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§ 11. riga 1. 

Gli dei che accompagnano Osiride, dicono ad Osiride un tale:

2.

Servi Râ;

3.

Servi Osiride;

La tua anima vive sempre ed eternamente.

§11b.

Gli dei che abitano il cielo inferiore di Osiride-Khent-Ament

dicono ad Osiride il tale:

6.

Che gli si aprano le porte del cielo inferiore!

Che sia ricevuto nel Kher-neter;

7.

Che la sua anima viva per sempre.

Esso si è costruito una dimora in Kher-neter.

8.

Il Suo dio lo ha ricompensato;

Ha ricevuto lo Shaï-en-sinsin [Libro delle respirazioni],

Affinché respiri.

 

La seconda parte di questo paragrafo sancisce l'ammissione definitiva del defunto nella regione infernale.

Invece di (riga 4), la trascrizione che ne fa M. Brugsch riporta, 

Nelle la frase, il senso congiuntivo è indicato dalla seguente variante che fornisce il manoscritto n. 3166: ; letteralmente: che egli sia aperto alle porte del Tuau.

Si legge poi: che sia ricevuto nel Kher-neter. É da notare qui che nel nostro manoscritto, lo scriba ha biffato l'affisso (che si trova tuttavia nel n. 3291), ed a scritto sotto quello della seconda persona. Ho tradotto il passo alla terza persona, secondo il senso che discorso che sembra qui esigere. Alla riga 8, occorrerebbe forse tradurre il gruppo , con lodato, invece di ricompensato.

Segue poi la frase , che traduco con, ha ricevuto lo Shaï-en-sinsin.

Da ricordare che la parola anima è, in egizio, di genere maschile, il pronome   può quindi riferirsi sia all'anima sia al defunto. In ogni modo, il papiro n. 3121 consacrato ad un'assistente di Amon-Râ sembra togliere ogni incertezza a tale riguardo. Si trova nel posto corrispondente e nel seguito dello stesso passaggio, il pronome femminile , cosa che proverebbe essere stata la defunta ad essersi costruita una abitazione, e che è sempre lei a ricevere la ricompensa o la lode, ed è ancora lei a ricevere lo Shaï-en-sinsin [Libro dei soffi].