§ 3. riga 16. | Oh Osiride il tale! | 17. | Entri nel cielo inferiore con una grande purificazione Le due dee Ma ti hanno reso puro nella grande sala. | 18. | Una purificazione è stata eseguita su di te nella Sala di Seb; Le tue membra sono state rese pure nella Sala di Shu. | 19. | Vedi Râ al suo tramontare, Atum, la sera. Amon è vicino a te, | 20. | Per darti il soffio; Ptah, per ricostruire le tue membra. Sorgi all'orizzonte con il sole. | 21. | La tua anima è ammessa sulla barca di Neshem con Osiride; La tua anima è divinizzata nella dimora di Seb. Sei vero di voce in perpetuo ed eternamente. |
Uscendo dalla Sala della due Giustizie (le due dee Ma), e dopo essere stato purificato nella Sala di Seb (la terra) e nella Sala di Shu (il cielo), il defunto entra nel Tiau o cielo inferiore, dove era posto il soggiorno dei morti. Vi vede Râ sotto la forma di Atum, il sole notturno. Ptah gli modella un nuovo corpo al quale Amon dà il soffio della vita. Questo nuovo involucro non ha nessuno rapporto con quello lasciato dal defunto. La dottrina della riunione dell'anima all'antico corpo che proclama il Libro dei Morti, sembra essere stata profondamente modificata dalla scuola alla quale appartiene lo Shaï-en-sinsin. Il ruolo di Amon come autore della seconda vita è stato già segnalato da M.J. Rougé; quello di Ptah [ Invece di Ptah, il papiro n. 3291 riporta Thoth, ma probabilmente si tratta di una errore dello scriba.] come creatore è ben conosciuto. Mentre il defunto (o i mani) scende sotto l'orizzonte col sole, l'anima si unisce a Osiride nella barca solare chiamata Neshem [Neshem è anche il nome della barca che serviva a trasportare le mummie ad Abydos. ]. É difficile determinare il vero carattere di questa doppia esistenza dei mani e dell'anima. Questi due esseri sono rappresentati come viventi separatamente ed indipendentemente l'uno dall'altro. Li si distingue, infatti, nelle riproduzioni dei manoscritti funerari, dove i mani sono raffigurati sotto l'immagine del defunto, mentre l'anima ha la forma abituale di un sparviero con la testa umana. Alla riga 20, ho integrato, prima della parola Atum, la particella che il senso sembra esigere. Atum è il nome del sole che, durante la notte, illumina l'emisfero inferiore del cielo. Il senso di veridico, persuasivo, proposto da TH. Devéria per il gruppo (riga 22), non è generalmente accettato dagli egittologi. Secondo M. Chabas, questo gruppo deve tradursi letteralmente con justus dictus, ed indica l'individuo il cui dire è stato riconosciuto vero, il defunto scagionato dal giudizio di Osiride, quello che ha trionfato sui propri nemici. M. Lepsius ha presentato per lo studio di questa espressione le stesse conclusioni del il sapiente egittologo di Chalon S. Saôna . |