoi vedere?".

[3.16] Bartolomeo ne restò molto turbato e gettatosi ai piedi del Signore prese a dire: "O Cristo, luce del mondo, salvatore che non viene mai meno, che hai fatto grazie in ogni epoca, che ci hai dato una luce assidua e sempiterna, che sei disceso nel mondo, che hai confermato la parola sempiterna del Padre, che hai chiamato la tristezza alla gioia, che hai rallegrato la confusione di Eva e l'hai riparata degnandoti, per questo, di entrare in un utero, liberatore del mondo, manifestami l'oggetto della mia interrogazione".

[3.17] Mentre egli così parlava, Gesù lo consolò e gli disse: "Vuoi dunque vedere quel nemico degli uomini. So bene che lo vuoi vedere, non tu soltanto ma anche tutti gli apostoli e Maria. Ma quando vedrete, cadrete bocconi e sarete come morti". Gli apostoli dissero: "Vediamolo, o Signore!". Lo depose dal monte degli Ulivi e disse adirato all'angelo tartarico di venire da lui.

[3.18] Ordinò poi a Michele di suonare la tromba nell'eccelso della sua potenza. Non appena suonò in cielo la tromba, la terra tremò e subito venne l'anticristo. Attanagliato dalle catene di fuoco di seimila e sessanta angeli. La sua lunghezza era di mille e novecento cubiti, la larghezza di settecento, una sua ala era di ottanta cubiti. La sua faccia ardeva come il fuoco, i suoi occhi erano rannuvolati e dalle sue narici usciva il fumo della sua cattiveria. La sua bocca come una cava di pietre.

[3.19] Gli apostoli appena lo videro caddero bocconi e diventarono come morti. Ma Gesù, avvicinatosi agli apostoli, li fece rialzare e disse a Bartolomeo: "Va' e schiaccia la sua testa con i tuoi piedi". E gliene diede la forza. Bartolomeo si avvicinò all'anticristo per schiacciargli la testa e gli domandò qual era la sua potenza, che cosa faceva e donde era.

[3.20] Bartolomeo disse nuovamente a Cristo: "Signore, metti il tuo torace sotto i miei omeri, ed io andrò; questo nemico, infatti, è audace contro di me". Il Signore disse a Bartolomeo: "Non potrai reggere il torace con i miei abiti. Io sono con te, è un mio ordine: va', interrogalo su che cosa fa e donde è".

[3.21] E l'apostolo si avvicinò all'anticristo. Mentre Bartolomeo schiacciava la sua testa, l'orecchio del demonio si affondava nella sua faccia. L'apostolo allora gli domandò: "Dimmi chi sei, che nome hai e che cosa fai per tutta (la terra). Rispondimi subito" Il diavolo gli rispose: "Allentami un poco, solleva il tuo calcagno dalla mia testa e ti dirò chi sono, come sono venuto qui che cosa faccio, che nome ho".

[3.22] Bartolomeo parla con l'avversario. Egli allora allentò un poco. Poi l'apostolo Bartolomeo gli disse: "Riconosci, o ingannatore maligno delle anime, quello che hai fatto e quello che fai contro il popolo del Dio vivo". Il diavolo gli rispose: "Se lo vuoi sapere, il mio nome prima era Atanaul, che significa angelo, ma quando feci opera di persuasione contro Cristo,

[4.1] mi fu dato il nome di Satana, cioè angelo tartaro, capo dei demoni, principio della superbia, maestro menzognero per invidia, malizia, astio. La superbia infatti fu introdotta nel mondo da me. Io sono maestro di spergiuro e di iniquità per astio, inganno, superbia e cupidigia. Dio prepara sempre ogni cosa buona, ed io con malsana invidia e ingiustizia muovo gli uomini in modo tale che non salgano là donde io sono stato scacciato. Mio ausilio è l'animo maligno che attira a me quelli che con me periranno".

[4.2] L'apostolo gli disse: "Dimmi tutto, dannato, non nascondermi nulla". Ed egli gli rispose: "Perché mi stringi con la destra del Signore, segno del Crocifisso? Perché mi stringi? Anche se volessi nascondermi, non potrei; se lo avessi potuto avrei combattuto contro di essi; ma proprio non posso.

[4.3] Se avessi potuto farvi perdere tutti, come feci con uno di voi, di nome Giuda, che è sotto il mio dominio! Anch'io infatti sono stato creato tra gli angeli, quando Dio fece il cielo e la terra. Il Signore prese una fiamma di fuoco e per primo creò me; dopo creò l'arcangelo Michele che ebbe poi il potere.

[4.4] Suo figlio, invece, lo aveva generato prima di porre le fondamenta al cielo e alla terra. E quando volle ricostruire ogni cosa, divenne parola di suo figlio. Noi siamo stati fatti per volere di suo figlio, ci ha plasmati secondo il beneplacito del Padre.

[4.5] Io sono stato il primo ad essere creato. Poi fu creato Michele che il Signore ritenne degno di ogni virtù e, avendo obbedito, restò fedele ai comandamenti divini. Il terzo ad essere creato fu Raffaele, il quarto Gabriele, il quinto Uriele, il sesto Zataele e poi altri sei che non posso nominare. Questi dunque difendono il trono di Dio.

[4.6] Mi castigano sette volte durante il giorno, e nella notte mi portano sette volte nella perdizione e spezzano tutta la mia forza. Questi sono i dodici angeli difensori che stanno davanti al trono di Dio: questi sono gli angeli creati per primi; dopo viene tutta la moltitudine degli altri angeli.

[4.7] Nel primo cielo, migliaia di migliaia e diecimila così pure nel secondo e nel terzo, così ancora nel quarto e nel quinto, così pure nel sesto e nel settimo cielo. Dopo il settimo cielo c'è una tavola ove sono le potestà che impediscono l'ingresso a tutti coloro che operano negligentemente.

[4.8] Vi sono ancora altri quattro angeli che presiedono il soffio dei venti ed impediscono loro di fare quanto vorrebbero. Manch è l'angelo che presiede la tramontana ed Etalfata presiede il settentrione: tengono in mano verghe di fuoco e fiaccole ardenti per riscaldarsi dal freddo, di modo che la terra non si secchi e il mondo non perisca.

[4.9] Cedor presiede il meridione affinché il sole non turbi la terra, tempera il suo calore, di modo che non bruci la terra e spegne la fiamma che esce dalla sua bocca. Un altro angelo è sul mare e infrange la forza delle onde. Le altre cose non te le dico".

[4.10] Gli artifizi del nemico. L'apostolo Bartolomeo gli disse: "Dimmi, malfattore e bugiardo, ladro fin dal principio, pieno di amarezza e di inganno, di invidia e di ipocrisia, serpente astutissimo e antico, lupo rapace, tu che fai opera di persuasione affinché le anime degli uomini si allontanino dal Dio vero, creatore di tutto, che fece il cielo, la terra, il mare e tutto quanto in essa si trova, giacché tu sei sempre nemico del genere umano".

[4.11] Satana gli rispose: "Se proprio li vuoi sapere, ti riferirò i singoli artifizi con i quali inganno quelli che ti indicherò. Faccio opera di persuasione per l'omicidio, l'idolatria, i malefizi, perché credano nelle fantasie ch'io metto loro in mente. Quanti fanno queste cose, quanti le approvano come quelli che le insegnano periscono con me".

[4.12] Bartolomeo gli disse: "Dimmi subito in qual modo persuadi gli uomini a non seguire Dio, ma gli artifizi cattivi, lascivi e tenebrosi, abbandonando le vie del Signore diritte e illuminate". L'anticristo gli rispose: "Te lo dirò. Una ruota salì dall'abisso ed aveva sette coltelli di fuoco. Il primo coltello ha dodici canali". Bartolomeo domandò: "Chi sono quelli che si trovano nei coltelli?".

[4.13] L'anticristo gli rispose: "Nel canale di fuoco del primo coltello si trovano quelli che tirano le sorti, gli indovini, gli incantatori, quelli che credettero in essi e quelli che li cercarono: con l'iniquità del loro cuore trovarono divinazioni false. Nel secondo canale di fuoco sono posti i blasfemi, quanti bestemmiano Dio e il loro prossimo, quelli che bestemmiano le Scritture; qui sono posti anche gli incantatori, quelli che li cercarono e quelli che credettero in essi. Nel mio numero sono destinati quelli che si uccidono o si danno la morte, quanti si annegano, si gettano in un pozzo, si sospendono a un capestro, si percuotono con un'arma.

[4.14] Nel terzo canale sono posti gli omicidi, gli adoratori degli idoli, quanti seguono l'avarizia e l'invidia a causa della quale io sono stato scacciato dai cieli in terra. Negli altri canali sono sistemati gli spergiuri, i ladri, i superbi, gli avidi, gli usurai, quelli che bestemmiano gli spiriti, non danno ospitalità ai pellegrini, non fanno elemosina, non assistono i carcerati, servono tiepidamente nella Chiesa e sono detrattori; quelli che non amano il loro prossimo e tutti gli altri peccatori che non ricercano il Signore o lo venerano tiepidamente: io scandalizzo tutti costoro a mio piacimento".

[4.15] Bartolomeo gli domandò: "Dimmi, diavolo bugiardo e non verace, queste cose le fai tu personalmente oppure per mezzo di tuoi ministri o di tuoi simili?". L'anticristo gli rispose: "Oh, s'io potessi uscire e fare queste cose personalmente! Ma né io esco né alcuno di quelli che sono stati gettati qui con me.

[4.16] Qui abbiamo invece alcuni ministri secondari, che a loro volta si sono fatti dei colleghi ministri, ai quali abbiamo dato i nostri ordini, su di loro abbiamo poste le nostre stole e li mandiamo a caccia, affinché con molta dolcezza ci catturino le anime degli uomini, sollecitandoli a seguire l'ebrietà, l'avarizia e la bestemmia, a deviare la fornicazione in eresia, a venerare gli idoli, a deviare dalla Chiesa, a sottovalutare la croce del Crocifisso, a dire falsa testimonianza: noi, infatti, facciamo tutto ciò che Dio odia.

[4.17] Alcuni li facciamo cadere nel fuoco, altri li buttiamo giù da un albero, ad alcuni spezziamo le mani o i piedi, ad altri caviamo gli occhi, e facciamo molte altre cose di questo genere. Offriamo loro oro, argento e (la realizzazione di) ogni desiderio del mondo, e quelli che non possiamo far peccare da svegli, li facciamo peccare in sogno.

[4.18] Il nemico espone le sue conquiste e le sue disfatte. Ma se qualcuno avrà rinunziato alle malvagità sopra menzionate, si convertirà al Signore, avrà diviso bene le ricchezze del mondo e farà penitenza, Dio si rivolgerà a lui e purificherà il suo vaso giacché egli l'ha plasmato e abita in lui e fa sua la di lui casa.

[4.19] Quando arrivano poi i miei ministri, trovano quella casa occupata e non la possono avvicinare neppure da lontano essendo già abitata dal re celeste e da ogni parte c'è il suo sigillo. Elevano allora un ruggito e ritornano da noi ad annunziarci con le lacrime: "Eravamo riusciti a conquistarlo con il lavoro di un anno e di molto tempo, ed ecco che l'abbiamo perso; ora ci voleva persino legare e mandare nell'abisso".

[4.20] Ma io li flagello perché si sono comportati con negligenza, li mando là ove possono trovare un'anima da sedurre affinché la seguano o la diano a noi; diamo loro anche la facoltà di prendere l'aspetto che vogliono per apparire agli uomini.

[4.21] Ti dirò anche i nomi degli angeli di Dio che ci sono contrari. Uno si chiama Mermot e tiene insieme le tempeste; i miei ministri lo scongiurano ed egli concede loro di abitare dove vogliono, ma nel ritorno sono incendiati. Altri cinquanta sono gli angeli sopra i bagliori, e quando lo spirito vorrebbe uscire da noi per il mare o sopra la terra questi angeli, dalle nubi, scagliano contro dei colpi di pietra e di fuoco che ci brucia e spacca sassi ed alberi.

[5.1] Ed ovunque ci possono trovare ci perseguitano per ordine di colui che assistono quello che mi ha relegato; giacché è per suo ordine che tu mi domini e quanto io non mi pensavo di dire, il mio segreto, involontariamente confesso".

[5.2] L'apostolo Bartolomeo gli domandò di nuovo: "Dimmi ciò che hai fatto e ciò che fai". Satana gli rispose: "Pensavo di non manifestarti tutto il mio segreto, ma per colui che comanda e la cui croce mi obbliga, non ti posso nascondere nulla".

[5.3] "Io spinsi il re Geroboamo a fabbricare i due vitelli d'oro, a fornicare a causa loro e costringere il popolo a seguirlo; e prima ancora io feci questi altari e questi pali e costrinsi il popolo a fornicare a causa loro. Sono io che ho tentato Giobbe e gli sottrassi i figli e le ricchezze e a me è stata data la facoltà di coprire Giobbe di piaghe, da capo a piedi. Per mezzo di sua moglie, tentai di prendergli anche l'anima, ma non ci sono riuscito: essendo egli giusto e perfetto davanti a Dio, Dio lo custodì. Sono io che, con le donne, ingannai i figli del sacerdote Eli, con i quali sono stati uccisi più di trentamila uomini".

[5.4] "Sono io che ho fatto mormorare il popolo di Dio nel deserto; lo feci fornicare per mezzo dei pali sacri e degli altari e con la fabbricazione del vitello. Sono io che li ho sedotti entrando nel cuore del popolo affinché dicesse ad Aronne: Fa' per noi degli dèi che ci precedano e poi danzarono davanti al vitello e l'adorarono".

[5.5] "Giunto Mosè, pregò per loro ed, avendo fatto penitenza, si salvarono, giacché ovunque si trova un uomo giusto e fedele che si tiene lontano dal male e teme colui dal quale è stato creato, per opera sua si salvano molti. Ovunque invece si trova un uomo che non teme colui dal quale è stato creato, ma lo serve tiepidamente, non salva né se stesso né gli altri. Ed io lo scandalizzo, affinché non si possa riprendere e pregare per i suoi peccati, né fare opere buone".

[5.6] "Però non li vinco tutti, ma solo quelli che trovo vuoti. Quelli che trovo pieni di Spirito santo e del segno della croce, che perseverano nei comandamenti di Dio ed hanno lo scudo della fede, e cioè la croce sulla quale egli fu appeso, li tento sì, ma me ne resto confuso. Invece entro e rimango presso quelli che trovo vuoti, senza il segno del Crocifisso, e perseveranti in quelle cose che sono cattive oppure non credono affatto in Dio".

[5.7] "Ti assicuro che odio le opere buone e desidero invece le opere cattive. Sono io che ho fatto e faccio i martiri entrando nel cuore dei principi affinché li perseguitino. Sono io che ho fatto mettere i tre fanciulli nella fornace ardente. Ma colui che mi ha stretto con catene di fuoco, era con essi in mezzo alla fornace e li refrigerava. Sono io che ho fatto perseguitare i Maccabei poiché erano perfetti nella legge di Dio.Sono io che ho fatto ardere di passione verso Susanna i due vecchi e li feci pronunciare contro di lei una falsa testimonianza. Sono io che ho fatto in modo che fosse fabbricata l'immagine ordinata da Nabucodonosor, ed abitai su di essa".

[5.8] "I sacerdoti degli idoli sia in Babilonia sia nelle altre regioni di tutto il mondo, venerati da tutte le genti, sono mia dimora, abito con essi e sono miei fratelli. Sono io che, entrato nella bocca di tutti i suoi profeti, ingannai il re Acham con un falso aiuto. Quando gli uomini vogliono fare elemosine, soccorrere i carcerati, visitare gli infermi, provvedere a se stessi, vestire un ignudo, dare da mangiare e da bere agli affamati, ascoltare la voce dei poveri e scontare così i loro peccati, allora io entro in cuor loro ingannandoli in modo che non facciano ciò che è bene, ma ciò che è male".

[5.9] "Spinto dall'invidia, lavoro affinché nessun uomo cristiano salga là donde io sono stato scacciato. Per dire tutto, io propino a tutto il mondo le mie pozioni. Sono io che faccio sì che le genti adorino gli idoli e venerino i campi. Sono io che infondo la libidine invece della castità, e la corruzione invece della verginità, l'amore del mondo invece dell'amore di Dio, l'amore della lussuria invece dell'amore della purezza. Sono io che infondo la superbia invece dell'obbedienza, l'ubriachezza invece della sobrietà. Sono io che suscito le diverse eresie affinché gli uomini fornichino per mezzo degli idoli e si separino dalla Chiesa cattolica".

[5.10] "E come a voi, suoi apostoli, il vostro Maestro diede la facoltà affinché da tutto il mondo e da tutte le genti gli prepariate nella sua Chiesa delle anime fedeli per mezzo della vostra predicazione, così, per acquistarmi discepoli, io mando i miei ministri affinché vadano ovunque trovino persone infedeli che non credono al Maestro verace, e credono invece a me ingannatore".

[5.11] "Faccio dunque dolce quanto è amaro, benefico quanto è ignominioso, inquieto quanto è tranquillo, benevolo quanto è iracondo, vergine quanto è lussurioso, male quanto è buono, ingiusto quanto è giusto, ingiurioso quanto è onorifico, triste quanto è gioioso, cupidigia quanto invece è elemosina, empio quanto è pio, golosità quanto è astinenza, falsa la testimonianza vera".

[5.12] "Per mezzo dei miei amici, ministri e seguaci io trarrò a me tutti quelli che potrò affinché con me periscano. Se io infatti fossi libero, metterei tante di quelle insidie tra gli uomini che nessuno più entrerebbe nel luogo donde io sono caduto e, se potessi, tenterei anche voi e vi ucciderei come feci già con il vostro Giuda, e porrei inimicizie tra di voi e i vostri padri che furono prima di voi".

[5.13] "Ma quando sarete andati a predicare, dopo di voi invierò i miei ministri affinché le genti di tutto il mondo non vi credano, bensì si accordino per uccidervi, lapidarvi, crocifiggervi come il vostro Maestro. Sono io che, per opera di una donna, ho fatto decapitare da Erode anche Giovanni Battista. La mia vita è la vostra morte, la mia beatitudine è la vostra tribolazione e la mia gioia è la vostra tribolazione. Basti quanto ti ho manifestato! Se ti dicessi di più non avrei più riposo".

[5.14] Artifizi presenti e futuri del nemico. Il Signore Gesù disse all'apostolo Bartolomeo: "Lascialo e ordinagli che se ne ritorni al suo posto fino all'avvento del Signore. Io ti manifesterò quanto ancora è rimasto; è, infatti, necessario rinascere diversi; così, coloro che sono provati e vinceranno, si troveranno nel regno dei cieli donde questo nemico è caduto assieme ai suoi consiglieri".

[5.15] Allora l'apostolo Bartolomeo disse all'anticristo: "Ritorna nel tuo regno nell'abisso, o dannato nemico degli uomini, fino all'avvento del Signore nostro Gesù Cristo che verrà a giudicare per mezzo del fuoco i vivi e i morti ed il secolo e a dannarti con i tuoi simili, affinché tu più non presuma compiere quanto hai detto".

[5.16] Con una voce lamentosa pari ad un ruggito di leone, Satana disse: "Guai a me! Ho ingannato molti per mezzo della donna, e da una vergine sono stato a mia volta ingannato, stretto e legato da catene di fuoco dal figlio della vergine, e brucio terribilmente. O verginità che sempre mi fu contraria! Devono passare ancora settemila anni, e come ho potuto essere ingannato a confessare tutto quanto ho detto".

[5.17] "Comunque, prima del suo avvento manderò ancora le mie frecce dove potrò, sia personalmente che per mezzo dei miei ministri e seguaci. Ma tutto ciò è capitato a me e ai miei consiglieri a causa della superbia e disobbedienza. Sono io che ho fatto in modo che i suoi fratelli prendessero in odio Giuseppe, li incitai contro di lui affinché l'uccidessero, come Caino uccise suo fratello Abele, lo volevo ingannare per mezzo di una donna, ma non ci sono riuscito.Ove, infatti, c'è l'amore di Dio, là c'è pure il suo timore; come ove c'è la saggezza e la castità, quivi c'è pure umiltà e carità perfetta, e contro di esse io non posso fare nulla. Sono io che ho sedotto il re Saul affinché non obbedisse alla voce di Samuele profeta".

[6.1] "Saturno, Apollo, Giove e Mercurio sono miei fratelli e tutti gli dèi venerati da tutte le genti sono ascritti nel mio numero, giacché sono io che sono invocato sotto il loro nome. Simon mago, Zaroes e Arfaxir, Jamne e Mambre sono miei fratelli e così quanti li hanno invitati; Sodoma e Gomorra seguivano le mie opere, allorché Dio s'è adirato contro di esse e fece piovere fuoco e zolfo dal cielo annientando tutti".

[6.2] "Enoc e Noè furono miei nemici, essendo giusti presso Dio. Io stuzzicai Esaù contro Giacobbe, e feci uccidere Zaccaria nel tempio. Sono io che introdussi nel cuore di Giuda il tradimento di Cristo ai Giudei, e sono io che ho agito nel cuore degli Ebrei affinché crocifiggessero Cristo e lo colpissero con la lancia. Sono io che ho tentato lui, come già il primo uomo, sono io che nel deserto gli offrii il pane qual cibo per vedere se lo potevo sedurre come il primo uomo, e gli offrii pure i regni del mondo".

[6.3] "Ma colui che ha creato gli angeli, il mondo e tutte le cose che sono nel mondo, al cui comando trema tutto, colui che ha rifinito il mare e pose le basi all'arida, colui per mezzo del quale è stata fatta ogni cosa, mi ha legato con catene di fuoco, da lui sono stato avvinto; la sua croce mi tormenta molto e non mi permette di fare quanto desidero, senza il suo permesso".

[6.4] "E non ti nascondo neppure questo pur confessandolo a malincuore. Quando i cristiani vogliono vivere secondo il precetto di Dio e vogliono correre in chiesa ad ascoltare la lezione e le parole di Dio, o quando vogliono pregare bene, io entro nel loro cuore, metto in essi diverse tentazioni e faccio loro molte cose. Noi che altro non abbiamo che il male, come possiamo fare del bene?".

[6.5] Bartolomeo ringrazia Gesù. Il Beato apostolo Bartolomeo disse a Gesù: "Tu sei buono, Signore Gesù Cristo, per opera del tuo vero e glorioso avvento siamo diventati buoni giacché tu sei misericordioso verso coloro che si convertono a te; sei un Dio benevolo, tu ti sei degnato venire dall'utero di una vergine, e così la carne che era stata corrotta dall'inganno del nemico fu ristabilita per opera di una vergine buona e pura per la quale ti sei degnato di venire e che è detta giustamente madre e regina; con il tuo glorioso e mirabile avvento hai redento per Dio Padre onnipotente; a causa di Eva eravamo periti e separati dal regno dei cieli,"

[6.6] "ora per opera di una vergine tutto è stato riparato e per mezzo del tuo santo avvento e per il tuo rinomato mistero hai aperto il tuo regno dei cieli a coloro che credono in te; mentre prima il genere umano era caduto a causa della superbia e del consiglio del nemico. Ti domandiamo, Dio, di avere misericordia dei tuoi servi che sperano in te, giacché tu sei lo stesso Signore che hai rinvigorito Mosè, tuo servo, contro Amalek e lo hai vinto per opera del tuo braccio santo ed eccelso, come hai schiacciato il faraone con il suo esercito, mentre hai salvato il popolo dando la vittoria ai tuoi servi".

[6.7] "Ed ancora, sei tu che hai schiacciato tutti gli avversari (di) queste generazioni pessime al cospetto del tuo popolo Israele, ed è in virtù della tua potenza che la vittoria arrise sempre al tuo servo David, sei tu che hai parlato nei suoi giorni e hai irrobustito le sue mani contro i suoi nemici".

[6.8] Il motivo della caduta del nemico. Dopo di ciò apparve nuovamente il diavolo a Bartolomeo e gli disse: "Ti prego, o apostolo del Dio vivo, di non far sapere quanto io involontariamente ti ho confessato". L'apostolo Bartolomeo, ammirando l'audacia del nemico e confidando nella potenza del Salvatore, rispose a Satana: "Demonio immondissimo, confessa il motivo per cui sei stato scacciato dall'altezza dei cieli, avendomi tu giurato che mi avresti detto tutto".

[6.9] Il diavolo rispose: "Quando Dio fece il padre Adamo a sua immagine, disse ai quattro angeli che convocassero la terra dai quattro angoli, e l'acqua dai quattro fiumi del paradiso. Nel mondo io ero nei quattro angoli della terra. Là dove io non ero fu fatto l'uomo quale essere vivente e (Dio) lo benedisse poiché era a sua immagine. Dopo, Michele, Gabriele e Uriele adorarono".

[6.10] "Quand'io ritornai dal mondo, l'arcangelo Michele mi disse: Adora la figura che Dio ha fatto secondo il suo beneplacito. Io vidi che era fatto con la polvere della terra, e dissi: Di acqua e fuoco son io e sono stato creato prima. Non adoro il fango della terra. Michele mi disse nuovamente: Adora! Che non capiti che il Signore si adiri contro di te. Io gli risposi: Il Signore non si adira contro di me. Bensì porrò il mio trono contro il suo trono. Allora il Signore si è adirato verso di me, ordinò di aprire le cateratte del cielo e mi gettò in terra".

[6.11] "Dopo che fui gettato giù, il Signore interrogò alcuni angeli che erano sotto di me se volevano adorare l'opera delle sue mani. Ed essi gli risposero: Abbiamo visto che il nostro principale non ha adorato, così noi non adoriamo chi è inferiore a noi. Anch'essi furono allora gettati giù in terra con me, ed abbiamo dormito per quarant'anni. Quando mi svegliai, vidi che quelli dormivano sotto di me; li destai secondo il mio volere e mi consigliai con loro sul come persuadere l'uomo a causa del quale sono stato gettato giù dai cieli".

[6.12] "Dopo che mi consigliai, compresi come lo potevo sedurre. Presi dunque nelle mie mani delle foglie di fico, asciugai il sudore del mio petto e sotto le mie ali, e poi le gettai lungo il corso d'acqua: Eva, bevendone, provò il desiderio della carne; la diede a suo marito; e parve loro dolce, nonostante fosse amara. A causa della prevaricazione commessa, non capirono di avere prevaricato. Se non avessero bevuto di quest'acqua non avrei mai potuto persuaderli, n‚ io avrei potuto vincerli diversamente che così".

[6.13] "Ma guai a me, giacché se per mezzo di Eva sono stato vincitore, per mezzo di Maria vergine sono stato vinto. Da suo figlio sono stato imprigionato ed ora brucio terribilmente. Guai a me, giacché per mezzo di una vergine è stata scoperta la mia intenzione, la mia forza si è disgregata ed io brucio moltissimo. Ma ti prego, apostolo del Dio vivo, di non manifestare tutte le parole che io - vinto, legato e costretto - ti ho rivelato, giacché non trovo ove riposare".

[6.14] L'addio al nemico. Bartolomeo gli rispose: "Possa tu non stare mai bene, o dannato, astutissimo nemico degli uomini, drago antichissimo. Tu vuoi ch'io nasconda al popolo di Dio le tue arti cattive, astute e pessime? Le tue vie inique e ingannatrici, tenebrose e lubriche che conducono a te, e a quelli che sono d'accordo con te, nella perdizione, nella geenna di fuoco e nella pena perpetua? Non le nasconderò bensì ne annunzierò l'artefice a quelli che crederanno nel Signore mio Gesù Cristo".

[6.15] "Annunzierò la via dell'equità, della verità e della carità che conduce alla vita eterna e alla requie perpetua affinché quanti la seguono e giungono in fondo vivano in sempiterno e siano partecipi della vita eterna donde tu, misero, sei caduto per superbia".

[6.16] E, pregando, l'apostolo Bartolomeo disse: "Signore Gesù Cristo, ordina che egli entri nell'inferno, giacché questo diavolo è audace contro di me". Il Signore Gesù Cristo disse a Satana: "Vattene, discendi nell'abisso e resta là fino al mio avvento". E subito il diavolo più non apparve.

[6.17] Preghiera di Bartolomeo. Allora Bartolomeo, cadendo ai piedi di nostro Signore Gesù Cristo, prese a dire tra le lacrime: "Abba, Padre, il solo ad essere sempre glorioso, Verbo del Padre per mezzo del quale è stato fatto tutto! Colui che a stento i cieli potevano contenere volle abitare nell'utero di una vergine; colui che una vergine portò e generò senza sentire dolore. Era vergine prima del parto e rimase vergine dopo il parto.Tu, Signore, l'hai scelta e l'hai chiamata madre vera, vergine e ancella. Madre perché per suo mezzo ti sei degnato discendere là dove hai preso carne. Regina perché di lei ne hai fatto la regina delle vergini. Tu poi, Signore, hai creato tutto secondo il tuo giudizio ed hai fatto sì che prima ancora che ti preghiamo tu ci dia tutto secondo la tua bontà, Signore".

[6.18] "Tu che hai portato una corona di spine da dare a noi che ti supplichiamo una corona inestimabile, e per liberarci dalle spine dei peccati. Tu sei stato appeso a un legno per allontanare da noi il legno della cupidigia e della concupiscenza; ed affinché anche noi credenti, per opera del nuovo legno della croce del salvatore Signore Gesù Cristo, per mezzo della quale hai vinto il mondo e quello che seduceva sempre il mondo, possiamo vincere i poteri dell'avversario seguendola e custodendola sempre in cuor nostro".

[7.1] "Ti supplichiamo, Signore, affinché per questo segno della santa croce, per il tuo glorioso avvento e per il glorioso tuo nome, coloro che credono in te possano vincere le potestà aeree. Giacché tu sei la nostra forza e gloria e ci hai assicurato dicendo: Senza di me non potete fare nulla"".

[7.2] Preghiera degli apostoli. Dopo di ciò, tutti gli apostoli caddero bocconi ai piedi del Signore, dicendo: "Benedetto, Signore, grande e terribile creatore di tutto, per opera del quale è stato fatto tutto, in cielo e in terra, che ti sei degnato di rivelare ai tuoi servi questo mistero affinché le genti e le generazioni umane sappiano che sei tu che hai creato ogni cosa e che salvi quanti sperano in te. Ci hai svelato il nostro nemico affinché le genti imparino a guardarsi dall'allettamento dell'antico serpente che ha sedotto il primo uomo, affinché le genti non gli credano allorché con le sue arti maligne entra negli altari e nelle statue di bronzo per sedurre le anime degli uomini e mandarle alla perdizione come egli stesso perì. Egli attira nell'errore della menzogna coloro che credono alla verità e al tuo nome grande e terribile, coloro che credono che tu sei il Dio uno e trino, e ti confessano uno nella trinità".

[7.3] "Ti lodano i cieli dei cieli. Ti lodano i cherubini e i serafini. Ti lodano i profeti. Ti lodano gli angeli e gli arcangeli. Ti lodano i giusti. Ti lodano i martiri. Ti lodano i confessori. Ti lodano le vergini. E noi, tuoi servi, ti lodiamo e benediciamo il tuo nome. Re dei cieli che da solo operi cose grandi e mirabili, come hai fatto con i nostri padri Abramo, Isacco e Giacobbe, come hai fatto con Mosè, Aronne e Gesù Nave e con tutti i tuoi servi fedeli che ti furono graditi come David e Salomone".

[7.4] "A te la forza e la gloria. A te la potenza. A te la potestà. A te l'impero. A te il regno. A te la grandezza. A te l'esaltazione. A te la vittoria avendo tu vinto il seduttore del mondo. A te l'eternità con il Padre e con lo Spirito santo. Tu sei il principio e la fine".

[7.5] "Sei tu che hai redento il mondo con il tuo sangue, e di nuovo sei atteso come giudice dei vivi e dei morti. Ti supplichiamo, Signore, affinché ti degni di essere sempre con noi. Non abbandonarci! Sii sempre vicino ai tuoi fedeli, Signore!"

[7.6] "Sei tu che in principio hai fondato la terra e i cieli sono opera delle tue mani. Sei tu che hai separato la luce dalle tenebre, e tutte le cose sono state fatte in tua presenza. Tu sei potente e verace, Signore, nelle tue parole, e fedele nelle tue leggi con le quali hai parlato per mezzo dei tuoi servi profeti e con le quali hai promesso che ti saresti dato a noi. Tu sei venuto per opera dell'utero glorioso e castissimo della santissima vergine Maria".

[7.7] "Tu hai permesso che una lancia trapassasse il tuo costato per liberarci dalla spada del diavolo, saziarci con il tuo corpo e con il tuo sangue e per liberare sempre dalle insidie dei nemici coloro che ricevono queste cose e credono nella tua santa Chiesa cattolica. Tu, per mezzo di una canna, hai gustato una spugna piena di fiele e aceto, per tenerci lontani dalla fauce del diavolo e liberarci dall'aceto dell'amarezza. Tu ci hai dato il calice di vino sincero del nuovo testamento quale cibo dell'anima e del corpo, quale redenzione di vita eterna".

[7.8] "Tu hai gridato ai quattro fiumi ed al tuo comando corsero, obbedienti, al tuo servizio. Il primo fiume è Filosofon per l'unita della Chiesa e la credulità apparsa in questo mondo. Il secondo fiume è Geon perché fatto dalla terra, o anche (per) i due testamenti. Il terzo fiume è il Tigri perché nei cieli ci è stata manifestata la trinità sempiterna: crediamo nel Padre, nel Figlio e nello Spirito santo, ed uno solo è il Dio per mezzo del quale sono state fatte le cose in cielo e in terra".

[7.9] "Il quarto fiume è l'Eufrate. Tu hai saziato per sempre ogni anima viva con il lavacro di rigenerazione che era figura dei vangeli che scorrono per tutto l'orbe terrestre che ti sei degnato di evangelizzare per opera dei tuoi servi affinché quanti credono e confessano siano salvi, credendo nel tuo nome, grande e terribile, e nei tuoi santi vangeli per giungere così a quella vita che non hanno".

[7.10] Dossologia di Bartolomeo. Allora l'apostolo Bartolomeo disse a Gesù: "Signore, padre, re della vita eterna, re dei cieli, re degli arcangeli, re dei profeti, re dei martiri, re dei giusti, re dei fedeli, re di quanti credono in te, re degli orfani, re dei prigionieri, re dei piccoli, re dei secoli, re del mondo. Consolatore dei tribolati, liberatore di quanti credono in te, medico dei doloranti, nutritore degli orfani e delle vedove, redentore di coloro che erano persi, sei tu che con il tuo sangue hai redento tutto l'orbe terrestre dalla mano del nemico che anelava a divorare la tua plebe. Salvezza dei peccatori, non abbandonare la creatura da te plasmata".

[7.11] La missione di Gesù nel mondo. Gesù rispose: "Bartolomeo, mio Padre mi ha chiamato Cristo proprio per questo, affinché io discendessi sulla terra ad ungere con l'olio della vita ogni uomo che viene a me; e chiunque sarà unto vivrà in eterno. E mi ha chiamato Gesù affinché io rimetta i peccati ai penitenti, a quelli cioè che fanno penitenza delle loro cattive azioni, si distolgono dalla vita tenebrosa per seguire la via della giustizia per ricevere il battesimo con le invocazioni e professioni, e osservano poi i miei comandamenti che sono scritti qui, nei profeti e nella legge, e non seguono la via dell'iniquità sulla quale ha seminato il nemico".

[7.12] "Io, infatti, ho donato a tutti la verità di Dio, poiché io sono la via, la verità e la vita. Via, perché nessuno può venire al Padre se non per mezzo mio; vita, perché io do la vita eterna ai giusti, ai fedeli che credono in me con cuore puro, e a quelli che mi temono: saranno come angeli di Dio e saranno detti figli dell'Altissimo; io sono verità perché in me ebbe compimento tutto ciò che di me avevano profetato i profeti e quanto di me è scritto nei salmi; sono io, infatti, che li ho mandati. Io sono la vita perché ho mostrato ai fedeli la via, cioè il battesimo di santificazione".

[7.13] "Spontaneamente mi sono offerto ai flagelli, ricevetti sputi sulla faccia, fui ferito da una lancia e abbeverato con fiele e aceto; da perfidi Ebrei sono stato appeso ad una croce. Volli patire tutte queste cose dai pontefici ebrei, per salvare il mondo, liberarlo dalla rabbia del nemico maledetto che voleva perdere il genere umano come era perito egli stesso".

[7.14] "Quante cose mirabili ho compiuto davanti ad essi e tuttavia non mi credettero, bensì chiusero le loro orecchie e voltarono le loro facce senza credermi, dicendo: Scaccia i demoni in forza di Beelzebub principe dei demoni, e gridando: Noi non abbiamo alcun re!. Non vollero capire quanta sofferenza io sopportai per liberarli dalla terra d'Egitto, dalla casa di servitù e farli passare attraverso il Mare Rosso come attraverso l'aria".

[7.15] "Per quarant'anni cibai i loro padri nel deserto con la manna; feci sorgere l'acqua da una durissima pietra; e il bene me lo ripagarono con il male. Non vollero riconoscere che sono il Signore che li ha creati. Davanti a loro infransi tutte le genti, ma non vollero camminare sui miei precetti. Fecero, anzi, consiglio e mi consegnarono alla morte".

[7.16] "Quanto a voi, occorre che voi sopportiate tutte queste cose affinché veramente vi possiate dire miei discepoli e seguiate la mia via. Starete davanti a re e maestri, principi e autorità a causa del mio nome. Abbiate un poco di pazienza per amor mio, e regnerete con me in perpetuo, sederete con me nel regno del Padre mio, e sederete con me in tribunale a giudicare le dodici tribù di Israele. Giacché io non vi dico più (servi), ma amici avendovi manifestato ogni cosa: il servo ignora ciò che fa il suo signore, io invece vi ho manifestato ogni cosa. Non temiate quelli che possono uccidere il corpo, giacché l'anima non possono ucciderla. Non datevi pensiero di come e di che cosa parlare, giacché abita in voi lo spirito di mio Padre ed egli vi darà la testimonianza per vendicare il mondo e colui che seduceva il mondo".

[8.1] "Ora, infatti, sarà distrutta la saggezza del mondo ed eretta quella di Dio. Amatevi l'un l'altro come io vi ho amato e rimanete in me come io in voi. Come io ho dato l'anima mia per il mondo e per voi, così voi pure date le vostre anime per i fratelli".

[8.2] Bartolomeo gli disse: "Signore, è lecito manifestare queste cose a tutti gli uomini?". Gesù gli rispose: "A tutti quelli che sono credenti ed osservano questo mistero ch'io vi ho mostrato, è lecito manifestarle. Tra i gentili, infatti, vi sono alcuni che venerano gli idoli, vi sono bevitori, fornicatori, spergiuri, blasfemi, detrattori della Chiesa cattolica, invidiosi, malefici, incantatori, perversi, seguaci dell'arte del nemico, odiatori del loro prossimo: tutti costoro non sono degni di udire questo mistero".

[8.3] "Ne sono, invece, degni quelli che osservano i miei precetti, che comprendono le parole di salvezza della vita eterna che non ha termine: ed in cielo, nel regno del Padre mio, sono partecipi dei santi, dei giusti, dei fedeli. Colui che si sarà separato dall'errore dell'iniquità ed avrà seguito la via della salvezza e della giustizia, è necessario che ascolti questo mistero. Te beato Bartolomeo, e beata la tua generazione".

[8.4] Bartolomeo allora, scrivendo in cuor suo tutte quelle cose udite dalla bocca del Signore nostro Gesù Cristo, con volto giulivo benedisse il Padre, il Figlio e lo Spirito santo dicendo: "Gloria a te, Signore, redentore dei peccatori, vita dei giusti, fede dei credenti, risurrezione dei morti, luce del mondo, amante della castità".

[8.5] Gesù allora, cingendo la corazza, disse: "Io sono buono, mansueto e benigno, misericordioso e clemente, forte e giusto, mirabile, santo e guaritore, difensore degli orfani e delle vedove; colui che incorona i giusti e i fedeli; giudice dei vivi e dei morti; luce della luce e splendore della fiamma; consolatore dei tribolati e aiuto dei piccoli. Godete con me, amici miei, e ricevete il (mio) dono: io vi darò il dono celeste".

[8.6] Quando Gesù terminò di dire queste parole, tutti gli apostoli lo baciarono dandogli la pace; lo benedissero e lo lodarono ad una voce, dicendo: "Amen!".

[8.7] Generi di peccati e di peccatori. E i discepoli l'interrogarono: "Signore, dì a noi qual è il peccato più grave di ogni altro peccato, Signore?". Gesù rispose loro: "Peccato grave è la fornicazione, l'ira, la bestemmia, l'empietà, l'inganno, l'invidia, la falsa carità, le cattive azioni. Di quanti agiscono così, il profeta disse: Gli empi non risorgeranno nel giudizio, n‚ i peccatori nel consiglio dei giusti. Amen, amen, io vi dico che agli uomini sarà perdonato ogni peccato e qualsiasi azione cattiva, purché abbiano fatto penitenza. Ma a chi bestemmierà contro lo Spirito santo non gli sarà perdonato né in questo secolo né nel giudizio futuro".

[8.8] Bartolomeo gli disse: "Signore, che cosa significa peccare contro lo Spirito santo?". Gesù gli rispose: "Chiunque bestemmia un uomo che serve fedelmente Dio Padre o abbandona la sua Chiesa cattolica per seguire l'eretica, costui bestemmia contro lo Spirito santo, per lui non ci sarà perdono. Chi non adora il Dio creatore di tutto, che fece il cielo e la terra, ma adora legni e pietre privi di sensi e di anima, di respiro, di vista e di udito, non avrà il perdono dei peccati. Chi non offre sacrificio al Dio vivo, ma l'offre ai demoni perduti, non avrà perdono n‚ qui n‚ nel giudizio futuro".

[8.9] "Chi non cerca la salvezza del salvatore, commette un grande peccato. Coloro che hanno fiducia negli uomini mortali, coloro che non corrono verso la Chiesa cattolica, ma corrono verso le immagini dei demoni, non avranno il perdono dei peccati. Chi non cerca il Dio dominatore di tutti, non avrà il perdono dei peccati. Chi cerca gli incantatori, gli indovini ciarlatani, sarebbe meglio che non fosse nato. Chi non crede ch'io discesi dai cieli in terra per redimere il mondo, chi non crede ch'io, mentre ero nel mondo, regnavo da sempre nei secoli nei cieli con il Padre mio, non avrà il perdono. Chi non crede ch'io ho patito e sono risorto; chi non crede alla risurrezione dei morti, da me predetta, non avrà il perdono dei peccati".

[8.10] "Ed ancora. Chi non crede ch'io verrò qual giudice dei vivi e dei morti, quando apparirò glorioso, non avrà il perdono né in questo secolo né in quel giudizio. Coloro che non venerano il Dio vivo creatore, per mezzo del quale sono state fatte tutte le cose, ma venerano una creatura, questo è un peccato grave! Chi non crede nel Padre, nel Figlio e Spirito Santo, costui bestemmia contro lo Spirito santo, quindi per lui non ci sarà il perdono né qui né nel giudizio futuro. Chi non crede che il Padre, il Figlio e lo Spirito santo sono un solo Dio, non avrà il perdono dei peccati. Coloro che per qualche stizza si uccideranno, o si getteranno in un fiume, non avranno il perdono dei peccati. Chi non penserà alla sua anima, ma seguirà l'inganno del nemico, non avrà il perdono dei peccati".

[8.11] "Chi invece ama Dio con cuore puro, segue i suoi comandamenti e osserva ciò che è scritto qui e nella legge e nei profeti, non sarà sopraffatto dall'avversario, né sarà toccato da alcun male".

[8.12] "Andate a predicare! Andate dunque e insegnate a tutte le genti che non presumano giurare n‚ per il cielo n‚ per la terra; nessuno giuri per il suo capo, giacché non può rendere un capello bianco o nero. Tra di essi il parlare sia: sì sì, no no. Andate e predicate in tutto il mondo e tra tutte le genti una parola di verità e di pace, affinché ognuno mantenga la verità e l'amore verso il suo fratello, verso il suo prossimo o amico, e dica la verità".

[8.13] "Così ogni persona parli bene con la sua vicina ed ogni amica con la sua amica, e non con inganno. Io, infatti, sono verace e voglio che voi siate veritieri. Da lontano, io capisco i pensieri di tutti, prima ancora che siano formulati e giudico l'amore falso. Ma tu, Bartolomeo, va' e predica le parole di salvezza alle orecchie di chi ha voglia di intendere. E tutti gli (altri) apostoli da me eletti, andate a predicare! Quanti vi crederanno, saranno battezzati e crederanno ai precetti che voi predicherete, riceveranno la vita eterna e la corona perpetua. Coloro invece che non udranno né praticheranno e non saranno battezzati, saranno condannati nel giudizio e andranno alla pena del fuoco".

[8.14] Matrimonio e castità. Gli disse di nuovo Bartolomeo: "Signore, chi avrà commesso un peccato carnale, quale parte avrà nel giudizio?". Gesù gli rispose: "É bene che chi è battezzato osservi il suo battesimo, custodisca la castità e resti in essa. Se però giungerà il desiderio della carne, deve essere il marito di una sola donna. Sicché, come la moglie deve ignorare un altro uomo, così anche il marito si tenga lontano da un'altra donna".

[8.15] "Se manterranno la castità, osserveranno i miei comandamenti e daranno le loro decime alla Chiesa, come il servo Abramo che custodì i miei precetti; ad essi darò il centuplo e la loro unione sarà senza peccato".

[8.16] "Se sopraggiungerà la necessità di prendere una seconda moglie o, per la moglie, di prendere un secondo marito, lo possono fare purché corrano in chiesa, facciano elemosina, vestano chi è ignudo, diano cibo e bevanda all'affamato e all'assetato, diano ospitalità ai pellegrini e non disprezzino noi, visitino gli infermi, assistano i carcerati, diano una testimonianza verace, ricevano con ogni rispetto un sacerdote ed uno che teme Dio; e, come vi dissi, offrano le decime alla Chiesa e facciano tutte quelle cose che sono giuste affinché possano piacere a Dio".

[9.1] "Ma se uno prende una terza moglie, nel regno dei cieli sarà considerato indegno e peccatore, con essa. Se invece uno mantiene la sua castità e verginità, e - sia uomo o donna - sarà perfetto nella Chiesa cattolica, costui nel regno dei cieli sarà considerato perfetto".

[9.2] "Andate, voi, e predicate queste cose a tutte le genti e a tutti gli uomini: osservino i comandamenti ch'io vi ho detto affinché si possano salvare e conseguire la vita eterna. Io sono il vostro signore Gesù e il Maestro. Io sono il principio e la fine, il primo e l'ultimo, alleluia. Il re potente e molto terribile, che do la corona a voi miei fedeli che sperate in me. Sono io che ho separato la luce dalle tenebre. Alleluia".

[9.3] Dossologia degli apostoli. E tutti gli apostoli risposero ad una voce esultandolo, glorificandolo e lodandolo, e dissero: "Sei tu, Signore, che nel principio hai posto le fondamenta della terra e i cieli sono opera delle tue mani. Sei tu che all'inizio hai plasmato Adamo ed Eva e non li hai abbandonati; sebbene li abbia sedotti l'inganno del nemico, la tua pietà non li ha abbandonati, ma li hai redenti con il tuo sacro sangue".

[9.4] "Noi che a causa di Eva eravamo usciti dal paradiso di delizie, ora per il tuo santo avvento e per Maria vergine e regina, tu ci hai ricondotto nei regni dei cieli, cioè nella tua Chiesa cattolica, che è il tuo corpo e che hai detto tua sposa. Tu sei il giudice dei vivi e dei morti. Alleluia, alleluia".

[9.5] Ascesa di Gesù in cielo. Gesù rispose di nuovo e disse loro: "Io vi preparerò il regno dei cieli e dal trono della mia gloria vi manderò lo Spirito santo che vi farà apparire più splendenti, veraci e forti davanti ai principi e le autorità. Alleluia. E ritornerò ancora a rendere ad ognuno secondo le sue opere: ai giusti, ai fedeli, a quanti credono in me e osservano i miei comandamenti, la corona e la vita eterna; a quanti disprezzano i comandamenti, la pena perpetua e la geenna del fuoco ove sarà pianto e stridore di denti".

[9.6] "Pace a voi! A voi do la mia pace, a voi lascio la mia pace. Abbiate la mia pace tutti voi che credete in me, predicate il regno di Dio e il suo regno dei cieli a tutto il mondo e a tutte le genti, come io pure predicai a voi".

[9.7] E mentre così parlava era trasportato in cielo, nelle nubi. E ad essi, ammirati, apparvero due angeli in abiti splendenti e dissero loro: "Uomini galilei, che state ad ammirare il Signore che sale in cielo? Egli verrà così come lo avete visto salire in cielo. É lui il giudice dei vivi e dei morti; egli è il salvatore di tutti quanti sperano in lui, colui che era stato predetto dai profeti e dai salmisti, come è detto nel settimo salmo: "Perciò ritorna in alto, Signore". Cioè fino a quando non sarà completo il numero dei fedeli.

[9.8] Poi ritornerà con grande gloria e, nella sua potenza, darà ai superbi il supplizio ed il regno dei cieli ai mansueti e agli umili".

[9.9] Allora Bartolomeo e tutti gli altri apostoli glorificavano il Signore Gesù Cristo dicendo: "Gloria a te, Padre dei cieli, re della vita eterna, lucerna di luce inestinguibile, sole splendente e limpidezza della splendente luce eterna. Re dei re e signore dei signori, a te la gloria e la magnificenza, l'impero e il regno, l'onore e la potestà con il Padre e con lo Spirito Santo. Benedetto il Signore, Dio di Israele, che ci visitò e redense il suo popolo dalla mano dei suoi nemici, e fece a noi misericordia e giudizio".

[9.10] "Tutte le genti, lodate il Signor nostro Gesù Cristo e credetegli giacché egli è giudice dei vivi e dei morti, il salvatore dei fedeli. Colui che con il Padre e lo Spirito santo vive e regna per tutti i secoli dei secoli. Amen".

Termina l'interrogazione del beatissimo Bartolomeo apostolo e degli altri apostoli con il Signore Gesù Cristo

 

 

Indice

Introduzione Proto Vangelo di Giacomo Vangelo dello pseudo Tommaso Vangelo dello pseudo Matteo Il Vangelo di Maria

Vangelo di Bartolomeo Vangelo di Bartolomeo C: Casanatense Vangelo di Tommaso Vangelo di Filippo Vangelo della Verità

Vangelo di Pietro Lettera degli Apostoli Vangelo di Giuda Il Ciclo di Pilato