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§ 1. riga 

Inizio del Shaï-en-sinsin [Libro delle respirazioni]

composto da Iside per suo fratello Osiride, 

Per fare rivivere la sua anima,

1.

Per fare rivivere il suo corpo, 

Per far ringiovanire di nuovo tutte le sue membra,

Affinché possa raggiungere l'orizzonte con suo padre, il Sole  

2.

Acciocché la sua anima si alzi in cielo nel disco della Luna,

affinché il suo corpo brilli nelle stelle di Sahu,

nel seno di Nu-t  

3.

Affinché questi elementi giungano

anche  a Osiride, divino padre, profeta di Amon-Râ, re degli dei,  

4.

Profeta di Khem-Amon-Râ, toro di sua madre,

maestro della sua grande casa, 

Osir-aau, vero di voce 

5.

Figlio [del prete] dello stesso [ordine], Nes-paut-ta-ti, discolpato. 

Nascosto - [il], nascosto - [il];

non lo fa leggere a nessuno.  

6 . 7

É vantaggioso che senza colpe risiede in Kher-neter;

perché vivrà di nuovo, veramente, milioni di volte.  

Questo paragrafo è una specie di preambolo, che indica, di un modo preciso, lo scopo del libro e ci informa che è stato composto da Iside per suo fratello Osiride ucciso da Set. La recita delle formule sacre che contiene, ha effettuato la risurrezione di Osiride, diventato da allora per ogni egiziano il tipo della rinascita dopo la morte. Seppellito con il defunto, così come prescritto al paragrafo 14a, il libro sarà utile anche per lui e faciliterà la sua risurrezione come vero Osiride. È a questo titolo che il morto si identifica col dio e che prende il titolo di Osiride un tale, giustificato. 

Secondo il nostro testo, Osiride si unisce a suo padre, il Sole e scende con lui nelle regioni infernali, per tornare alla vita sotto la forma della Luna, mentre il suo corpo è posto nella costellazione di Sahu (Orione) che brilla nel firmamento, personificato dalla dea Nu-t. 

Sarà utile ricordare alle persone estranee alla mitologia degli egiziani, che l'idea del rinnovo dell'esistenza dopo la morte, è simboleggiata talvolta dalla corsa del sole, altre volte è rappresentato dal mito di Osiride, che sembra riferirsi, a sua volta, alla nascita del Sole. In conseguenza di ciò l'individualità dell'Osiride terrestre si confonde continuamente con quella di Osiride-sole. Sull'esempio del dio, si credeva che l'egiziano morto si unisse al Sole calante e scendesse con lui nell'emisfero inferiore del cielo che doveva percorrere seguendo il Sole notturno (Osiride), per ritornare alla luce del giorno con l'astro levante. È dalla sua identificazione col Sole che percorre durante la notte le regioni infernali che, probabilmente, emerge il ruolo di Osiride quale giudice degli inferni. Il manoscritto 3291 riporta, alla seconda riga, per il gruppo la variante , ringiovanire, rendere la gioventù.

Il Kher-neter, o la divina regione inferiore, indica la necropoli o ipogeo; ma è anche uno dei nomi del soggiorno dei mani posti all'estremo occidente.

Riga 7  significa, secondo M. Brugsh  (diz. p. 575), veramente, laddove facendo riferimento a Devéria e Pierret la traduzione dovrebbe essere, nel vestito della verità. Il senso di questo gruppo ha comunque bisogno di ulteriori studi.