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§ 14. riga 4. 

Oh dei che abitate il cielo inferiore;

Ascoltate la voce di Osiride il tale.

Egli è venuto vicino a voi;.

5.

Non ha conservato nessuna sozzura di peccato;

Non ha più nessun male in lui;

Nessun accusatore si è levato contro lui;.

Esso vive nella verità;

Si nutre di verità.

Gli dei sono soddisfatti di tutto ciò che ha fatto,

6.

Ha dato dei pani a chi aveva fame,

Dell'acqua a chi aveva sete,

Dei vestiti a chi era nudo.

Ha portato delle offerte agli dei,

Delle oblazioni funerarie ai mani.

Non è stata presentata, a nessun dio, protesta contro lui.

7.

Che entri [dunque] nel cielo inferiore,

Senza essere respinto;

Che serva Osiride e gli dei di Kerti;

8.

 [Perché] è favorito tra i fedeli

E divinizzato tra i perfetti.

Che viva!

Che la sua anima viva!

Che la sua anima sia ammessa ovunque lei desideri.

9.

Esso ha ricevuto il suo Shaï-en-sinsin [Libro delle respirazioni],

Affinché respiri con la sua anima, [con] quella del cielo inferiore,

10.

E possa compiere tutte le metamorfosi, a suo piacimento.

Con gli abitanti di Amenti.

Che la sua anima vada ovunque desideri,

11.

E che viva per sempre sulla terra, eternamente e in perpetuo.

É tutto compiuto.

 

Questa notevole preghiera che si rivolge alle divinità della regione infernale, era recitata dal sacerdote officiante, ed aveva lo scopo di rendere il defunto gradevole agli dei. É pregna di un grande sentimento religioso e contiene delle massime morali, la cui sorprendente concordanza con i precetti del legislatore ebraico e con quelli del Cristo è già stata segnalata dagli egittologi, in particolare M. Chabas nelle sue Memorie intitolate "Hebraeo-Aegyptiaca".

É agevole riconoscere grazie a questa composizione la fonte di dove Diodoro di Sicilia ha estratto il seguente racconto: " Quando la barca arriva sul lago, prima di deporvi la cassa che contiene il defunto, tutti hanno il diritto di formulare contro di esso delle proteste; se nessun accusatore si presenta o se l'accusa sembra calunniosa, i parenti abbandonano il lutto, fanno l'elogio dello scomparso, ma non parlano della sue origini come lo fanno i greci, perché gli egiziani si reputano tutti ugualmente nobili; ma celebrano la sua educazione e le sue conoscenze, la sua pietà e la sua giustizia, la sua continenza

e le sue altre virtù, dalla gioventù fino all'età virile; infine invocano gli dei degli inferi e li supplicano di ammetterlo nella casa riservata agli uomini devoti. La folla vi unisce le proprie approvazioni corredate di voti affinché il defunto goda negli inferni della vita eterna, nella società dei buoni".

La prima metà del paragrafo di questo testo riproduce le righe 37 e 38 del Libro dei Morti.

Ho reso con testimone a carico, accusatore, il gruppo (riga 5) che è indicato nella maggior parte dei manoscritti con il segno dell'uomo.

Alla riga 10, ho preferito tradurre con abitanti di Amenti, il gruppo che letteralmente significa, gli occidentali.