| Shandilya chiese:
Ti prego, dimmi degli otto elementi dello yoga attraverso i quali si può raggiungere la realizzazione del Sé.
Atharvan rispose:
Le osservanze morali ed etiche (Yama - limitazioni), le pratiche disciplinate richieste - o azioni intenzionali - ( niyama ), le posture (asana ), il controllo della forza vitale ( pranayama ), il distacco della consapevolezza dai sensi e l'interiorizzazione dell'attenzione (pratyahara ), l'attenta concentrazione ( dharana ), la meditazione (dhyana ) e il Samadhi ( realizzazione dell'unità ). Ci sono dieci osservanze morali ed etiche, dieci pratiche disciplinate, otto posture di meditazione, tre tipi di pranayama, cinque livelli d'interiorizzazione della concentrazione e dell'attenzione, due tipi di meditazione, e un tipo di Samadhi.
Queste sono le guide etiche e morali: 1) Nonviolenza nei pensieri, parole, e azioni. 2) verità, che conduce al benessere. 3) evitare di desiderare quello che appartiene agli altri. 4) Conservazione e trasmutazione delle forze vitali. 5) Compassione per tutte le creature. 6) Equanimità quando si compiono le azioni dovute e non si compiono quelle proibite. 7) Pazienza in ogni circostanza. 8) Stabilità mentale durante il guadagno, o la perdita, di ricchezza o di relazioni personali. 9) Scelte appropriate di cibo nutriente. 10) Purezza. La purezza interiore appartiene al corpo, quella interiore riguarda la mente e si raggiunge attraverso la trasformazione psicologica e la realizzazione del Sé.
Le discipline: 1) Liberare mente e corpo da tutte le limitazioni attraverso l'autoanalisi e i comportamenti regolati. 2) Soddisfazione con quello che la vita provvede spontaneamente (quando è di supporto). 3) Riconoscere le leggi di causa ed effetto. 4) Donare risorse acquisite o guadagnate legalmente a persone meritevoli per giuste cause. 5) Adorazione di Dio con motivazioni pure in base alla propria comprensione. 6) Cercare di capire il significato delle scritture. 7) Pentimento per i comportamenti contrari alle scritture o alle regole sociali. 8) Fede nel proprio percorso spirituale. 9) Utilizzare i mantra ricevuti dal guru. 10) Praticare regolarmente tutte queste procedure ed evitare quelle ad esse contrarie.
Lascia che ogni persona che non è in grado di usare tutte le posture indicate utilizzi quelle che trova più facili e confortevoli. Chi controlla le posture acquisisce il dominio sui tre mondi. Stabile nelle osservanze etiche e morali, e nelle pratiche disciplinate, si dovrebbe praticare il pranayama, poiché attraverso di esso si purificano tutte le nadi (i canali attraverso i quali circolano le forze vitali).
Shandilya:
In che modo si purificano le nadi? Quante ce ne sono nel corpo? Come si svegliano, e che forze vitali vi sono localizzate? Dove sono situate principalmente? Che funzioni hanno? Qualsiasi cosa vada la pena conoscere sul corpo, ti prego, dimmela.
Atharvan:
Il prana (la forza vitale) si estende (emana un'aura) approssimativamente per sei pollici dal corpo. Chi, attraverso la pratica dello yoga, riduce il prana nel corpo per renderlo uguale, o in ogni modo non minore, al fuoco dentro di esso, diventa un praticante eccezionale dello yoga. La regione del fuoco, di forma triangolare e brillante come l'oro fuso, è situata nella parte intermedia del corpo, e si esprime come chakra con dieci radiazioni di forza vitale. Influenzato dalle energie squilibrate di questo chakra, l'anima vaga, guidata dal suo karma. Nel corpo fisico, l'anima cavalca il prana. Alla base del sushumna si trova la sede della kundalini. Le sue azioni sono limitate a causa del coinvolgimento dell'anima nelle circostanze oggettive, ed essa chiude l'apertura del brahmarandra. Durante la pratica dello yoga, la kundalini si risveglia a causa del fuoco, e rispende con gran brillantezza nello spazio del cuore sotto forma di saggezza. I maggiori condotti per il flusso della shakti kundalini sono le 14 nadi principali. Tra queste, si afferma che la sushumna sia la sostenitrice dell'universo e il percorso della salvezza. Si estende dalla base della spina dorsale fino al brahmarandra nella parte alta della testa, è sottile, e ha influenze preservanti e ravvivanti. A sinistra della sushumna c'è ida, alla sua destra c'è pingala. Ida, di natura lunare, è tamasica; pingala, di natura solare, è rajasica. Esse indicano il tempo, del quale sushumna è la consumatrice. Altre nadi si estendono dal percorso spinale per tutto il corpo. Come la foglia di un albero è percorsa da piccole nervature, così questo corpo è permeato dalle nadi. Nelle nadi si muovono parecchie influenze degli aspetti della forza vitale. Le cinque forze vitali (prana) vanno verso la pelle, le ossa, e altri posti dove sono influenti. Avendo acquisito una conoscenza estesa delle forze vitali, dei loro movimenti, e delle loro funzioni, si dovrebbe iniziare la pratica dello yoga con la purificazione delle nadi. Un devoto stabile nelle osservanze etiche e morali, che evita la compagnia eccessiva di altre persone, che ha terminato un corso di studi, stabile con gioia nella verità e nella virtù, che ha conquistato la rabbia, che serve il proprio guru, che sia bene istruito nelle pratiche religiose, e consapevole del proprio ruolo nella vita, dovrebbe andare in un bosco sacro che abbondi di frutta, erbe, e acqua. Dovrebbe scegliere una dimora confortevole, frequentata da persone che conoscono Dio che perseverano nei doveri imposti dal loro ruolo nella vita. In alternativa, il devoto dovrebbe andare in un tempio, o sulle rive di un fiume, in un villaggio, o in una città. In uno di questi posti dovrebbe erigere un bel monastero dove poter rimanere in perfetto igiene, e con ogni tipo di protezione. In quel posto, ascoltando l'esposizione del vedanta, dovrebbe iniziare a praticare lo yoga. Dopo aver adorato colui che rimuove tutti gli ostacoli, dovrebbe riconoscere con riverenza l'aspetto del divino che preferisce. Seduto nella postura di meditazione su un giaciglio comodo, con il volto rivolto verso l'est o il nord, il devoto istruito, mantenendo collo e schiena eretti, e fissando lo sguardo all'occhio spirituale, dovrebbe osservare le sfere della luna e bere il nettare che ne fluisce. Si afferma che il pranayama sia l'unione di prana e apana. É di tre tipi: inalazione, esalazione, e cessazione del respiro. Si afferma che OM sia la base dei mantra da utilizzare quando si pratica il pranayama. Seduti nella postura scelta, si dovrebbe meditare su OM. Si dovrebbe quindi inalare l'aria attraverso la narice sinistra (tenendo la destra chiusa con un dito), fare una breve pausa, e quindi esalare dalla narice destra. A questo punto si dovrebbe inalare l'aria dalla narice destra e, dopo una breve pausa, esalare dalla sinistra. Dopo aver raggiunto la fermezza nella postura di meditazione e mantenuto un perfetto autocontrollo, per rimuovere le impurità dalla sushumna lo yogi dovrebbe ritenere l'aria inalata prima di esalarla attraverso la narice opposta. Si dovrebbe praticare la sospensione del respiro all'alba, a mezzogiorno, al tramonto, e a mezzanotte per un periodo di quattro settimane. Nei primi stadi si produce sudorazione, in quelli intermedi il corpo trema, nell'ultimo, il corpo levita. Quando il sudore esce dal corpo, lo si dovrebbe massaggiare sulla pelle. In questo modo il corpo diventa fermo e leggero. Non ci sarà sensazione di bruciore nel corpo quale culmine della pratica. Nello stesso modo in cui, con attente cure, si addomesticano le bestie, si può regolare il respiro se lo si gestisce in maniera corretta. Quando, attraverso la pratica regolare del pranayama, i canali sono stati purificati, la forza vitale si muove facilmente verso l'alto attraverso la sushumna. Mandando la forza vitale verso l'alto, lo yogi, libero dalla vecchiaia, diventa come un ragazzo di sedici anni. Respira attraverso entrambe le narici, manda verso l'alto la forza vitale, ed esala attraverso entrambe le narici. Attraverso questa pratica, eliminerai l'insorgenza di fame, sete, letargia e sonno. Il controllo del respiro e della forza vitale è di due tipi: quello accompagnato dalla respirazione, e quello privo di tale azione. Pratica il pranayama fino a che non avrai raggiunto l'isolamento del silenzio. Nulla è irraggiungibile per chi ha raggiunto il controllo dell'assenza del respiro. Attraverso questa capacità emerge la conoscenza della kundalini, il corpo s'inclina, gli occhi diventano luminosi, l'espressione del volto diventa serena, le forze vitali scorrono verso l'alto, e aumentano i fuochi gastrici (i poteri di digestione e assimilazione). Focalizzare l'attenzione su un oggetto interiore della contemplazione è una tecnica di meditazione segreta (perché poco conosciuta). Con la mente e il respiro assorti in questo modo, si vede con l'occhio interiore. Questo è il kechari (essere libero nello spazio) mudra (sigillo). Si rivela quindi il nucleo (l'essenza profonda) della natura. Con occhi parzialmente chiusi e ferma concentrazione, fissando lo sguardo nell'occhio spirituale, assorbendosi nel sole e nella luna, rimanendo fermamente stabili nella contemplazione meditativa, lo yogi diviene consapevole della luce che trascende ogni cosa. Fondere il suono nella luce ed elevare un po' le sopracciglia culmina nella trascendenza della mente, e quindi nella sperimentazione del sabikalpa Samadhi. Il tempo non esiste per chi raggiunge questo livello. Sii felice dirigendo la consapevolezza nel mezzo della shakti, la shakti nel mezzo della consapevolezza, e guardandoti all'interno. Metti il Sé nello spazio, e lo spazio nel Sé. Dopo aver ridotto tutto a spazio, non pensare a nient'altro. Come il sale è assorbito dall'acqua, così la consapevolezza del devoto si assorbe nella vera essenza di quello che contempla. L'unico percorso (per il meditante) è quando sia la conoscenza dell'oggetto, sia l'oggetto conosciuto sono assenti. Abbandonando tutta la cognizione degli oggetti, la mente s'illumina. Quando la mente è illuminata, rimane solo la consapevolezza del Sé. Per la dissoluzione della consapevolezza individuale ci sono due vie: Samadhi e conoscenza. Il Samadhi si raggiunge contenendo e pacificando le modificazioni e le fluttuazioni della mente. La conoscenza si acquisisce indagando nei contenuti della mente e degli altri oggetti della conoscenza. Quando le modificazioni della mente si quietano, cessa il ciclo di nascita e morte. Quando non si desidera l'esistenza mondana, o quando i desideri sono stati soddisfatti, cessano le fluttuazioni della forza vitale. Il chiarimento della consapevolezza si può raggiungere attraverso lo studio delle scritture, la compagnia di persone adatte, l'indifferenza ai piaceri dei sensi, la pratica dello yoga (le varie procedure e la supercoscienza), la contemplazione (con l'attenzione in uno stato di allerta) focalizzata su un oggetto desiderato di concentrazione, o con il fermo aderire alle leggi della vita. Le fluttuazioni mentali cessano controllando il respiro attraverso la pratica del pranayama che non causa fatica, e meditando in un posto ritirato. Le fluttuazioni del prana cessano grazie alla corretta realizzazione della vera natura del suono all'estremità della pronuncia di OM, e alla corretta cognizione dello stato di sonno senza sogni, Le fluttuazioni del prana cessano quando la coscienza si fonde con la forza vitale che fluisce all'occhio spirituale. Le fluttuazioni del prana cessano quando l'occhio spirituale diventa calmo e chiaro, in modo che il meditante possa vedere nello spazio profondo. Le fluttuazioni del prana cessano quando si discerne come OM, e null'altro, la conoscenza benefica non toccata dalle modificazioni. Le fluttuazioni del prana cessano contemplando a lungo sia la fine essenza del cuore, sia la mente priva di tendenze influenti. Le fluttuazioni del prana cessano con questi metodi, con altri che si possono utilizzare, e sintonizzandosi con la coscienza dei santi. Dopo aver aperto la porta della kundalini attraverso la pratica di certeprocedure, si dovrebbe aprire intenzionalmente anche la porta della liberazione. Chiudendo l'apertura attraverso la quale dovrebbero passare le proprie forze vitali, la kundalini dorme, arrotolata come un serpente. Lo yogi che fa muovere la kundalini (e la rende espressiva) si libera velocemente. Quando la kundalini è influente nel chakra del collo (e in quelli più elevati), contribuisce alla liberazione. Nelle persone in preda all'illusione, la kundalini è influente solo nelle regioni inferiori del corpo. Lasciando le due nadi (ida, il canale sinistro del percorso spinale, e pingala, il destro) la shakti della kundalini (l'energia vitale) dovrebbe muoversi nella sushumna (il percorso centrale della spina). Questo canale è definito come "il percorso di Dio". Per fare questo, si dovrebbe praticare con concentrazione il pranayama (seguendo le direttive del guru). Non si dovrebbe limitare la pratica solo al giorno e alla notte, ma la si dovrebbe pianificare in modo da renderla più benefica possibile secondo l'aspirazione, e l'impegno nella pratica, del meditante. Quando si pratica il kechari mudra, mentre si è seduti nella meditazione, le forze vitali che precedentemente fluivano nei canali sinistro e destro della spina, sono inclini a fluire nella sushumna. Dovresti muovere la forza vitale nella sushumna (praticando il kriya pranayama). Quella è la sede del kechari mudra, che è anche localizzato nell'occhio spirituale.
Premere con fermezza il perineo con il tallone sinistro, portare su l'energia fino ai chakra del collo e del capo, stirare la gamba destra, prendere il piede con entrambe le mani, e ritenere momentaneamente la forza vitale nei centri più elevati. Con questa procedura, si controlla il prana e si conquista la morte; quindi, seduti in meditazione, si deve contemplare il vero Sé nel proprio piano di consapevolezza. In questo modo si sperimenta la verità (della propria essenza dell'essere). Chi ritiene la forza vitale nell'occhio spirituale con attenzione concentrata, distrugge tutti gli effetti delle azioni passate. Contemplando l'Om, si conosce ogni cosa (tutte le cose su Dio e sui processi della manifestazione cosmica).Trascendendo il dharma e l'adharma, si conosce il passato e il futuro. Contemplando il suono delle creature si conosce la causa dell'emissione di tali suoni. Contemplando il proprio karma non ancora manifestato, si manifesta autonomamente la conoscenza delle proprie incarnazioni precedenti. Contemplando la mente degli altri, si conoscono i loro pensieri. Contemplando la forza, si diventa forti. Contemplando il sole (il sistema solare), si ottiene la conoscenza del sole stesso e i movimenti dei pianeti. Contemplando il vero Sé, si ottiene la conoscenza dello spirito di Dio che nutre il campo della natura. L'interiorizzazione è il ritiro dell'attenzione dai sensi con lo scopo di evitare gli attaccamenti alle cose esteriori. Vedere ogni cosa che si osserva come una manifestazione della Coscienza suprema, è una pratica di interiorizzazione, così come lo sono la rinuncia agli attaccamenti ai risultati delle azioni giornaliere, il ritirare l'attenzione e dirigerla interiormente per meditare senza distrazioni, e altre procedure utilizzate per controllare l'attenzione e i sensi. Quindi Shandilya, non avendo (ancora) ottenuto la pura conoscenza del Brahman (l'assoluto) descritto nei quattro veda (i testi della conoscenza rivelata), si avvicina ad Atharvan e chiede: "Qual è la conoscenza dell'assoluto? Insegnami la via per conoscerlo, attraverso la quale otterrò il meglio". Atharvan:
L'assoluto è satya (essere - verità - realtà), conoscenza, e la realtà infinita nel quale questo mondo è intessuto. É quello da cui tutto si origina e nel quale ogni cosa viene assorbita, quello che, una voltaconosciuto, rende conosciuta ogni cosa. É senza forma, irraggiungibile (dalla mente e dall'intelletto), e indefinibile. Lo si può percepire attraverso la conoscenza intuitiva e lo yoga (Samadhi). É quello dal quale è stato proiettato il prana. É quello non duale (uno, senza divisione), chepervade ogni cosa come lo spazio, che è estremamente sottile, senza macchia, senza azione, solo Esistenza-Essere, l'essenza della beatitudine della coscienza, benevolo, calmo, immortale, e oltre i fenomeni. Quello è il piano di coscienza puro e assoluto, e tu sei quello. Sappi questo con gioia e saggezza. Colui che è uno, splendente, che dona il potere del vero Sé, l'onnisciente,il Signore (colui che regola) di tutte le realtà interiori di ogni essere, che dimora in ogni essere, che è nascosto in ogni essere e ne è l'origine, che si realizza solo con lo yoga (Samadhi) e crea, supporta, e dissolve ogni cosa. Quello è il supremo Sé. Comprendi i molti mondi (dimensioni) nel supremo Sé. Non abbatterti, conoscitore del supremo Sé, raggiungerai la fine del dolore.
Shandilya:
Come sorge quest'universo dalla Coscienza suprema? Origine di Om, immortale, senza azione, benevola, e solo pura esistenza. Come esiste nella Coscienza suprema? Come si assorbe in essa? Ti prego, parlami di questi misteri.
Atharvan:
La Coscienza suprema è immortale e senza azione. Dalla sua mancanza di forma sorgono tre aspetti: ciò che è senza caratteristiche, ciò che le ha, e ciò che le ha e non le ha. L'aspetto senza forma è quello che è pura realtà, coscienza, beatitudine della consapevolezza del Sé, senza modificazioni, onnipresente, sottilissimo, indefinibile ed eterno. Mahesvara (Maha, grande - Ishvara - signore, o influenza governante) con maya (natura primordiale) o avidya (ignoranza) è l'aspetto con e senza caratteristiche. Un impulso all'interno di Dio culminò nello sviluppo della manifestazione universale. Dio è l'aspetto della coscienza dotato di tutte le risorse, che pervade ogni cosa ed è situato nel cuore di ogni essere. Esso regola le forze che manifestano la natura primordiale. Nella coscienza di Dio dimorano tutti i Dei (aspetti della forza governante) e gli esseri (anime individualizzate). L'aspetto che regola la forza creativa della coscienza è gentile verso i devoti, toccato da nulla, e ha solo caratteristiche (d'influenza trasformante). Perché ci si riferisce a ciò che è la sola realtà, e l'essenza della beatitudine della coscienza, come alla coscienza trascendentale suprema? Perché si espande e fa espandere ogni cosa. Perché ci si riferisce a Lui come al Sé senza dimora? Perché contiene ogni cosa, assorbe ogni cosa, ed è ogni cosa. Perché lo si chiama "il grande signore"? Perché attraverso il suo potere governa ogni cosa. Chi conosce questi significati segreti (sottili), conosce ogni cosa. Diventa conoscitore della Coscienza suprema il devoto che la contempla come il proprio Sé. Il devoto che contempla (e comprende) la realtà di Dio riguardo alla natura, si libera da ogni errore e si risveglia alla piena realizzazione dell'assoluto.
Così termina questa Upanishad
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